General Motors sta eliminando i motori a magneti permanenti che utilizzano terre rare che inventò 40 anni fa, ecco come fa

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Un accordo con Niron sembra condurre a questa conclusione
motore magneti terre rare

Quasi 40 anni fa, la General Motors ha in pratica posto le basi per i moderni motori elettrici. Lo ha fatto procedendo all’invenzione del magnete che utilizza le (cosi dette) terre rare, lo stesso che ora, però, la stessa casa statunitense sembra intenzionata a mandare definitivamente in soffitta, virando in direzione di una tecnologia diversa.

GM, infatti, ha proprio di recente annunciato il varo di una partnership con Niron Magnetics, una società con sede nel Minnesota la quale afferma di aver sviluppato motori a magneti permanenti di livello automobilistico senza i materiali noti come terre rare che sono utilizzati nei progetti attuali.

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Dalle terre rare al nitruro di ferro per i motori auto elettriche

La tecnologia proposta da Niron Magnetics, in effetti, è basata sulla presenza del nitruro di ferro. È la stessa General Motors, in un comunicato emesso per l’occasione, a definire lo stesso alla stregua di “un materiale abbondante e conveniente”. Qualità che in effetti sembrano aprire nuovi scenari, alla luce della scarsità e del costo delle stesse terre rare, senza contare le possibili implicazioni di geopolitica per il loro reperimento.

La conversione al nitruro di ferro, infatti, fornisce un’opportunità estremamente preziosa per l’industria automobilistica statunitense. Permette infatti di localizzare ulteriormente la catena di fornitura dei veicoli elettrici nel Nord America, come giustamente rilevato dalla casa di Detroit. Il Terbio, il disprosio, il praseodimio e il neodimio che sono al momento utilizzati nei motori a magneti permanenti, infatti, sono oggetto di lavorazioni che avvengono quasi esclusivamente al di fuori del territorio statunitense.

L’offerta limitata di materiali legati alle terre rare ha peraltro una ricaduta di non poco conto, legata non solo ai costi elevati, ma anche alla volatilità dei prezzi, che sottrae sicurezza nei piani produttivi delle aziende interessate. Già nel 2011 in casa Toyota si era capita l’importanza del problema, tanto da discutere un piano di uscita dalle terre rare, in considerazione degli eccessivi problemi legati alla fornitura di questi metalli.

Motore Elettrico a magneti permanenti creato da General Motors 40 anni fa
Motore Elettrico a magnete permanente – GM Ultium

Una discussione che era iniziata del resto due anni prima, quando gli analisti avevano iniziato a chiedersi se l’offerta di terre rare fosse in grado di sostenere la produzione e la domanda della Toyota Prius ibrida, oltre che, naturalmente, delle altre auto elettriche che dovevano sbarcare sul mercato. Una discussione la quale assume un maggior significato alla luce del fatto che la prospettiva è quella della completa elettrificazione della mobilità in buona parte del mondo.

La partnership tra General Motors e Niron: di cosa si tratta?

La partnership che è stata intrapresa tra General Motors e Niron Magnetics prevede che sarà proprio la seconda a portare la sua tecnologia sui motori elettrici del gruppo automobilistico. Se questo è l’obiettivo dell’accordo, occorre però sottolineare come non siano per ora stati indicati i tempi che dovrebbero caratterizzare le operazioni. Per incardinare al meglio i processi GM Ventures ha comunque effettuato un investimento in Niron. L’intento di fondo è quello di aiutarla a scalare al meglio la produzione, in vista della commercializzazione della tecnologia dell’azienda, come affermato dalla casa automobilistica.

2023 chevrolet equinox ev di General Motors

I motori a magneti permanenti si vanno affermando con sempre maggiore forza sul mercato, come dimostra quanto accaduto nel corso degli ultimi anni. Il motivo del sempre più diffuso gradimento nei loro confronti deriva in particolare dal fatto sono in grado di offrire maggiore potenza in dimensioni contenute, almeno in teoria, con una migliore risposta off-line

Al tempo stesso, altre case si stanno dirigendo verso altri modelli di motori. General Motors, dal canto suo, non sembra al contrario avere dubbi sulle effettive potenzialità dei magneti permanenti. La stessa casa, del resto, in passato ha ricordato come tutti i progetti della famiglia Ultium siano impostati su di essi, ad eccezione di uno.

Non stupisce, quindi, la decisione di stilare un accordo con un’azienda che sembra effettivamente in grado di rivelarsi un valore aggiunto per GM. Soprattutto in un momento in cui il mercato delle auto elettriche presenta difficoltà sempre crescenti, che devono essere affrontate con scelte in grado di rivelarsi effettivamente vincenti.

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