La Commissione Europea ha annunciato le sue contromisure, scimmiottando forse quelle statunitensi, sull’import di auto cinesi. Dal 4 giugno sono presenti dazi tra il 17,4% e il 38,1% sulle auto elettriche cinesi, tenendo fuori ibridi e PHEV. La decisione scatena inevitabilmente la reazione della Cina, nazione che naturalmente vuole proteggere le sue aziende. Non si sa esattamente come risponderà, ma non rimarrà certamente tutto immobile.
Se i dazi finiranno sul prezzo finale, le auto elettriche cinesi potrebbero perdere il vantaggio competitivo sulle tasche dei potenziali acquirenti europei. La BYD Atto 3, la MG 4 o la Volvo EX30, per citarne tre molto importanti e interessanti sul mercato, potrebbero vedere un significativo aumento dei prezzi.
Pare, inoltre, che i dazi dipenderanno dal “livello di cooperazione del produttore e dagli aiuti ricevuti dallo Stato cinese”. Insomma, praticamente la maggior parte dei veicoli cinesi, aiutati massivamente dalle finanze pubbliche cinesi, potrebbero subire una brutta stangata. Per BYD, i dazi saranno del 17,4%, mentre i modelli di Geely (Smart, Volvo, Polestar e Lynk & Co) saranno tassati al 20%. Le auto della SAIC (MG), affronteranno dazi del 38,1%. Altri marchi saranno soggetti a tariffe del 21%, mentre il resto dei produttori subirà il dazio massimo del 38,1%. Non si sa invece che ne sarà di Tesla (ci immaginiamo anche il perché l’americana verrà danneggiata meno).
Una MG 4 con motore da 204 CV, con un prezzo scontato di poco meno di 30mila euro, potrebbe salire a circa 44mila euro con l’applicazione dei nuovi dazi. Per quanto riguarda la Volvo EX30, il modello base da 272 CV con batteria da 49 kWh, attualmente a 37.500 euro, vedrebbe il suo prezzo salire a circa 40mila euro.
I produttori cinesi, attualmente, (e ovviamente) vendono le loro auto in Europa a prezzi più alti rispetto alla Cina, ottenendo margini di profitto decisamente elevati. Di sicuro, potranno assorbire parte dei dazi ma non tira certamente la stessa aria di prima per quanto riguarda le sole auto elettriche cinesi. Alcuni di questi produttori stanno quindi pianificando di trasferire parte della loro produzione in Europa per aggirare i dazi.
Il ministro degli Esteri cinese, Lin Jian, ha già dichiarato che questa misura “mette in pericolo la cooperazione economica e commerciale tra Cina e UE, nonché la stabilità della produzione automobilistica globale e delle catene di approvvigionamento,” aggiungendo che “sarebbe alla fine dannosa per gli interessi dell’Unione Europea”. Lo sappiamo, la Cina controlla gran parte della fornitura di materie prime necessarie per la produzione di batterie, e questi dazi, adesso, potrebbero avere in breve tempo un impatto significativo sul mercato automobilistico, sia per i produttori che per i consumatori.