La Corte dei Conti europea (Eca) ha pubblicato un report che lancia un allarme sulle emissioni di anidride carbonica delle auto nel Vecchio Continente. A dispetto delle normative più stringenti, della presa di coscienza da parte dei guidatori e della transizione già compiuta dalle Case, gli ultimi valori sono tutto fuorché rassicuranti. Negli ultimi 12 anni, le emissioni totali delle vetture immesse in commercio non sono quasi diminuite. In particolare, l’impatto negativo dei mezzi diesel rimane su valori costanti, mentre gli esemplari a benzina hanno registrato un lieve progresso, pari ad appena il 4,6%.
La causa della situazione venutasi a creare è da ricercarsi nell’incremento della massa e della potenza dei veicoli, rei di compensare i giri di vite sulle emissioni. Se andrà avanti allo stesso ritmo, l’industria potrà avere dei seri effetti. Non che la situazione generale sia già idilliaca: basta aprire un quotidiano qualsiasi per avere un quadro allarmante.
Emissioni auto in Europa: i valori sono scesi di poco in oltre un decennio
L’unica via da percorrere è la massiccia diffusione delle BEV. Infatti, le macchine a batteria hanno contribuito a tagliare la quantità di sostanze nocive su strada osservate nel recente periodo. Dire che sia facile è, ovviamente, ben altro discorso, specialmente alle attuali condizioni di mercato. Gli elevati prezzi di listino delle BEV impongono una presa di coscienza pure della classe politica, pertanto, la Francia ha attivato il leasing sociale.
Dopo un’assidua campagna, il presidente della repubblica d’oltralpe, Emmanuel Macron, ha trovato la chiave di volta. Entro certi limiti, giacché il bacino di potenziali fruitori della manovra è sensibilmente inferiore rispetto alle previsioni iniziali. Il notevole dispendio economico della manovra ha determinato una rivisitazione piuttosto significativa in proposito. In merito, invece, all’Italia, il governo è sul punto di confermare gli incentivi auto. Introdotti dapprima dall’esecutivo diretto da Mario Draghi nel 2022, il tesoretto stanziato sarà più generoso che mai, con i milioni di euro non spesi degli anni passati.
Comunque, l’elettrificazione del parco auto nell’Unione Europea rimane un’impresa ardua. I costi delle BEV rimangono parecchio significativi, soprattutto imputabili agli accumulatori. Inoltre, la rete di ricarica va ulteriormente ampliata. Nel frattempo, il Partito Popolare Europeo (Ppe) si schiera contro lo stop a benzina e diesel dal 2035. La forza di centrodestra, il partito preponderante del Parlamento comunitario, ha ribadito in modo deciso la rispettiva posizione nel programma elettorale in vista delle elezioni.
Lo studio rilasciato dall’Eca è un chiaro segnale del bisogno di accelerare nel processo, altrimenti gli obiettivi climatici fissati per il 2030 e il 2050 saranno fuori portata. Un compito improbo, ma l’attualità obbliga ad assumere dei provvedimenti. Con un impegno comune, l’UE ha la facoltà di centrare i traguardi prefissati e migliorare la qualità dell’aria nei maggiori centri urbani.