Ford sarebbe l’azienda più esposta all’aggressione cinese

Ippolito V
Ford ha ottenuto il punteggio più alto, 69 su 100, in termini di vulnerabilità nei confronti della Cina tra 250 aziende statunitensi.
Ford stabilimento

Se ne parla per molti marchi, le difficoltà sono piuttosto condivise, con i dovuti distinguo, sulla concorrenza cinese crescente in ambito internazionale ma, soprattutto, sul mercato interno. Ford ha recentemente reso evidente quanto la forza del Dragone rappresenti una seria minaccia per il suo business.

Come anticipato, non si tratta solo delle sfide sul mercato cinese. L’azienda dell’Ovale Blu, infatti, è preoccupata anche per l’espansione dei veicoli elettrici a basso costo prodotti in Cina, sovvenzionati dal governo e potenzialmente capaci di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale. Quest’ultima, ormai, diventata quasi uno scuda (o una scusa, a seconda dei punti di vista) per difendere gli States dal dominio cinese.

Per affrontare questa situazione, Ford sta sviluppando una propria piattaforma di veicoli elettrici a prezzi competitivi. Al contempo, però, Ford è stata indicata come l’azienda americana più esposta ai rischi legati al mercato cinese. Il perché? Sarebbe troppo vulnerabile finanziariamente.

Ford stabilimento

Secondo un’analisi di Bloomberg, condotta dalla società di consulenza Strategy Risks, Ford ha ottenuto il punteggio più alto, 69 su 100, in termini di vulnerabilità nei confronti della Cina tra 250 aziende statunitensi, un aumento di 20 punti rispetto al 2022. Questo valore deriva da vari fattori come i ricavi generati in Cina, le partnership con aziende e istituzioni cinesi, oltre ai rischi legati ai diritti umani e alle catene di fornitura.

Attualmente, infatti, Ford partecipa ad almeno sette joint venture in Cina, di cui quattro sotto la diretta influenza e direzione dello Stato, secondo Strategy Risks. Tuttavia, Ford ha contestato queste cifre, sostenendo che solo tre joint venture sono attive e ha espresso dubbi sulla validità del report. In una dichiarazione, Ford ha sottolineato di non avere informazioni sufficienti sulle metodologie utilizzate per legittimare tali valutazioni e, quindi, non ha ritenuto di poter contribuire ulteriormente alla valutazione. In ogni caso, sarebbe una grandissima (potenziale) beffa per il colosso americano se i dati fossero realistici o almeno avvicinabili alla realtà.

CEO Ford

Ford si trova a fronteggiare una proposta del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti che prevede il divieto sull’utilizzo di tecnologie cinesi nei veicoli venduti negli Stati Uniti. In questo modo si andrebbero a escludere alcuni modelli interni a Ford come il Lincoln Nautilus, prodotto in Cina e importato nel mercato americano. Sul fronte cinese, invece, Ford ha ridotto significativamente la propria presenza, limitando la gamma di modelli disponibili a causa della crescente concorrenza locale, un problema che sembra affliggere molti altri produttori occidentali nel Paese.

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