Geely: nuova fabbrica auto in Europa, si prepara l’invasione dell’auto cinese

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Geely potrebbe aprire uno stabilimento in Europa, per sottrarsi ai dazi UE
Geely Galaxy

La casa automobilistica cinese Geely è alle prese con i problemi derivanti dai dazi previsti dall’Unione Europea, il cui scopo è frenare l’invasione delle auto elettriche cinesi. Dazi che, secondo la Commissione Europea, rappresenterebbero la giusta risposta agli incentivi concessi dal governo di Pechino per la costruzione di auto ad emissioni zero nel territorio.

Per cercare di sottrarsi a tariffe che renderebbero i suoi veicoli meno concorrenziali di oggi, Geely ha quindi deciso di praticare la strada di uno stabilimento all’interno del territorio europeo. Al momento la dirigenza della casa si sta concentrando sui siti che potrebbero accoglierlo, mentre non ci sono impegni ben precisi per l’aumento dei volumi produttivi nella regione. Un dato che è stato reso noto dalla stessa casa in una nota.

Geely cerca casa in Europa per sfuggire ai dazi UE

Geely si sta guardando intorno nell’intento di individuare il sito giusto per uno stabilimento in Europa. Si tratta per ora di semplici riflessioni, in quanto molto dipenderà anche dalle decisioni relative all’aumento, o meno, della produzione prevista lungo il territorio continentale.

Auto elettrica Geely

Li Chuanhai, il vicepresidente di Geely Auto, uno dei marchi di Zhejiang Geely Holding Group, di fronte ad una precisa domanda in tal senso ha risposto pronunciando le seguenti parole: “Non siamo ancora al 100 percento”. Le previsioni sembrano comunque andare in direzione di uno scioglimento della riserva, che sembra al momento la strada più praticabile per bypassare i dazi e i problemi di concorrenzialità che pongono alle case sanzionate.

Al proposito, va sottolineato come siano in corso colloqui tra Geely e il nuovo governo polacco per la realizzazione di uno stabilimento congiunto di veicoli elettrici nel Paese. Se all’inizio di quest’anno i funzionari del governo di Varsavia hanno dichiarato alla Reuters di non considerare Geely un partner ideale, Li ha invece affermato l’esistenza di molte possibilità. Lo ha detto durante un’intervista rilasciata l’11 settembre, senza però fornire ulteriori dettagli.

La seconda casa automobilistica cinese

Geely è la seconda casa automobilistica cinese per vendite, superata solo da BYD nel corso del 2023. Detiene inoltre la proprietà di Volvo Cars, aggiungendo quote in Aston Martin e Mercedes-Benz, oltre a intrattenere una joint venture con Renault.

L’11 settembre l’azienda ha anche inaugurato una base a Francoforte, all’interno della quale sono previsti i test relativi a 13 cosiddetti “veicoli a nuova energia”. Si tratta del termine con cui nel mercato automobilistico cinese sono indicati gli ibridi, le auto elettriche a batteria e quelle a idrogeno. Prove che servono per riuscirne a valutare le prestazioni e la conformità agli standard di certificazione europei.

Geely è soltanto l’ultimo dei marchi cinesi che si propongono di aprire stabilimenti lungo il territorio del vecchio continente. Un drappello sempre più folto il quale comprende tra gli altri Chery e Great Wall Motor. Una soluzione che è vista come il modo migliore per riuscire a evitare i dazi proposti dall’Unione Europea.

Geely Geometry

Il tutto mentre la Commissione Europea pianifica barriere commerciali più severe per le importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. Una strada che sta però provocando la decisa reazione del gigante asiatico, oltre a mettere in difficoltà anche alcuni produttori europei che vi producono veicoli.

Stanno entrando in azione i pontieri

Proprio per cercare di ricondurre la discussione lungo argini più sicuri, una parte della politica europea si sta ora attivando per fungere da pontiere. Il riferimento è in particolare al primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. proprio lui, infatti, si è distinto con il rilascio di una dichiarazione in cui afferma l’inopportunità dei dazi UE.

Il motivo della dichiarazione di Sanchez è da individuare nella risposta di Pechino, che ha stilato una prima lista di prodotti da sottoporre a indagine. In cui spicca la carne suina, di cui proprio la Spagna è il maggior esportatore europeo.

A dar man forte agli iberici c’è poi il governo tedesco, altro Paese che teme le ritorsioni del gigante asiatico. In particolare quelle che potrebbero colpire i brand automobilistici teutonici, in primis quella Volkswagen che si trova già in un mare di guai.

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