Il mondo dell’automotive piange uno dei suoi massimi protagonisti: Marcello Gandini, tra le menti più illuminate del XX secolo, coinvolta in numerosi progetti eccezionali, saliti alla gloria. Una figura capace di inventare e reinventarsi, messosi alla prova pure in ambiti estranei alle quattro ruote, quali il design industriale e l’arredo. Soltanto lo scorso gennaio il Politecnico di Torino gli aveva conferito la laurea honoris causa in Ingegneria meccanica. Nemmeno negli ultimi anni si era fermato, indaffarato nel recente periodo con la piattaforma di formazione presso il museo di Doha.
Un visionario al volante: addio a Marcello Gandini, padre della Countach
Marcello Gandini è scomparso improvvisamente a Rivoli (Torino) all’età di 85 anni, lasciando ai posteri un importante retaggio. La sua fama è legata indissolubilmente al suo periodo tra le fila di Bertone, dove, in sostituzione di Giorgetto Giugiaro, ha dato vita a capolavori senza tempo quali le Lamborghini Miura, Espada, Urraco e Countach. Modelli che hanno rivoluzionato il concetto di vetture sportive, binomio di linee avveniristiche e performnace all’avanguardia. Oltre alla Casa del Toro, Marcello Gandini ha conferito look memorabile pure ad altri illustri marchi, a cominciare da Alfa Romeo con Montreal, per passare a Lancia con Stratos, Fiat con la X1/9 e alla Ferrari con la GT4.
Inoltre, ha messo a disposizione tutto il proprio ingegno e competenza nello sviluppo della Mini 90/120, in collaborazione con Innocenti. Certe figura non possono essere sostituite né clonate. Un professionista del calibro di Marcello Gandini farebbe comodo ancora oggi, viste la spiccata fantasia e lo straordinario ingegno. Aveva innato il dono di toccare le corde più profonde dell’anima, mediante delle soluzioni accattivanti, in anticipo rispetto all’epoca. Abbiamo perso il numero di volte in cui ha indicato la via ai colleghi circa lo stile da attribuire alle produzioni.
Gli piaceva affrontare qualunque genere di sfida, con l’entusiasmo tipico di un ragazzino alle prime armi. Padre di uno stile inconfondibile, caratterizzato da geometrie audaci e superfici pulite, ha ispirato generazioni di successori. Nessuno dimenticherà il lascito di un autentico visionario. Spesso adottata a sproposito, questa parola non è un’esagerazione. Le innumerevoli prove di maestria date nei decenni di onorata carriera gli valgono un posto nell’arca della gloria dei numeri uno dei designer italiani e mondiali.