Dongfeng, i piani per conquistare l’Europa includono anche veicoli termici e ibridi

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Dongfeng ha svelato i piani per conquistare l’Europa al recente salone dell’auto di Torino
Dongfeng Box

Dongfeng non nasconde i suoi piani per la conquista dell’Europa. Del tutto logici per un’azienda che può far leva su tre marchi ed è stato capace, nel corso del 2023, di vendere quasi due milioni e mezzo di vetture. Anche se nel corso degli ultimi giorni l’azienda ha affermato di non essere intenzionata ad aprire siti produttivi dedicati ad auto elettriche lungo il territorio continentale, l’attenzione dei media nei suoi confronti è comunque molto elevata. Come dimostra quella riservata ai suoi modelli presentati al salone dell’auto di Torino che si è appena chiuso.

Dongfeng, il primo obiettivo è quello di una rete di vendita adeguata in Europa

Conquistare un’importante fetta di mercato in Europa: questo è il piano che il marchio cinese Dongfeng ha illustrato in una conferenza stampa organizzata a margine del Salone Auto Torino 2024. Un evento nel corso del quale l’azienda è sbarcata con due dei modelli destinati a essere parte integrante di una gamma di veicoli estremamente articolata.

Dongfeng Box

Le due vetture sono la Dongfeng Box e la Voyah Courage, il secondo presentato dal marchio riservato ai veicoli di fascia più alta del gruppo, e rappresentano soltanto un’avanguardia. La casa cinese, infatti, non nasconde l’intenzione di allargare la sua proposta con una miriade di vetture e veicoli commerciali. Una gamma che, a sorpresa, dovrebbe includere anche veicoli, compresi quelli commerciali, dotati di motori termici e ibridi, di fascia media.

Il raggiungimento di un’ampia clientela, però, passa dalla formazione di una rete di vendita capillare. E proprio questo rappresenta, al momento, il vero obiettivo di Dongfeng. Il quale sarà reso possibile dal partner finanziario della casa, quella CA Auto Bank la quale renderà disponibili le diverse soluzioni di acquisto noleggio o leasing.

Già entro la fine dell’anno dovrebbero ammontare a oltre 100 le concessionarie del marchio, un numero destinato a crescere di altre sessanta unità nel 2025. La prima di esse, peraltro, ha aperto i battenti proprio in provincia di Torino, a Moncalieri, presso lo Spazio Group. Si può dire quindi, che Dongfeng è già arrivata in Piemonte, anche se non si tratta di quello stabilimento di cui si è molto discusso nelle passate settimane.

Dongfeng non aprirà stabilimenti in Italia, almeno per ora…

La presentazione di Voyah Courage e Dongfeng Box a Torino era naturalmente attesa proprio per le indiscrezioni circolanti al proposito. Alimentate anche dalle proposte arrivate dal territorio piemontese, ultima delle quali quella dell’ex Embraco di Riva Presso Chieri.

Sotto questo punto di vista, è stata proprio l’azienda a spegnere con una secchiata di acqua gelida le voci (e il possibile fastidio del governo Meloni, testimoniato dalle dichiarazioni stralunate di Matteo Salvini contrarie ad un’invasione cinese che non esiste neanche sulla carta).

Voyah Courage

Dongfeng ha infatti escluso, per ora, l’ipotesi di aprire uno stabilimento in Europa. Parole che, però, stranamente sono arrivate solo a seguito dell’invito del governo di Pechino a non aprire siti produttivi in Europa. Resta da capire ora in cosa realmente consista tale invito. Potrebbe infatti essere semplicemente un mezzo di pressione sull’Unione Europea, in un momento in cui gli stabilimenti delle case continentali, a partire da quelli Volkswagen, sembrano destinati alla chiusura.

La questione dei dazi contro le auto elettriche prodotte in Cina potrebbe infatti essere aggirata dalle case del Dragone aprendo i loro lungo il territorio continentale. Il governo cinese, però, sembra ormai deciso a risolvere definitivamente la questione. Lo dimostra il preventivato viaggio del Ministro del Commercio cinese Wang Wentao, che volerà a Bruxelles il 19 settembre prossimo per un incontro con Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione dell’Ue.

Un incontro che avverrà in un quadro sempre più aperto. A renderlo tale la discesa in campo dei pontieri, a partire dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. Proprio lui, infatti, ha affermato l’inutilità di una guerra commerciale tra UE e Cina. Dalla quale, peraltro, il vecchio continente potrebbe uscire con non pochi danni.

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