Ford è parzialmente tornata sui suoi passi, decidendo di riprendere i lavori per la costruzione della fabbrica di batterie in Michigan. Si tratterà però di un sito produttivo più piccolo rispetto a quello che era inizialmente previsto. Ridotte non solo le dimensioni, ma anche i posti di lavoro e gli stanziamenti previsti. Il momento non proprio esaltante del mercato e la stasi delle vendite di veicoli green attesa per il nuovo anno continuano quindi a pesare sulle scelte delle grandi case automobilistiche.
La Casa dell’Ovale Blu sembra quindi intenzionata a non farsi cogliere impreparata da una dinamica di mercato che impone a tutti molta prudenza. Investire in questo momento somme ingenti per gigafactory che potrebbero risultare sovradimensionate rispetto alle reali esigenze di mercato potrebbe aprire le porte ad un vero e proprio disastro, come come chiudere del tutto le porte alle nuove esigenze collegate all’elettrificazione della mobilità.
Ecco quindi la scelta di una strada mediana, il varo di uno stabilimento più piccolo in cui condurre comunque la produzione di quelle batterie che saranno cruciali nella battaglia sul full electric che si preannuncia per i prossimi anni.
La decisione di Ford
La decisione di realizzare una gigafactory di dimensioni minori sembra in effetti in grado di rispondere meglio ad una nuova situazione che sta provocando ripensamenti a catena tra i grandi marchi dell’automotive mondiale. Basti pensare in tal senso alla recente decisione di Audi, che dopo aver annunciato la sua intenzione di passare all’esclusiva produzione di modelli green a partire dal 2026 è dovuta precipitosamente tornare sui propri passi.
Per quanto riguarda Ford, l’azienda di Detroit aveva addirittura pensato di fermare completamente i piani per la costruzione di una gigafactory, ritenendo pericoloso destinare un grande quantitativo di risorse in una situazione di mercato che sembra volgere decisamente al brutto. Con la fine degli incentivi, come è del resto accaduto in Germania, quello delle auto elettriche potrebbe fermarsi del tutto, rendendo del tutto inutile una struttura gigantesca.
In casa Ford hanno deciso che non è possibile correre un rischio simile, ma che è altrettanto impossibile tornare del tutto indietro. Molto meglio, di conseguenza, puntare su un sito di dimensioni più ridotte, cui appoggiarsi per avere una propria autonomia in termini strategici.
Le batterie LFP saranno prodotte a Marshall
Il bisogno di avere batterie LFP (litio-ferro-fosfato) da montare sulle versioni elettriche dei propri veicoli ha avuto come risposta un ridimensionamento dei piani iniziali, senza però che gli stessi fossero cancellati del tutto. A soddisfare questo bisogno, stando a quanto deciso, sarà un nuovo impianto destinato a sorgere a Marshall, una cittadina posizionata a circa 150 chilometri dal quartier generale di Dearborn.
Il nuovo sito dovrebbe entrare in produzione entro il 2026. Le batterie LFP che usciranno dalle linee della fabbrica saranno il frutto di una partnership con CATL, la casa cinese che è stata chiamata a fornire la tecnologia necessaria per questo genere di produzione. L’azienda orientale dovrà anche occuparsi di allestire e mantenere in perfetta efficienza le linee.
Intanto, però, Ford ha deciso di non restare del tutto ferma in attesa degli eventi e di condurre una strategia tesa a fronteggiare qualsiasi esigenza di un mercato estremamente mutevole. La speranza, naturalmente, è che gli Stati Uniti proseguano comunque sulla strada della totale elettrificazione dei trasporti. Un tema entrato di prepotenza nella campagna elettorale in vista delle presidenziali del nuovo anno.
L’acquisto di Auto Motive Power
Nonostante gli stop and go degli ultimi giorni, Ford sta comunque continuando a dipanare la propria strategia tesa a conquistare un ruolo di rilievo nella mobilità a zero emissioni. A dimostrarlo è la recente acquisizione di Auto Motive Power (AMP), una startup di Los Angeles che si occupa di alimentazione dei veicoli elettrici che ha la sua sede operativa a Santa Fe Springs, in California.
Anche in questo caso siamo nel campo della tecnologia di ricarica e gestione delle batterie. Un ambito in cui il brand statunitense è con tutta evidenza intenzionato a fare passi in avanti. L’annuncio è stato dato su LinkedIn da Anil Paryani, amministratore delegato di AMP ed è stato riportato da TechCrunch.
Con questa acquisizione, AMP smetterà in pratica di esistere, in quanto il suo personale, la tecnologia e la struttura dell’azienda saranno rilevati da Ford. È stata Emma Bergg, portavoce della casa a rilasciare una dichiarazione in tal senso, anche se non è stato per ora precisato l’importo dell’operazione.
Dal momento del suo lancio, AMP aveva dato via ad una serie di round di finanziamento, nel corso dei quali aveva raccolto 26,5 milioni di dollari. Inoltre, per sviluppare i propri piani, aveva provveduto ad assumere 149 addetti. L’azienda, come affermato dal suo sito, si occupa dello sviluppo di soluzioni pionieristiche di gestione delle batterie per i principali costruttori di auto elettriche. Un lavoro di cui hanno goduto tra gli altri anche Tesla e Faraday Future.