Dazi americani, preoccupazione in Europa per le misure di Trump

Ippolito V
Le prime reazioni ai dazi di Trump da parte dell’industria automobilistica non si sono fatte attendere e molte si sono rivelate critiche.
casa bianca

Nella giornata di sabato, il neoeletto presidente statunitense Donald Trump ha annunciato l’imposizione di nuove tariffe doganali che avranno un impatto significativo sul commercio internazionale. A partire da martedì, infatti, verranno applicati dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e del 10% sui beni provenienti dalla Cina.

La decisione rischia di scuotere diversi settori economici, in particolare quello dell’automotive, che dipende fortemente da componenti e veicoli importati da questi Paesi. Le prime reazioni da parte dell’industria automobilistica, infatti, non si sono fatte attendere e, nella maggior parte dei casi, si sono rivelate critiche nei confronti del provvedimento della Casa Bianca.

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Matt Blunt, presidente dell’American Automotive Policy Council, che rappresenta colossi come Ford, General Motors e Stellantis, ha espresso forte preoccupazione per l’impatto che queste misure potrebbero avere sulla competitività delle case automobilistiche statunitensi. “Continuiamo a ritenere che i veicoli e i componenti che rispettano i rigorosi criteri di contenuto nazionale e regionale previsti dall’USMCA dovrebbero essere esentati da questi nuovi dazi” ha dichiarato Blunt. “Le nostre aziende hanno investito miliardi di dollari negli States per conformarsi a tali requisiti, e ora rischiano di vedere compromessa la loro competitività a causa di tariffe che aumenteranno il costo di produzione dei veicoli, ostacolando al contempo gli investimenti nella forza lavoro americana”.

Dall’Europa arrivano segnali altrettanto preoccupati. La VDA, la più grande associazione tedesca dell’industria automobilistica, ha espresso il proprio dissenso, sottolineando i rischi di un crescente protezionismo. “L’aumento delle tensioni geopolitiche e la diffusione di politiche protezionistiche stanno costringendo le aziende a riorganizzarsi per servire i mercati su base locale sempre più ristretta”, ha dichiarato l’associazione in una nota riportata da Reuters. “Le conseguenze di queste scelte dipenderanno molto dalle specifiche situazioni, ma una cosa è certa: alla lunga, l’isolazionismo non farà altro che creare perdite per tutti i Paesi coinvolti”.

Sul fronte italiano, è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a esprimere preoccupazione per i nuovi dazi imposti da Trump. “Queste misure ci allarmano. Abbiamo già visto simili provvedimenti in passato, anche sotto l’amministrazione Biden”, ha dichiarato Giorgetti. “Gli Americani stanno utilizzando i dazi come uno strumento di politica industriale per riportare le produzioni sul suolo americano. L’Europa deve reagire, iniziando a immaginare nuove strategie per proteggere le proprie industrie, sia a livello comunitario che nazionale”.

ministro giorgetti

Il ministro ha poi evidenziato la necessità di strumenti concreti per tutelare il settore manifatturiero europeo, che rischia di essere schiacciato tra la concorrenza asiatica e le nuove misure statunitensi. “Abbiamo molte opzioni a disposizione, ma servirebbe un utilizzo più intelligente della tassazione ambientale, che finora si è rivelata un clamoroso autogol per tutta l’industria automobilistica europea”, ha concluso.

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