Ford Edge sotto inchiesta NHTSA per guasti ai freni

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Non si tratta ancora di un richiamo, ma la possibilità che ciò avvenga è al momento elevata
Ford Edge

Le autorità preposte alla sicurezza negli Stati Uniti hanno avviato un’indagine sui modelli Ford Edge prodotti tra il 2015 e il 2017. Il problema che ha consigliato in tal senso è l’elevato rischio di guasti ai freni. Si tratta di una decisione originata dall’arrivo di 36 reclami da parte di clienti Ford, i quali sostengono che le vetture incriminate sono soggette ad improvvisa perdita di capacità frenante, senza alcun preavviso, con conseguente aumento delle distanze di arresto. Un inconveniente cui era impossibile non porre attenzione, soprattutto in considerazione dei rischi collegati ad un difetto di questa portata.

NHTSA avvia indagine su Ford Edge: quale il motivo?

L’Office of Defects Investigation della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha avviato l’indagine sulla Ford Edge proprio all’inizio del mese. Una mossa doverosa alla luce delle decine di segnalazioni ricevute sulla perdita di capacità frenante delle vetture in oggetto.

I reclami concordano nel segnalare che alcuni dei modelli prodotti nell’arco di tempo intercorrente tra il 2025 e il 2017 sono esposti alla possibilità di subire un guasto al tubo flessibile del freno posteriore, il quale si potrebbe tradurre nell’impossibilità del sistema frenante di funzionare in modo efficace. Un inconveniente tale da verificarsi peraltro senza alcun preavviso, esponendo quindi gli interessati a grandi rischi.

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In totale, sarebbero ben 368.309 i veicoli che potrebbero essere potenzialmente interessati da questo difetto. A peggiorare ulteriormente la situazione, c’è poi la possibilità che tale inconveniente potrebbe permanere anche dopo precedenti riparazioni effettuate ai sistemi frenanti in oggetto. Ipotesi del resto suggerita da alcuni rapporti già pubblicati in merito.

L’Office of Defects Investigation ha dichiarato da parte sua di aver aperto la valutazione preliminare “tesa a determinare la portata e la gravità del presunto problema e per valutare appieno le potenziali conseguenze relative alla sicurezza”. Ford ha affermato la sua piena collaborazione, ricordando che l’apertura di una indagine non deve essere interpretata necessariamente come premessa di un richiamo. Le preoccupazioni sono però destinate a permanere.

Per la Edge non è una novità assoluta

Per quanto concerne la Ford Edge, non è la prima volta che la vettura è coinvolta in problemi relativi ai tubi dei freni. Nel 2020, infatti, il SUV è stato oggetto di un richiamo insieme ai modelli Lincoln MKX. In quella occasione furono quasi mezzo milione i veicoli oggetto del provvedimento.

Ford ha ripetutamente dichiarato il suo impegno a migliorare il controllo di qualità e a ridurre la frequenza dei richiami. Un proposito il quale, però, non sembra per ora aver sortito effetti concreti. Soltanto prendendo in esame il 2023, infatti, si scopre infatti che la casa automobilistica statunitense è stata oggetto di ben 54 richiami. E che sono state addirittura 5.692.135 le vetture attenzionate. In questa non proprio esaltante graduatoria, precede Stellantis e BMW , che hanno avuto anche loro molti grattacapi, riuscendo comunque a restare sotto al dato esorbitante dell’Ovale Blu.

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Il 2024, peraltro, non sta andando meglio. Stando ai dati ufficiali, già alla metà dell’anno Ford aveva collezionato 31 richiami, i quali hanno interessato ben 3.660.752 auto, camion e SUV. Tra quelli che hanno destato maggiore sensazione il richiamo che ha coinvolto oltre mezzo milione di camion F-150, i quali hanno dovuto affrontare un malfunzionamento del software tale da poter causare il passaggio improvviso dei veicoli alla prima marcia, senza alcun preavviso.

L’unica consolazione per la casa è da ravvisare che proprio la Ford Edge è uscita di produzione il passato 26 aprile. Presentato nel corso del North American International Auto Show del 2006, il veicolo ha avuto un modesto successo, attestandosi intorno alle 130mila unità vendute, anno dopo anno. Un trend che si è interrotto in coincidenza con la pandemia di Covid, spingendo il modello sempre più ai margini della produzione del gruppo, dopo la focalizzazione dello stesso sull’elettrificazione della gamma.

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