Euro 7, i costi esorbitanti potrebbero comportarne lo slittamento

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Per ovviare, la Spagna sta elaborando un documento di compromesso
Regolamento Euro 7

La nuova normativa Euro 7 sulle emissioni inquinanti è stata fonte di un dibattito estremamente movimentato. Il motivo delle tante polemiche che ne hanno costellato il cammino è da ricercare soprattutto nel fatto che i nuovi limiti indicati al suo interno sono considerati irrealistici da molti. A partire da quell’industria automobilistica che con le nuove norme dovrebbe convivere, tra molte difficoltà. Proprio per questo motivo molti da tempo ne chiedono una profonda revisione.

Tra coloro che stanno cercando di mediare tra le esigenze ambientali e quelle produttive, si sta proponendo ora la Spagna. Stando a quanto riferito dalla Reuters, infatti, il governo di Madrid sarebbe all’opera per dare vita ad un documento in grado di stabilire un efficace punto di mediazione. Quindi caratterizzato da una serie di importanti modifiche rispetto alla proposta originale della Commissione europea.

Tra le modifiche in questione, ci sarebbe una riduzione dei limiti relativi alle emissioni e il posticipo delle scadenze previste a carico dei costruttori automobilistici. Il secondo, in particolare, è un punto che ha provocato notevole avversione nelle case che producono autoveicoli, in quanto impone una conversione produttiva tale da risultare molto costosa, senza peraltro garantire il reale conseguimento di risultati ambientali in grado di valere lo sforzo sostenuto.

Una posizione, quest’ultima, che ha del resto trovato una sponda in otto Paesi, tra cui Francia e Italia. Secondo loro, infatti, le regole di Euro 7 sarebbero una forzatura, considerato che le aziende del settore si trovano già sotto grande pressione. Una pressione derivante in particolare dalla necessità di rispettare il divieto alla commercializzazione di nuovi veicoli basati su motori termici, che scatterà nel 2035.

Regolamento Euro 7

Il documento della Spagna su Euro 7

Il documento della Spagna arriva in un momento molto particolare. In contemporanea, infatti, è alle porte quello relativo agli e-fuel, altro campo di discussione che sta provocando non poca agitazione nell’opinione pubblica. La svolta green dell’Unione Europea, infatti, pur essendo a parole accettata da tutti, sta procedendo con modalità che sembrano fatte apposta per incontrare decise resistenze.

Come sta avvenendo per il regolamento Euro 7, sul quale ora il governo di Madrid sta cercando di mettere una toppa in grado di accontentare tutte le parti. Stando a quanto è trapelato nel corso delle ultime ore, infatti, i funzionari iberici avrebbero stilato un documento di compromesso. Nella bozza elaborata, in particolare, sarebbe previsto un arco temporale di 24 mesi entro il quale le aziende interessate dovrebbero essere in grado di adeguare le automobili e i furgoni prodotti al nuovo regolamento sulle emissioni dopo la sua entrata in vigore. Un periodo che raddoppierebbe poi per autobus e camion sopra le 3,5 tonnellate.

La motivazione addotta dai tecnici che hanno concorso alla formazione del documento sarebbe la forte preoccupazione espressa da alcuni Paesi in relazione agli investimenti che sarebbero necessari ove l’impostazione restasse quella congegnata in sede UE. Investimenti aggiuntivi a quelli già previsti per l’auspicata elettrizzazione e che sono reputati eccessivi rispetto ai benefici che produrrebbero, a livello ambientale.

Proprio per quanto concerne i limiti sulle emissioni, dalle notizie che stanno filtrando sembra che la bozza del documento non ne prevedrebbe modifiche rispetto a quelli che sono già in vigore per effetto dell’attuale normativa Euro 6. Allo stesso tempo si vocifera di trattative ancora in corso, senza che sia stata presa alcuna decisione al riguardo.

A proposito di Euro 7

Euro 7 rappresenta la proposta elaborata dalla Commissione europea nel preciso intento di riuscire a dare un contributo sostanziale alla riduzione dell’inquinamento ambientale. Il suo raggio d’azione riguarda i nuovi veicoli che saranno venduti lungo l’eurozona e mira a conseguire l’obiettivo di inquinamento zero del Green Deal europeo.

Dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2025 (dal 1° luglio 2027 per i mezzi pesanti) e, sin dall’inizio ha destato grandi timori tra i produttori di autoveicoli. Il suo obiettivo di fondo è molto chiaro: rendere i veicoli accessibili ai consumatori, senza però compromettere la competitività dell’Europa. In questa ottica si mira a fare in modo che i veicoli circolanti sulle strade continentali siano in grado di non compromettere la qualità dell’aria.

Naturalmente la maggiore attenzione è riservata alla diffusione delle auto elettriche e per favorirne una diffusione sempre più larga, la Commissione europea ha indicato una direzione ben chiara alle aziende interessate. Per ridurre le emissioni nocive, le case dovranno dare luogo ad una vera e propria svolta, tale da comprendere anche le nuove tecnologie digitali.

Dovranno essere stabiliti limiti uguali per le auto alimentate a benzina e quelle alimentate a diesel, con limite NOx a 60 mg/km. Inoltre, si punterà a un nuovo limite per le emissioni di ammoniaca (NH3), il cui valore massimo sarà portato a 20 mg/km.  Per effetto di questa impostazione, nel 2035 tutte le auto e i furgoni venduti all’interno dell’UE avranno zero emissioni di CO2.

A cosa serve la nuova normativa

Resta però un problema, quello derivante dal fatto che ancora nel 2050 è previsto il persistere di una quota di veicoli, leggeri o pesanti, che circolando lungo le strade continueranno ad emettere sostanze nocive. Una percentuale pari al 20% che rende necessario un rimedio normativo, ovvero Euro 7.

Stando ai dati riportati all’interno dello studio elaborato dalla Commissione europea, il trasporto su strada rappresenta al momento la principale fonte di inquinamento atmosferico nei centri abitati. Per capire meglio l’affermazione, occorre ricordare che nel corso del 2018 più del 39% di NOx e il 10% delle emissioni primarie di PM2,5 e PM10 nell’Ue derivavano proprio dal trasporto su strada. Percentuali che, però rappresentavano una media ed erano molto più elevate all’interno delle città.

Grazie all’entrata in vigore della nuova normativa, nel 2035 le emissioni totali di NOx provocate dagli autoveicoli e dai furgoni dovrebbe ridursi nell’ordine del 35% nei confronti di Euro 6. Mentre si dovrebbe attestare intorno al 56% il calo se raffrontato alla norma relativa a camion e autobus. E, ancora, dovrebbe posizionarsi intorno al 13% il calo di emissioni nocive collegate ai tubi di scappamento di automobili e furgoni, contro il 39% in meno di quelle rilasciate da camion e autobus. Infine, si dovrebbe verificare un taglio del 27% per quanto riguarda la produzione di particelle provocate dai dispositivi di frenaggio degli autoveicoli.

Obiettivi quindi ambiziosi, che comportano però costi ritenuti eccessivi dai produttori di auto e da alcuni governi. Alle istituzioni continentali spetta ora il compito di trovare un punto di mediazione efficace, in grado di accontentare tutti. Resta da capire se ciò sia possibile e, soprattutto, chi avrà più da perdere dal nuovo regolamento.

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