Il mercato dell’auto europeo potrebbe rivelarsi alla stregua di un’ancora di salvataggio per General Motors. La casa statunitense, infatti, sta trovano grosse difficoltà a vendere i BEV premium sul mercato interno. Nel tentativo di rimediare a questo trend non proprio esaltante, ha quindi iniziato a guardarsi intorno, individuando proprio nel vecchio continente la possibile soluzione al problema.
Dopo aver provveduto nel corso del 2017 a vendere Vauxhall e Opel, marchi che continuavano a perdere in maniera significativa, al gruppo PSA, ancora una volta la dirigenza di GM ha ravvisato in ambito europeo l’opportunità di trovare parziale ristoro ai propri guai.
General Motors sarebbe intenzionata a dispiegare una strategia in grado di fare dell’Europa il possibile ripiego per quelle auto elettriche che continuano a faticare non poco negli Stati Uniti. In particolare, dovrebbe iniziare a vendere in Svizzera i modelli completamente elettrici di Cadillac. Ove l’operazione si rivelasse felice, passerebbe poi alla distribuzione degli stessi modelli su altri mercati continentali.
A dichiarare le intenzioni del marchio è stata Jaclyn McQuaid, numero uno per l’Europa, all’interno di un blog aziendale. Secondo lei, le vendite dirette al consumatore svizzero del marchio premium saranno seguite da altri cinque mercati europei nei prossimi due anni. I Paesi su cui si sarebbero appuntati gli sguardi di GM sono in particolare Svezia e Francia.
General Motors fa rotta verso l’Europa
La casa automobilistica, che nel 2017 ha venduto Vauxhall e Opel al Gruppo PSA, subendo lo smacco di vederli tornare immediatamente in attivo, sembra deciso a tornare in grande stile In Europa. Lo farà coi modelli completamente elettrici di Cadillac, che saranno indirizzati al mercato svizzero prima di un allargamento ad altri Paesi dell’eurozona.
Il primo di questi modelli sarà la Cadillac Liriq, che in patria ha venduto appena 2.500 esemplari nel corso del primo semestre dell’anno in corso. La stessa McQuaid ha affermato che i clienti saranno “messi nelle condizioni di completare l’intero acquisto online in un arco di pochi minuti.” La Liriq avrà un prezzo di partenza di 82.000 franchi svizzeri, equivalenti a 89.490 dollari.
La casa statunitense spera con tutta evidenza di riuscire ad inserirsi in un mercato che si prospetta più accogliente di quello domestico, per le auto elettriche premium. Una speranza suffragata dai dati di vendita, che nel passato mese di agosto vedeva un modello su cinque tra quelli immatricolati completamente elettrico. Una speranza la quale, però, rischia di fare i conti con l’aggressività della concorrenza cinese.
General Motors potrebbe trovare insormontabile l’ostacolo cinese
Anche per General Motors i produttori cinesi rischiano di rivelarsi una sorta di Grande Muraglia, ovvero un ostacolo insormontabile. Le auto elettriche di Pechino, infatti, sono al momento in grado di vantare prezzi che dal punto di vista della concorrenza sembrano praticamente imbattibili.
Se l’accusa che arriva da Bruxelles è di poter contare sui sussidi governativi, una serie di rapporti pubblicati di recente hanno praticamente smontato questa tesi, che del resto suona abbastanza stonata a fronte di aiuti enormemente più elevati promessi dagli Stati Uniti con il loro Inflaction Reduction Act (IRA). Basti pensare che nel corso del prossimo decennio il governo di Washington è intenzionato a spendere 370 miliardi di dollari per condurre il Paese verso la transizione energetica e attirare le case automobilistiche sul suo territorio.
In effetti i brand cinesi stanno dimostrando un attivismo che manca alle case occidentali, come dimostra il caso di Chery. L’ottavo produttore automobilistico cinese per volume di vendite nel 2022, ha infatti dichiarato all’inizio di questa settimana la sua intenzione di lanciare tre marchi automobilistici in Europa ne corso dei prossimi due anni, a partire da Exlantix, completamente elettrico. Mentre altre case automobilistiche, tra cui il leader di mercato BYD e i rivali Xpeng e NIO, hanno a loro volta annunciato piani di espansione in ambito UE.
Un dinamismo il quale costringerà anche General Motors a fare gli straordinari. Resta da capire se l’azienda ha le capacità per reggere di fronte ad una concorrenza che non esita a preannunciare battaglia.