Dazi Ue, come hanno risposto le aziende in Cina

Ippolito V
Ci sono cinque mesi in cui le parti, la Cina e l’Ue, specie i grandi gruppi, possono discutere, cercando di “comporre” un accordo.
Dazi Ue, come hanno risposto le aziende in Cina

Dazi europei alle auto elettriche cinesi e i produttori europei possono sorridere: no, non è tutto così semplice. Anzi, la decisione scimmiottante la dura presa di posizione americana contro le auto cinesi non sembra partire con le migliori prospettive. La disputa commerciale sui dazi tra Europa e Cina è solo all’inizio, o quantomeno è davanti a noi.

Secondo quanto riportato dal Global Times, martedì ci sarebbe stato un importante incontro riservato tra case automobilistiche europee e cinesi, oltre a varie aziende del settore. I produttori orientali sembrano intenzionati a chiedere a Pechino di aumentare le tariffe sulle auto a benzina provenienti dall’Europa. Poteva andare diversamente da una classica guerra commerciale?

Dazi Ue, come hanno risposto le aziende in Cina

Questa delle tariffe sulle auto europee in risposta ai dazi Ue potrebbe essere una prima e decisa risposta ai dazi annunciati dall’Europa. Tuttavia, nulla è ancora deciso. Per il momento, si tratta solo di dichiarazioni con nessuna conferma o annuncio politico ufficiale. I dazi sull’importazione di auto elettriche cinesi in Europa, però, cascasse il mondo, entreranno in vigore il 2 novembre 2024, e con effetto retroattivo dal 4 luglio.

Rimangono quindi oltre cinque mesi durante i quali le parti, la Cina e l’Ue, ma soprattutto i grandi gruppi, possono discutere, cercando di raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe. Per ogni accordo c’è sempre qualcuno da scontentare, qualcuno che nella partita deve cedere qualcosa in più.

Dazi Ue, come hanno risposto le aziende in Cina

L’Europa accusa la Cina di sostenere ingiustamente la propria industria automobilistica attraverso pratiche di dumping, come agevolazioni fiscali particolarmente vantaggiose. La Cina, da sempre, respinge queste accuse e ha annunciato “contromisure per difendere fermamente i diritti dei propri produttori”. Lo scorso mese un centro di ricerca automobilistica affiliato al governo cinese avrebbe suggerito di aumentare i dazi sulle auto europee a motore termico al 25%, con un incremento del 10% rispetto al tasso attuale. Ma non si ferma tutto alle quattro ruote.

Oltre alle auto, la Cina avrebbe messo nel mirino anche prodotti a base di carne di maiale e latticini provenienti dall’Europa. Questa disputa può facilmente coinvolgere altri settori, ma staremo a vedere nei prossimi mesi.

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