Le batterie rappresentano un fattore sempre più importante nella guerra tra le case sull’auto elettrica. Ogni marchio, quindi, deve cercare di muoversi per non farsi trovare impreparato in un ambito ormai fondamentale. Come starebbe facendo GM, secondo un rapporto pubblicato da Bloomberg.
La casa di Detroit, infatti, starebbe esplorando la possibilità di reperire batterie per veicoli elettrici utilizzando la tecnologia della Contemporary Amperex Technology Co. cinese, più comunemente nota come CATL. Ovvero quella messa a disposizione dal più grande produttore di batterie per veicoli elettrici al mondo.
Farlo in maniera diretta, però, potrebbe aprire la strada a rischi geopolitici e attriti con il potere politico. Per bypassare tali complicazioni, GM potrebbe non far produrre gli alimentatori in Cina, ma farlo in uno stabilimento disseminato lungo il territorio degli Stati Uniti. A gestirlo, sarebbe però un’azienda giapponese, ovvero di un Paese orientale, ma alleato degli USA.
Il rapporto di Bloomberg su GM
La ricetta trovata da GM sembra in grado di mettere d’accordo un po’ tutti, anche se in un momento in cui l’amministrazione Biden sembra disposta ad elevare lo scontro con la Cina è meglio non avventurarsi in discorsi basati sulla logica e sul buon senso.
Le batterie destinate alle auto elettriche, fornite da CATL, potrebbero essere prodotte in un nuovo sito negli Stati Uniti, gestito dalla società giapponese TDK Corp. A riferirlo a Bloomberg sarebbero fonti anonime, che assicurano come per questa via sarebbe possibile la creazione di oltre mille posti di lavoro. In tal modo si aiuterebbe anche qualche comunità locale ad assicurarsi nuove fonti di entrata, che in tempi sempre più duri, non fanno mai male.
È ancora Bloomberg a riferire alcuni dettagli sull’accordo in questione, a partire dal fatto che proprio TDK concederebbe in licenza la tecnologia CATL per produrre celle al litio ferro fosfato. Si tratterebbe, quindi, di una strada diversa da quella già intrapresa da Ford. Se quest’ultima ha già impegnato 3,5 miliardi di dollari in uno stabilimento di batterie nel Michigan in cui sarà utilizzata la tecnologia CATL, GM prevede di bypassare il coinvolgimento azionario in questa impresa. Una strategia di questo genere, potrebbe aiutare l’azienda a evitare potenziali controlli da parte dei legislatori statunitensi preoccupati per gli investimenti esteri in settori tecnologici critici.
Lavorando tramite un contratto di fornitura, in pratica, GM potrebbe ottenere celle LFP da TDK a un prezzo fisso per la durata di un accordo a lungo termine. Un approccio che si rivelerebbe estremamente vantaggioso. Da un lato, infatti, proteggerebbe la casa automobilistica da significativi costi iniziali, mentre dall’altro sarebbe in grado di proteggerla anche dalle fluttuazioni dei prezzi delle batterie. Senza contare il fatto che andrebbe ad assicurare un minimo di stabilità, in un momento in cui la situazione politica non fornisce garanzie, Con la possibilità di cambiamenti all’Inflation Reduction Act i quali potrebbero avere un impatto sugli investimenti futuri.
Molto dipende anche dalle presidenziali USA di novembre
Il rapporto di Bloomberg lascia inevasi molti dettagli, mentre altri dovranno essere oggetto di conferma. A rendere ancora imprecisato il contorno è una situazione politica molto complicata. La sfida tra Kamala Harris e Donald Trump sta assumendo tinte sempre più forti, come dimostra l’attentato di ieri contro il candidato repubblicano.
Un’atmosfera non proprio distesa, che proietta incertezza anche sul business, compreso quello dell’automotive. Per quanto riguarda GM, ha rifiutato di commentare il rapporto, per ovvi motivi. Al tempo stesso, un portavoce aziendale ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La strategia EV è focalizzata sulla progettazione di prodotti che continuino ad abbassare i costi, migliorare le prestazioni e localizzare la produzione. La tecnologia delle batterie è un fattore chiave di tale strategia”.
È comunque interessante sottolineare i legami significativi tra CATL, fondata da Robin Zeng Yuqun nel 2011, e la giapponese TDK. Proprio Zeng, infatti, si era in precedenza impegnato nella fondazione di Amperex Technology Limited (ATL) nel 1999, azienda che è stata acquisita da TDK nel 2005. Per poi lavorare successivamente come manager presso TDK. Un impegno che è poi sfociato nel varo di CATL e nella stesura di rapporti tra le due società, che proseguono tuttora.