Dieselgate, torna l’incubo dello scandalo: migliaia di auto da richiamare

Ippolito V
Questo nuovo scandalo non può che richiamare alla mente l’incubo del Dieselgate del 2015, con protagonista la Volkswagen.
denuncia dieselgate, traffico regno unito

Tutti avevamo pensato che le seccature legate alle emissioni fossero finalmente un capitolo chiuso. Fino a qualche ora fa. Già, perché un nuovo scandalo legato al diesel è emerso in Regno Unito e sta minacciando nuovamente il settore automobilistico. Un nuovo Dieselgate è in arrivo?

Il Dipartimento dei Trasporti britannico ha avviato un’indagine che sta esaminando ben 47 modelli di auto di 11 diversi produttori. Il sospetto, come il caso storico di diversi anni fa scoperto in Germania, è che alcune auto diesel emettano livelli di inquinamento superiori a quanto dichiarato.

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Nonostante il Dipartimento britannico non abbia ancora rivelato i modelli coinvolti, fonti vicine al caso suggeriscono che siano coinvolti ben 20 marchi automobilistici in totale. Questo nuovo scandalo, dunque, non può che richiamare alla mente l’incubo del Dieselgate del 2015, quando Volkswagen fu scoperta a manipolare i motori diesel per eludere i test sulle emissioni, con successivi enormi danni economici e legali.

L’attuale inchiesta prende il via grazie alla denuncia del gruppo ambientalista Client Earth, che ha sollecitato maggiore trasparenza sui dispositivi di elusione utilizzati per superare i test sulle emissioni. Il Dipartimento dei Trasporti britannico sta indagando sui cosiddetti “dispositivi di manomissione”, che ovviamente sono proibiti, in particolare su auto diesel prodotte tra il 2009 e il 2019.

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Gli esperti temono che oltre ai 47 modelli già sotto esame, potrebbero esserci fino a 200 auto che rilasciano emissioni oltre i limiti consentiti, un’eventualità che potrebbe portare a un’altra ondata di richiami e risarcimenti. Il rischio per la salute pubblica è elevato, considerando che i dispositivi di disattivazione delle emissioni rilasciano ossidi di azoto, noti per causare problemi respiratori come l’asma e per contribuire (secondo alcuni studi inglesi) a circa 23.000 morti premature ogni anno nel Regno Unito.

L’autorità dei Trasporti ha ribadito l’illegalità di tali dispositivi, sottolineando che il loro impiego è ingannevole per i consumatori e pericoloso per la salute. Nel frattempo, le case automobilistiche sono chiamate a fornire spiegazioni sul possibile “nuovo Dieselgate”. Da capire, nei prossimi giorni, le possibili implicazioni legali di queste nuove indagini.

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