Le auto elettriche sono in forte espansione in tutto il mondo. E quale paese brilla su tutti gli altri? Se seguite con interesse l’industria lo saprete già di certo: la Cina. Un tempo “gigante dormiente” nell’industria, oggi Pechino intende conquistare il successo mondiale. Nel 2023, le vendite di BEV hanno rappresentato il 25% del mercato cinese, contro il 22% del 2022. La crescita è da imputare a vari fattori, tra cui i sussidi governativi, nonché l’aumento delle prestazioni e dell’autonomia. Inoltre, la popolazione locale ha preso maggiore consapevolezza circa l’importanza delle tematiche ambientali.
Cina: offerta delle auto elettriche superiore alla domanda
Tuttavia, la crescita dell’offerta di BEV in Cina risulta superiore alla domanda. Infatti, diversi costruttori automobilistici del paese asiatico, incoraggiati dai sussidi governativi, hanno lanciato parecchi esemplari elettrici. La situazione condurrà forse a un eccesso di proposte e difficoltà per le aziende nell’imporsi rispetto ai competitor. Le istituzioni ne sono consapevoli e, pertanto, assumeranno dei provvedimenti, al fine di limitare il numero di nuovi progetti delle case. Tra le manovre in via di discussione vi sarà forse una riduzione dei sussidi o un limite alla fabbricazione.
Prendere una posizione netta e decisa è cruciale, onde evitare di dare vita a un effetto boomerang. Innanzitutto, le compagnie situate in Cina rischiano di ritrovarsi con grandi scorte di BEV in stock senza venderle. Ciò determinerebbe un incremento di perdite finanziarie e una diminuzione dei prezzi delle BEV. Quest’ultimo fattore potrebbe rendere le BEV europee maggiormente competitive e spingere i consumatori cinesi a preferirle. Inoltre, se le BEV non vengono vendute, non verranno impiegate.
Ciò determinerebbe un aumento delle emissioni di gas serra, poiché i veicoli a combustione interna continuerebbero ad essere adottati. Oltretutto, nemmeno le BEV sono totalmente innocue. Benché siano a impatto ridotto durante la marcia, la realizzazione delle batterie non è altrettanto “amica dell’ambiente”. Anzi, stando ad alcuni studi, il chilometraggio minimo da percorrere prima di colmare il deficit negativo iniziale è di ben 45.000 km.
Le autorità politiche nazionali avranno il compito di individuare delle risposte efficaci, al fine di scongiurare le conseguenze negative dell’eccesso di BEV. La riduzione dei costi dissuaderebbe le aziende dal lanciare ulteriori BEV. L’applicazione di limiti alla tiratura assolverebbe allo stesso scopo. Una terza via consisterebbe nella promozione delle BEV all’estero, così da stimolare l’esportazione.
Proprio in termini di export, la Cina ha compiuto un sorpasso epocale sul Giappone nel 2023. Il proposito è di prendere il comando pure dei territori occidentali, anche dell’Europa, dove continua a essere un miraggio proporre dei modelli economici. La numero uno delle low-cost è costituita dalla Dacia Spring, disponibile a 21.400 euro. Che viene, oltretutto, fabbricata in Cina, date le condizioni favorevoli.