Quando soffia il vento di burrasca, battere in ritirata è la soluzione più logica. Cercare di tamponare i danni attraverso un approccio efficiente, votato al contenimento dei costi, è l’obiettivo ora perseguito da Cariad, l’unità software del Gruppo Volkswagen, attualmente in difficoltà. Per scongiurare licenziamenti di massa, l’azienda ha accettato di ridurre i costi di sviluppo. Negli ultimi anni, l’azienda ha riscontrato parecchi problemi lungo il cammino, rei anche di allungare le tempistiche di uscita nei concessionari. Secondo quanto indica Manager Magazine (e riferito da AutoCar) nel rapporto di ottobre, il capo di Cariad ed ex responsabile della produzione Bentley, Peter Bosch, avrebbe cullato l’idea di lasciare a casa il 20% dei 6.500 dipendenti dell’unità. Tuttavia, la nefasta notizia è stata scongiurata appena in tempo, grazie ai nuovi termini dell’accordo siglato tra il management e i sindacati.
Volkswagen rivede la strategia di Cariad, il suo braccio software. Cosa significa per i progetti di e-mobility del colosso automobilistico.
Così facendo, la compagnia ridurrà del 20% le spese annue entro il 2028, comunica Bloomberg, in un articolo dove spiega di aver parlato con un portavoce ufficiale. La squadra di lavoro si è data parecchio da fare per fornire una piattaforma software unificata adottabile da ogni marchio del conglomerato tedesco. Tutto ciò al fine di digitalizzare i veicoli, entro certi vincoli. Negli scorsi giorni, VW ha, infatti, reso noto di avere cambiato idea sui pulsanti fisici. In un primo momento aveva deciso di seguire il trend generale di puntare su grandi pannelli centrali. La politica, resa di ampio ricorso da Tesla, è stata seguita a ruota da tanti marchi concorrenti, intenzionati a non lasciarsi sfuggire l’opportunità di mettere a segno dei cospicui affari. Ci ha provato pure Volkswagen, prima di tornare indietro sui propri passi.
Una mossa forzata dalle numerose lamentele espresse dalla clientela, rimasta delusa dal cambiamento apportato agli interni. Oltre a comandi più complessi, la velocità di risposta media alle istruzioni del conducente ha lasciato parecchio a desiderare. Le criticità segnalate hanno avuto un impatto diretto sulla sicurezza, avendo spesso finito per distrarre i conducenti. La strumentazione digitale introdotta inizialmente sulla ID.3 non è stata, insomma, apprezzata dalla prevalenza del pubblico, come testimoniano i deludenti numeri commerciali. I moduli precedenti verranno in parte ripresi, in parte riceveranno degli ovvi upgrade, onde evitare di apparire retrò agli occhi dei consumatori. L’approccio verrà applicato pure sulla ID.2, il veicolo elettrico low cost da 25 mila euro che uscirà nel corso del 2025.