Se n’è parlato molto tra dubbi, paure, protezionismo e difesa dalla minaccia cinese. La proposta della Commissione Europea di introdurre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di auto elettriche a batteria dalla Cina, alla fine della fiera, ha ottenuto una “mezza” approvazione del Parlamento. Con molti astenuti, gli Stati membri dell’Ue, hanno detto sì alle tasse aggiuntive sui veicoli elettrici cinesi, ma passando la palla alla Commissione. In altre parole, si va avanti con i dazi.
L’Unione Europea ha timidamente confermato l’entrata in vigore della misura sulle elettriche prodotte in Cina, ma la guerra commerciale era iniziata molto prima. Il testo finale, insieme al rapporto completo sull’indagine, verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale entro il 30 ottobre. Si può già fare realizzare un quadro completo su quale sarà l’impianto e la struttura dei dazi europei “anti-Cina”.
Innanzi tutto, va ricordato come, nonostante l’adozione imminente dei dazi, la Commissione Europea stia dialogando con la Cina per esplorare soluzioni alternative, che rispettino le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e vadano a monte, agendo sulle “distorsioni economiche” evidenziate dall’inchiesta europea. Tuttavia, l’approvazione è avvenuta nonostante l’opposizione di alcuni paesi chiave, come la Germania.
L’Ue, dando seguito alla sua indagine, ha concluso che gli aiuti di stato cinesi sulle proprie auto elettriche risultano ingiusti e dannosi per la concorrenza. Ecco dunque l’arrivo dei “dazi compensativi aggiuntivi”, oltre a quelli già esistenti, per contrastare il vantaggio competitivo acquisito dai produttori cinesi.
Nel documento figureranno certamente una serie di tassazioni, alcune anche molto pesanti, sui diversi brand cinesi di auto elettriche. Per i veicoli elettrici del gruppo SAIC (che possiede anche MG) importati in Europa si applicherà un dazio aggiuntivo del 36,3%, a cui si somma il 10% già in vigore, portando il totale al 46,3%. Geely, che include marchi come Volvo, Polestar e Lynk & Co, dovrà affrontare un dazio del 19,3% in aggiunta al 10% esistente, mentre per le auto elettriche di BYD l’incremento sarà del 27% (17% di nuovi dazi più il 10% già applicato).
Anche Tesla non è immune a queste nuove misure. Le auto prodotte in Cina e importate in Europa saranno soggette a un dazio aggiuntivo del 9%, portando il totale al 19%. Il regolamento definitivo, atteso entro fine ottobre, chiarirà i dazi applicabili anche ad altri produttori. Le aziende che hanno collaborato con l’indagine dell’Ue vedranno un tetto ai dazi aggiuntivo del 21,3% (portando il totale al 31,3%). Chi ha ostacolato l’inchiesta, subirà un incremento più alto, pari al 36,3%, per un totale del 46,3%.