Cina, dopo trent’anni di “attesa” ecco com’è avvenuto il balzo del Dragone

Ippolito V
Se gli scorsi decenni fossero passati “passivamente” sulla pelle della Cina, oggi il Paese non sarebbe in grado di dominare il mercato.
Cina produzione auto

La Cina, tradizionalmente nota per la sua proverbiale “pazienza” strategica, si è trasformata da silenziosa osservatrice a protagonista indiscussa del settore automobilistico globale. Negli anni Ottanta e Novanta, il Paese del Dragone guardava con ammirazione, quasi con gli occhi lucidi, le auto dei grandi marchi occidentali. Non è un segreto che tra Europa e Stati Uniti i prodotti provenienti dalla Cina siano stati a lungo sottovalutati quando non “snobbati”.

Mentre questa attesa (fatta soprattutto di studio) era accompagnata da cittadini che contribuivano al boom economico, con costi umani e legali non indifferenti, la Cina imparava sempre di più. Con l’arrivo di brand come Mercedes, Ford e BMW, attratti da un mercato immenso, Pechino ha imposto una semplice condizione: collaborare con produttori locali tramite joint venture.

La mossa che, di fatto, costituisce una mossa chiave nel futuro industriale del Paese, è stata senza dubbio “ospitale” ma celava chiaramente un piano più ambizioso. Anno dopo anno, decennio dopo decennio, la Cina ha saputo fare tesoro della scelta dell’Occidente di produrre a basso costo presso i suoi stabilimenti.

Cina produzione auto

Per anni, infatti, i produttori occidentali hanno guadagnato enormemente in Cina, approfittando di costi ridotti e una domanda esplosiva. Tuttavia, dal 2010, la situazione ha iniziato a ribaltarsi. Il Paese, dopo aver assimilato competenze e tecnologie, ha messo insieme un’industria automobilistica potente, “mangiandosi” persino alcuni competitori, acquisendo marchi europei come Volvo, Smart e Lotus. Senza contare le partecipazioni e le partnership internazionali da una parte all’altro del pianeta.

Le case automobilistiche cinesi hanno poi sfruttato cicli produttivi più rapidi, prezzi competitivi e un design accattivante, oltre a quelli che l’Ue ha definito ingenti aiuti di Stato, aggiungendo tecnologie all’avanguardia che hanno conquistato i consumatori. La leadership cinese si è dunque consolidata nelle tecnologie emergenti, in particolare nella produzione di batterie per veicoli elettrici. L’inserimento delle aziende cinesi nella grande transizione elettrica è stato, in due parole, da manuale.

Cina produzione auto

I produttori cinesi riescono a sviluppare nuovi modelli in tempi record, spesso dimezzando i tempi necessari ai concorrenti occidentali. Grazie a costi di produzione più bassi, possono offrire auto elettriche con margini di profitto superiori e a prezzi più accessibili. Se gli scorsi decenni fossero passati “passivamente” sulla pelle della Cina, oggi il Paese non sarebbe in grado di dominare il mercato. Per i marchi occidentali, competere con questo modello richiederà una revisione profonda dei processi di sviluppo e una capacità di adattarsi a un ritmo più rapido. Facile a dirsi.

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