L’impegno di Ford nella produzione di veicoli elettrici si sta rivelando un’impresa estremamente onerosa. Nel 2024, l’azienda ha registrato perdite per 5,1 miliardi di dollari nel tentativo di rendere gli elettrici una parte redditizia del proprio business. Se questa cifra sembra impressionante, è solo l’ultima di una serie di risultati finanziari negativi.
Nel 2022, la casa automobilistica aveva perso 2,1 miliardi di dollari, mentre nel 2023 il rosso era salito a 4,7 miliardi. Inizialmente, le previsioni per quell’anno parlavano di un deficit di 3 miliardi, ma i numeri finali hanno superato di gran lunga le aspettative negative.
Guardando al futuro, le prospettive non sono incoraggianti. Per il 2025, Ford ha già previsto un’ulteriore perdita di 5,5 miliardi di dollari, e non sarebbe sorprendente se il bilancio finale risultasse ancora più disastroso. Sommando i numeri, la transizione elettrica è già costata all’azienda 11,9 miliardi di dollari in soli tre anni. Entro il 2026, le stime parlano di un totale di 17,4 miliardi di dollari bruciati prima di raggiungere, forse, la tanto attesa redditività.

Con queste cifre, si potrebbe avviare una nuova casa automobilistica da zero, costruire stabilimenti produttivi e sviluppare nuovi modelli senza problemi. Vale davvero la pena investire così tanto in una tecnologia che non sta ancora garantendo profitti? I sostenitori della mobilità elettrica ammirano Ford per il suo impegno nel futuro, ma la realtà è che la maggior parte delle case automobilistiche fatica a rendere sostenibile questa transizione.
L’idea che i veicoli elettrici siano già pronti a dominare il mercato sembra scontrarsi con i dati concreti. Molte aziende investono miliardi nella transizione, ma poche riescono a trasformarla in un’attività redditizia. Toyota, ad esempio, ha scelto una strada più prudente. Il colosso giapponese ha sempre ribadito che i veicoli elettrici non rappresentano ancora una tecnologia pienamente matura e ha quindi limitato la loro produzione al mercato cinese, vendendone alcuni modelli all’estero senza grandi proclami.
Alcune aziende dichiarano margini di profitto straordinari nella vendita di veicoli elettrici, ma spesso i conti non tornano. Nel mercato cinese, solo due produttori di veicoli a nuova energia (NEV) risultano realmente redditizi, ovvero BYD e Li Auto. In Europa, Volvo ha dichiarato un margine lordo del 20% sui suoi BEV nel secondo trimestre del 2024. Tuttavia, questo dato include i crediti di carbonio derivanti dal sistema di compensazione imposto dall’Unione Europea. Il colosso americano, come abbiamo detto, continua a perdere somme astronomiche.

Forse il tradizionale modello di produzione non è adatto a rendere sostenibili i veicoli elettrici. Alcuni marchi emergenti hanno guadagnato terreno grazie a processi di sviluppo estremamente rapidi, spesso sacrificando la fase di test. Una domanda che bisogna porsi è anche: le auto elettriche hanno bisogno di cicli di sviluppo più brevi per diventare redditizi, o il problema principale sono le batterie, ancora troppo costose? Se davvero i veicoli elettrici fossero la miniera d’oro che alcuni sostengono, i prezzi dovrebbero essere subito abbassati per aumentare i volumi di vendita. Ma siamo lontani anni luce dall’accessibilità di questi veicoli.