Il Governo italiano ha avviato un dialogo con Tesla per esplorare la possibilità di costruire una Gigafactory in Puglia. Un progetto molto accattivante, dati i risultati economici messi a segno da Tesla negli ultimi anni e la sua capacità di muoversi in anticipo sulla concorrenza nel comparto elettrico. Fin dalla sua fondazione, la società di Elon Musk ha avuto il merito di credere nelle potenzialità del full electric e le circostanze attuali appaiono per lei davvero interessanti.
Il futuro elettrico di Tesla: dove sorgerà la prossima Gigafactory?
Creare posti di lavoro lungo la penisola sarebbe un grande successo, ma la concorrenza è numerosa e forte. Alla lista si aggiunge ora il nome della Thailandia, che ambisce a diventare il principale hub per la creazione di BEV nella regione del sud-est asiatico. I 3,2 milioni di metri quadri proposti, con la possibilità di alimentare il complesso con energia verde, stuzzicano l’appetito di Tesla, molto interessata alla costruzione di una nuova Gigafactory.
Un incontro tra i dirigenti della compagnia e il primo ministro thailandese, Prayut Chan-o-cha, ha acceso i riflettori sulla possibile candidatura. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Reuters, verso la fine dello scorso anno il Costruttore avrebbe tenuto un sopralluogo per valutare la fattibilità del progetto.
Un pacchetto di incentivi allettante, che si aggiunge ad altri fattori altrettanto degni di considerazione. In secondo luogo, nel poco tempo di permanenza sulla scena locale Tesla ha constatato un notevole potenziale. Le prime consegne dei propri modelli sono avvenute lo scorso anno e il numero di immatricolazioni delle full electric risulta in deciso incremento. Infine, la normativa del territorio prevede sgravi fiscali e contributi per la formazione della manodopera.
I fattori appena enunciati invitano a non sottovalutare la concorrenza. Oltre alla Thailandia, lo Stivale ha il compito di vedersela con l’India, il Canada, il Messico e l’Indonesia. Un gruppo folto e agguerrito. Del resto, la posta in gioco è parecchio elevata, dati i riflessi sul piano occupazionale.
Nella prospettiva italiana, l’insediamento di una Gigafactory servirebbe anche a mandare un messaggio a Stellantis, dopo i recenti botta e risposta. Il numero uno del conglomerato, Carlos Tavares, ha ipotizzato persino un disinvestimento dal Belpaese, a cominciare da Mirafiori e Pomigliano d’Arco. E se è vero che la minaccia è rientrata, con l’annuncio del proposito di costruire un milione di veicoli totali entro il 2030, il dubbio rimane. Attirare Tesla gioverebbe poi alla credibilità della classe politica oggi al potere, di recente attaccata a causa delle lungaggini burocratiche negli incentivi auto 2024.