Dongfeng è uno dei marchi automobilistici cinesi con maggiore tradizione. Fondata nel 1969, l’azienda è di proprietà statale ed è conosciuta soprattutto perché, a partire dal 1992, ha iniziato a produrre, tramite joint venture con produttori occidentali, veicoli Peugeot, Citroën e Nissan.
A partire dal 2020, Dongfeng Motor Corporation ha però deciso di concentrarsi sulla creazione e sulla commercializzazione dei propri marchi, come Voyah o MHero. Ora, sta entrando in Europa con la Voyah Free e Dream, la MHero 1 e con la Dongfeng Box , un’auto urbana a cinque porte da 4,03 metri e passo 2,66 metri che, in Cina, viene lanciata come Dongfeng NAMMI 1. Andiamo quindi a fare la conoscenza con quest’ultima.
Dongfeng Box, vediamola da vicino
Dongfeng Box arriva in Europa, per ora, con un motore elettrico da 70 kW/93 CV associato a una batteria da 42,3 kWh. Un assetto con cui, secondo il ciclo europeo WLTP, è possibile arrivare ad un’autonomia di 310 chilometri nel ciclo combinato, salendo a 340 su percorsi completamente urbani.
Con una capacità di ricarica in corrente continua di 75 kWh l’auto può essere ricaricata dal 20% all’80% in 30 minuti. In alternativa si può ricorrere al collegato AC, che consente al veicolo di essere ricaricato al 100% in un arco temporale di circa 6,5 ore.
Per quanto concerne la dotazione, occorre sottolineare la sua effettiva completezza. La Dongfeng Box è infatti dotata di connessione wireless al telefono cellulare con sua rappresentazione sullo schermo, connettività con Android Auto e Car Play wireless tramite un adattatore aftermarket incluso dal marchio include nel modello, telecamera a 360°, sedili con regolazione elettrica (per il conducente), ventilati e riscaldati, e ruote da 17”.
E, ancora, quattro alzacristalli elettrici di serie, climatizzatore, avviamento automatico con la chiave all’interno e una marcia inserita, maniglie delle porte a filo carrozzeria e tecnologia V2L per utilizzare l’auto per ricaricare altri dispositivi.
È disponibile in tre colori, ovvero bianco, blu e viola, cui dal prossimo gennaio andrà ad affiancarsi anche il grigio, con la possibilità di abbinare quest’ultimo e il blu al tetto bianco, senza alcuna aggiunta di prezzo.
Dongfeng Box, gli interni sono di qualità
Gli interni della Box sorprendendo per l’utilizzo di materiali molto raffinati per il segmento B, a partire dalle plastiche testurizzate sulla parte superiore della plancia e dai rivestimenti tessili sulla parte centrale della consolle e sulle porte, che presentano un elegante motivo romboidale.
Come già accade nei modelli più moderni, il design della consolle centrale presenta linee e volumi semplici interrotti esclusivamente dalla presenza di uno schermo multimediale centrale da 12 pollici. Mentre il conducente dispone di un altro schermo che funge da quadro strumenti e si abbina a un volante con comandi multimediali i quali permettono di controllare l’impianto audio, le telefonate, il limitatore e il controllo della velocità.
Il problema principale deriva dall’assoluta assenza di pulsanti sul cruscotto. Tutte le funzioni sono gestite dallo schermo centrale, costringendo a distogliere lo sguardo dalla strada, oltre a presentare una ridondanza di menu e una grafica ridotta.
I sedili sono comodi, solidi e morbidi, con l’assenza di una console centrale che consente anche agli occupanti alti di viaggiare molto comodamente senza pericoli di sbattere le ginocchia. Su quelli posteriori, possono trovare comodo alloggio tre adulti, con un neo rappresentato dal fatto che i poggiatesta possono risultare bassi per chi oltrepassi 1,75 metri in altezza.
Un neo compensato dal fatto che la Dongfeng Box propone un passo decisamente considerevole per il suo segmento: 2,66 metri. Tale da impedire che, sui sedili posteriori, anche i passeggeri più alti di 1,90 metri possano sfiorare gli schienali dei sedili anteriori con le ginocchia.
Altra sorpresa del veicolo è data dal bagagliaio, la cui capacità si attesta a 326 litri. La distanza di circa 20 centimetri tra pavimento e soglia di carico, infatti, obbliga l’utente che trasporta oggetti pesanti a lasciarli cadere riponendoli al suo interno. Inoltre, non c’è spazio per riporre il cavo, né ganci per appendere borse o anelli in modo da ancorare il carico.
Al volante con tre programmi di funzionamento
Per chi si mette al volante della Box, la prima cosa da notare è che, sempre dallo schermo centrale, il guidatore può scegliere tra tre programmi di funzionamento, in modo da scaglionare potenza e risposta del motore: Eco, Comfort e Sport .
Se il primo genera una scarsa risposta ed è riservato all’uso urbano, il secondo permette di viaggiare agevolmente sulle strade interurbane e a velocità sostenuta in autostrada. Mentre il terzo è ideale per chi intende effettuare comodi sorpassi.
Anche la frenata prevede tre livelli di recupero, da selezionare sullo schermo centrale: Debole, Medio e Forte, ben regolati e differenziati. Una buona impressione che coinvolge l’intero impianto frenante, grazie ad una pedalata omogenea e ben calibrata, tale da consentire una comoda morsa progressiva. Con lo sterzo che, a sua volta, mostra un buon tocco denotando buona velocità.
Per quanto riguarda la potenza, è più che sufficiente per il peso dell’auto che, nonostante il marchio non lo abbia indicato, non sembra molto elevato.
Infine, le sospensioni, che risultano comode e in grado di controllare agevolmente sia il beccheggio in frenata che l’accelerazione improvvisa e il rollio nelle curve lente.
Il prezzo sembra non proprio da auto cinese
In Italia, il prezzo della Dongfeng Box partirà da 23.300 euro, considerato molto interessante per il segmento B. Almeno questo è il prezzo annunciato prima che l’UE sanzionasse il gruppo con dazi aggiuntivi pari al 20,7%. Un’aggiunta che, stando alle indiscrezioni circolate, già è tenuta in conto nel listino ufficiale, il quale non dovrebbe essere ritoccato nei prossimi mesi. Da sottolineare che fonti dell’azienda indicano in circa 3mila euro il peso dei dazi sul prezzo finale.
Se si tratta di un prezzo discretamente alto ove raffrontato alla Dacia Spring (17.900 euro) o alla Leapmotor 03 (18.900 euro), è però inferiore ai 23.900 della Citroën ë-C3. Per quest’ultima, inoltre, si tratta della versione You, la quale prevede una dotazione meno ricca di quella della Box, formata da climatizzatore manuale, sensori di parcheggio posteriori, fari a led e copricerchi da 16”. In definitiva, quindi, se il prezzo non è propriamente da auto cinese, è comunque competitivo.