Solamente un anno fa la Cina ricavava il 60 per cento della sua energia da carbone e gas, le cosiddette fonti fossili. La quota, ad oggi, è scesa al 53 per cento, mentre l’energia rinnovabile è salita al 44 per cento. Il dato, insieme all’impegno massiccio e gli investimenti nelle auto elettriche, fa riflettere, ma non è il solo su cui ragionare (o elogiare, nel caso servisse).
Di questi numeri si parla nella pubblicazione Carbon Brief e ci si basa sui numeri ufficiali forniti dall’Ufficio nazionale di statistica cinese. Dall’altra parte di questo scenario virtuoso, va detto che la Cina sta consumando più energia che mai. Produzione alle stelle, grandi aziende e nuovi nomi si affacciano al mondo dell’automotive cinese e globale, ma il carbone è ancora al centro della strategia per la Cina.
L’Europa sta compiendo grandi sforzi per ridurre le emissioni affrontando il cambiamento climatico. Serve, però, che le più grandi regioni e con un maggiore impatto ambientale facciano la loro parte. La Cina sta facendo progressi in questo senso, con un nuovo record nell’uso di energie rinnovabili e una grande riduzione della percentuale di energia derivante dal carbone. La Cina, però, rimane il più grande emettitore di CO₂ del mondo e dipende per la maggior parte della sua produzione dal carbone. Significativo lo “strano” bilanciamento per cui il Paese del Dragone è anche il più grande investitore mondiale in energia pulita e la scelta decisa sulle auto elettriche è segno di questa direzione politica ed economica.
Per quanto riguarda l’aumento delle rinnovabili, l’energia solare è quella con la crescita più marcata, con 41 TWh in più prodotti a maggio, un aumento del 78% rispetto all’anno precedente. L’energia idroelettrica è cresciuta del 39% (34 TWh in più), mentre quella eolica è aumentata solamente del 5% (4 TWh in più).
Si pensi, però, che gli investimenti in Cina hanno portato a un fondamentale aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, tanto da renderla sufficiente a coprire l’incremento della domanda energetica del Paese. Nuove fabbriche automotive (e non) ed espansione industriale sembrano ottenere l’aiuto di questa ondata energetica pulita. Con questi ritmi spaventosi e incoraggianti, forse, il 2024 potrebbe essere il primo anno in cui la Cina ridurrà le emissioni di anidride carbonica su base annua.