Dazi, gli Stati Uniti potrebbero attenuarli dopo i recenti incontri commerciali con la Cina

Avatar photo
Dazi, si attendono le decisioni finali di Washington dopo i colloqui con la Cina
Un modello BYD

La questione dei dazi commerciali a carico delle auto elettriche cinesi raddoppiati dagli Stati Uniti sono naturalmente oggetto di un intenso dibattito. A renderlo tale gli ormai tradizionali dissapori tra i due Paesi, che sembrano ormai non dipendere neanche dal colore dell’amministrazione di Washington.

A tal proposito occorre però sottolineare come nei colloqui che sono intercorsi alcuni giorni fa, il “pontiere ” Jake Sullivan abbia cercato di presentarsi con uno stile meno aggressivo del solito. Il confronto bilaterale di cui è stato protagonista a Pechino, verteva del resto non solo sulla competizione economica in atto, ma anche su temi più prettamente geopolitici, come la guerra in Ucraina e la situazione del Mar Cinese meridionale, oltre che sugli armamenti nucleari.

Uno dei primi risultati di questi colloqui, è stato il rinvio dell’annuncio relativo alla conferma o meno dei nuovi dazi sui veicoli elettrici, sulle batterie, sulle celle solari e sui semiconduttori prodotti da Pechino. In effetti confermarli a così pochi giorni dalle conversazioni tenute sarebbe suonato alla stregua di una provocazione per la Cina.

Dazi commerciali, gli Stati Uniti si prendono una pausa di riflessione

Gli Stati Uniti hanno deciso di prendersi una pausa di riflessione e rinviare l’annuncio sulla conferma o meno dei nuovi dazi commerciali a carico dei prodotti cinesi. Si tratta in effetti di un atto dovuto alla luce delle parole pronunciate da Jake Sullivan nei colloqui di cui è stato protagonista a Pechino, nei giorni passati.

BYD Atto 3

L’esponente dell’amministrazione Biden ha enunciato nell’occasione una importante premessa, ovvero che la competizione in atto tra le due superpotenze non deve sfociare in un conflitto. E, proprio a proposito dei dissapori di carattere commerciale, ha poi aggiunto: “Abbiamo avuto un vigoroso dibattito sulla questione della sicurezza economica e ho ribadito che gli Stati Uniti si muoveranno per prevenire che le tecnologie avanzate americane siano usate per mettere a rischio la nostra sicurezza sicurezza nazionale”.

Una dichiarazione che è da rapportare alle lamentele cinese sulle restrizioni all’export di tecnologia americana verso il Dragone. Quello che interessava maggiormente all’industria automobilistica, però, era la questione dei dazi emessi a carico delle auto cinesi. Anche perché questa decisione è stata poi seguita da quella canadese.

I dazi commerciali USA contro la Cina: cosa potrebbe accadere

La questione dei dazi sui prodotti cinesi si protrae ormai da alcuni mesi. L’amministrazione Biden, infatti ha annunciato per la prima volta gli aumenti tariffari diversi mesi fa. Un novero che include dazi del 100% sui veicoli elettrici, una tariffa del 50% su semiconduttori e celle solari e del 25% sui minerali chiave delle batterie agli ioni di litio, oltre che su acciaio e alluminio. Se l’implementazione del provvedimento era prevista per il primo giorno di agosto, si sono poi verificati ritardi e, ancora oggi, si attende la decisione definitiva in merito.

Il confronto di Pechino, definito serrato da Sullivan, è in questo momento oggetto di valutazione a Washington. Al proposito, un portavoce del governo ha dichiarato: “Il rappresentante commerciale degli Stati Uniti continua a sviluppare la determinazione finale in merito alle modifiche proposte delle azioni nell’indagine della Sezione 301 degli Atti, delle Politiche e delle Pratiche della Repubblica Popolare Cinese relative al Trasferimento di Tecnologia, alla Proprietà Intellettuale e all’Innovazione. Mentre l’USTR continua questo lavoro, prevediamo di rendere pubblica la determinazione finale nei prossimi giorni”.

Al momento, quindi, non è chiaro se le tariffe pianificate saranno allentate. Il protrarsi delle valutazioni fa del resto capire l’importanza che la decisione sta assumendo. Si tratta in effetti di una di quelle più rilevanti in assoluto dopo la rinuncia dell’attuale inquilino della Casa Bianca a concorrere per un secondo mandato. Quanto verrà deciso sarà poi gestito da Kamala Harris o da Donald Trump.

La contrarietà ai dazi non è soltanto cinese

Occorre sottolineare come non sia esclusivamente Pechino a guardare con malumore ai dazi commerciali elevati a carico dei propri prodotti, a partire dalle auto elettriche. Ford, in particolare, ha chiesto agli Stati Uniti di allentare il dazio proposto del 25% sulla grafite utilizzata negli anodi delle batterie. Il motivo di questa richiesta è facilmente comprensibile: il marchio dell’ovale blu è ancora strettamente dipendente dai fornitori cinesi.

Auto elettriche cinesi

Occorre poi sottolineare come le politiche commerciali erette a scudo contro la penetrazione dei veicoli cinesi stiano procedendo in maniera a dir poco confusa. Ne è testimonianza quanto sta accadendo sul vecchio continente, ove la Commissione europea ha deciso di imporre dazi al 36,3% sulle auto elettriche del Dragone.

Al tempo stesso, però, per quelle prodotte in Cina da Tesla gli stessi sono stati fissati al 9%. In precedenza erano al 20,8% e quanto accaduto è derivante da un ricalcolo chiesto proprio dal marchio californiano. Un ricalcolo che tenesse conto dei sussidi ricevuti da Pechino dalle varie case che hanno eretto stabilimenti lungo il territorio del gigante asiatico.

Se sembra evidente come l’UE intenda costringere i brand cinesi a produrre in Europa, resta però da capire se tale impostazione avrà successo. BYD e le sue sorelle, infatti, potrebbero optare per Paesi come Turchia e Serbia. Stati che, pur non facendo parte dell’UE (e la prima ha peraltro chiesto di entrare nei BRICS) non sono sottoposti a politiche tariffarie.

  Argomento: 
X
Share to...