Donald Trump sembra intenzionato ad abolire il credito d’imposta federale di 7.500 dollari per i veicoli elettrici, nonostante il suo recente cambio di posizione sulla mobilità sostenibile. È stato lui stesso ad affermare il suo scarso gradimento nei confronti degli incentivi fiscali, in linea con posizioni già ampiamente espresse nel passato più o meno recente.
Nonostante il tycoon abbia ricevuto l’importante endorsement del CEO di Tesla, Elon Musk, la sua decisa contrarietà di un tempo verso i veicoli green sembra destinata a restare in qualche modo sul tavolo. Dando luogo ad una decisa divaricazione verso le posizioni che sono invece tipiche degli avversari democratici. Posizioni del resto espresse da quel Green New Deal che proprio il candidato repubblicano ha di recente bollato alla stregua di una truffa.
C’è però una possibile sorpresa dietro l’angolo, proprio sul tema. Potrebbe infatti, in caso di sua rielezione alla Casa Bianca, cercare di attrarre produttori cinesi sul suolo statunitense. Per farlo, potrebbe prospettare loro proprio gli incentivi fiscali. Una posizione quindi molto più articolata di quelle che erano da lui portate avanti un tempo.
Donald Trump non ha ancora preso una decisione sugli incentivi fiscali
L’ex presidente e attuale candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump, si è nuovamente espresso contro gli incentivi fiscali. Lo ha fatto nel corso di un evento della sua campagna elettorale a York, in Pennsylvania, rilasciando però dichiarazioni aggiuntive che lasciano il campo aperto alle più disparate ipotesi. In particolare, ha avvertito di non aver ancora preso una decisione definitiva sul credito di imposta riservato per i veicoli elettrici.
Queste le precise parole al riguardo rilasciate in una intervista concessa a Reuters: “I crediti d’imposta e gli incentivi fiscali non sono generalmente una cosa molto buona. Non sto prendendo decisioni definitive in merito. Sono un grande fan delle auto elettriche, ma sono anche un fan delle auto a benzina, e anche delle ibride e di qualsiasi altra cosa capiti”.
Se Trump non è ancora pronunciato sul futuro del credito d’imposta per i veicoli elettrici, ha poi affermato la sua intenzione di revocare le norme attuate dall’amministrazione Biden nel settore. In particolare, quelle che dovrebbero costringere le case automobilistiche a costruire più veicoli elettrici e ibridi plug-in al fine di riuscire a soddisfare standard rigorosi sulle emissioni.
I piani di Trump per l’industria automobilistica
Trump ha messo in evidenza il fatto di avere altri piani per l’industria automobilistica statunitense. In particolare, ha detto che cercherà di scoraggiare le esportazioni di veicoli costruiti localmente da Ford, GM e Stellantis. Inoltre, potrebbe imporre anche tariffe tese a impedire ai produttori di automobili cinesi di costruire fabbriche in Messico usando il vicino come base per poi esportare auto negli Stati Uniti.
La vera sorpresa è però nel fatto che l’ex Presidente sembra aperto alla possibilità che le case automobilistiche cinesi vendano i loro veicoli negli Stati Uniti. A patto che gli stessi siano costruiti lungo il territorio nazionale. Queste le sue parole, al riguardo: “Daremo incentivi e se la Cina e altri paesi vorranno venire qui e vendere le auto, costruiranno qui degli stabilimenti e assumeranno i nostri lavoratori. Faremo le nostre auto. Voglio fare le nostre auto”.
Sembra quindi evidente l’intenzione di attrarre chiunque intenda costruire auto, di qualsiasi genere, negli Stati Uniti. Dando in tal modo impulso alla nascita di nuovi posti di lavoro nell’industria automobilistica. Tanto da utilizzare all’uopo anche quegli incentivi che pure non sembrano essere nelle sue corde.
Il ruolo di Elon Musk nella prossima amministrazione repubblicana
Nel dell’evento tenuto a York, Donald Trump ha anche affrontato il tema relativo al supporto ricevuto da Elon Musk. Com’è noto, l’uomo più ricco del globo ha deciso di scendere in campo al suo fianco. Una discesa in campo testimoniata dalla recente intervista che il fondatore di Tesla ha condotto nei riguardi di Trump su X. Un evento che è stato seguito da centinaia di milioni di persone e che ha procurato a Musk l’accusa di aver reso il suo social uno strumento politico a tutti gli effetti.
Nel caso in cui il candidato repubblicano prevalesse nella sfida contro Kamala Harris, proprio al fondatore di Tesla potrebbe essere riservato un ruolo di spicco nella nuova amministrazione. In particolare, il miliardario di origini sudafricane potrebbe anche essere nominato per un ruolo consultivo o di gabinetto. Riferendosi a lui, Trump ha affermato che si tratta di un uomo molto intelligente. E che lo nominerebbe sicuramente, se questi avesse l’intenzione di accettare un ruolo di rilievo.
Occorre anche sottolineare come la relazione tra Donald Trump e Elon Musk stia in questi giorni destando nuove polemiche. Causate da alcune dichiarazioni rilasciate nel corso dell’evento condotto su X dai due personaggi. Dichiarazioni le quali hanno spinto i sindacati statunitensi ad aprire un nuovo fronte di guerra.
La UAW ha denunciato Donald Trump e Elon Musk: vediamo i motivi
Il sindacato United Workers of America ha sporto una denuncia federale contro Donald Trump e Elon Musk. A causarla alcuni spezzoni della conversazione tenuta su X dai due, nel corso dei quali è stato affrontato il discorso relativo alle organizzazioni di difesa dei lavoratori.
Se ancora non è chiaro quali parti della conversazione abbiano condotto alla denuncia, il numero uno di UAW, Shawn Fain, si è espresso in maniera molto dura nei riguardi dei due personaggi denunciati. Queste le roventi parole da lui pronunciate, al riguardo: “”Quando diciamo che Donald Trump è un crumiro, questo è ciò che intendiamo. Quando diciamo che Trump si oppone a tutto ciò che rappresenta il nostro sindacato, questo è ciò che intendiamo”.
Fain ha poi rincarato la dose: “Donald Trump si schiererà sempre contro i lavoratori che si fanno avanti per sé stessi, e si schiererà sempre con miliardari come Elon Musk, che sta versando 45 milioni di dollari al mese a un Super PAC per farsi eleggere. Sia Trump che Musk vogliono che la classe operaia si sieda e stia zitta, e ne ridono apertamente. È disgustoso, illegale e del tutto prevedibile da parte di questi due pagliacci”.
Toni quindi durissimi, che fanno capire l’aperta ostilità dei sindacati nei confronti del candidato repubblicano. Richiesto di un parere sulle dichiarazioni di Shawn Fain, il CEO di Tesla non ha a sua volta optato per smussare la discussione e ricondurla in un alveo più tranquillo. Su X ha infatti ricordato che gli ultimi due presidenti di UAW sono finiti in prigione per aver intascato tangenti. Aggiungendo che potrebbero presto essere raggiunti dall’attuale numero uno del sindacato.