Per ammortamento, nel settore automobilistico, si intende la diminuzione del valore di un veicolo nel tempo. Un deprezzamento legato a una combinazione di fattori, tra cui usura, progressi tecnologici e cambiamenti nella domanda di mercato.
L’ammortamento è un tema importante, in quanto può avere conseguenze di largo raggio sul valore della possibile rivendita di un veicolo. Lo sanno benissimo coloro che hanno optato per un veicolo prodotto da Tesla, nel corso degli ultimi anni. Nonostante le sue notevoli caratteristiche, a partire dal design elegante, dalla tecnologia all’avanguardia e dalle prestazioni impressionanti, tali da produrre una vera e propria fascinazione nei consumatori, il suo tasso di svalutazione è infatti spesso più elevato rispetto ai propri omologhi.
Proprio per cercare di far luce sul tema, iSeeCars ha elaborato uno studio completo relativo ai tassi di svalutazione riguardanti oltre 1,1 milioni di veicoli che sono stati venduti negli Stati Uniti tra novembre del 2022 e ottobre di quest’anno. I risultati sono ora stati resi pubblici.
Svalutazione Auto elettriche lo studio
Lo studio condotto da iSeeCars ha provveduto a svelare le tendenze sui tassi di deprezzamento delle Tesla Model S, Model X e Model 3. Tra di loro, è stata la Model S ad emergere tra i veicoli di lusso per il tasso di deprezzamento quinquennale più significativo. Il suo valore di mercato è infatti letteralmente crollato, con un deprezzamento pari al 55,5%.
Un trend che ha visto infine il veicolo classificarsi al 19° posto nella categoria “Top 25 veicoli con il più alto ammortamento a 5 anni” e al 5° (la posizione più bassa in classifica) nella “Classifica dei veicoli elettrici per ammortamento a 5 anni”. La percentuale di deprezzamento solleva non poche preoccupazioni per i potenziali acquirenti che pensano magari di rivendere o permutare un veicolo entro cinque anni dall’acquisto. Chi rientra in questa categoria farebbe meglio a cercare di comprendere appieno le implicazioni finanziarie a lungo termine del possesso di una Model S.
Nello stesso periodo, il SUV di lusso Model X si deprezza a sua volta del 49,9%. Un dato di fatto che lo pone al terzo posto tra i primi cinque veicoli elettrici in termini di deprezzamento quinquennale. Mentre si attesta ad “appena” il 42,9% la perdita di valore della più economica Tesla Model 3, sempre in un arco quinquennale. Nonostante il suo dato sia sostanzialmente migliore rispetto ai modelli di fascia alta, non basta per evitargli di essere comunque su livelli di deprezzamento superiori alla media relativa al totale dei veicoli oggetto dell’indagine.
Occorre al tempo stesso sottolineare come il deprezzamento dei veicoli elettrici si attesti su una media del 49,1%, in un termine di cinque anni. A fronte di un dato medio per tutti i veicoli pari al 38,8%. Un ulteriore dato di riflessione per chi è ancora indeciso tra motori termici e full electric.
Classifica dei veicoli elettrici in base all’ammortamento quinquennale
Rango | Modello | Ammortamento medio quinquennale |
1 | Tesla model 3 | 42,9%. |
2 | Tesla Model X | 49,9%. |
3 | Nissan Leaf | 50,8%. |
4 | Chevrolet Bolt EV | 51,1%. |
5 | Tesla Model S | 55,5%. |
EV medio | 49,1%. |
Perché i veicoli elettrici si svalutano in maniera così significativa?
Uno dei principali motivi è da ricercare nel fatto che hanno effettivamente rivoluzionato i trasporti, promettendo aria più pulita a favore di un pianeta sempre più stressato dal punto di vista ambientale. Proprio la tecnologia utilizzata, però, rischia di presentare un conto estremamente salato ai consumatori.
Per cercare di dare vita a modelli sempre più performanti e ridurre i costi di produzione, le case automobilistiche stanno investendo in maniera massiccia per cercare nuove e più performanti soluzioni. I progressi sono effettivamente significativi, ma rischiano al tempo stesso di rendere obsoleti i prodotti precedenti in tempi molto più rapidi del normale. Non stupisce, quindi, la riluttanza ad acquistare quelli usati, con prevedibili ricadute sui prezzi.
Per capirlo basta esaminare la questione relativa alla batteria, il vero e proprio cuore di ogni veicolo elettrico. Il suo degrado rappresenta un fatto di grande rilevanza, destinato ad influenzare il prezzo e a causare un ampio tasso di svalutazione. Nonostante i significativi miglioramenti degli ultimi anni, gli alimentatori ancora oggi sono destinati a subire una graduale perdita di capacità nel tempo, con ripercussioni sull’autonomia e sulle prestazioni complessive del veicolo. La possibilità che si presenti la necessità di costose sostituzioni può in effetti rappresentare un disincentivo per i possibili acquirenti, riflettendosi in tassi di svalutazione più elevati.
Il peso degli incentivi
I governi di ogni parte del mondo hanno messo in campo una lunga serie di incentivi nel preciso intento di promuovere la mobilità sostenibile. Si tratti di sconti o crediti d’imposta, tali incentivi sono in effetti stati preziosi per una iniziale riduzione del costo iniziale di un veicolo elettrico. Al tempo stesso, però, possono andarne anche a gonfiare in maniera artificiale il prezzo. Una volta scaduti o ridotti, il valore di mercato dei veicoli elettrici potrebbe non essere più in grado di reggere allo stesso modo dei veicoli a benzina.
Il rapido deprezzamento cui vanno incontro le auto elettriche, comporta implicazioni sia per gli acquirenti che per i venditori. Proprio per questo, se si intende procedere all’acquisto di un veicolo green, occorre considerare l’ampiezza della sua riduzione con l’avanzata del tempo. Prima di apporre la propria firma sul contratto d’acquisto tale svalutazione andrebbe messa in conto e rapportata alle proprie personali esigenze.
Un possibile rimedio ai tassi di ammortamento troppo elevati delle macchine elettriche potrebbe essere l’acquisto di un modello usato. In effetti le auto di seconda mano possono far risparmiare molte risorse. Prima di procedere, però, occorre ispezionare al meglio l’auto, per capirne l’effettivo stato. Nel caso si intenda poi rivenderlo, la strada migliore è rappresentata da un acquirente privato.
L’influenza della pandemia sul mercato automobilistico
Lo studio di iSeeCars ha anche affrontato il tema relativo all’impatto della pandemia di Covid sul mercato automobilistico. Il punto di partenza in tal senso è stato quello relativo alla riduzione della produzione di nuove auto nel periodo in questione, che mixandosi alla limitazione dell’offerta di auto usate si è riflessa in un miglioramento generale del mantenimento del valore di tutti i veicoli. L’ammortamento medio quinquennale è infatti sceso al 38,8%, rispetto al 49,6% del 2019.
Le interruzioni della produzione e delle catene di fornitura generate dalla pandemia hanno comportato una significativa diminuzione della produzione di nuove auto. Un calo che ha comportato ripercussioni sia sulle scorte di modelli nuovi che usati.
Le ricadute finanziarie e in termini di abitudini di viaggio, hanno spinto molti consumatori a preferire i modelli di seconda mano a quelli appena usciti di fabbrica. La crescita nella domanda di modelli usati ha avuto come conseguenza una maggiore conservazione del valore sia dei veicoli elettrici che dei veicoli a benzina.
Inoltre, il fatto che gli utenti stradali hanno dovuto trascorrere una maggior quantità di tempo all’interno delle proprie abitazioni, a causa dei lockdown più o meno estesi, ha avuto come conseguenza una minore necessità di ricambio nel parco auto. Una tendenza che ha dal canto suo contribuito a un ulteriore miglioramento della conservazione del valore di veicoli elettrici e a benzina.