In una fase contraddistinta da forti cambiamenti, il gruppo Volkswagen continua ad esitare. Anche se la leadership è passata da Herbert Diess a Oliver Blume, il colosso dei motori di Wolfsburg sembra riluttante a reagire. Con la redditività in calo, i piani per il suo recupero sono lacunosi. I tedeschi stanno ancora affrontando gli effetti dello scandalo Dieselgate, che è esploso a metà dell’ultimo decennio. In quel momento, qualcosa si è spezzato in un meccanismo apparentemente perfetto. Gli ingranaggi che in passato sembravano inamovibili oggi mostrano i segni del tempo, e riparare il danno è complicato. Inoltre, la situazione generale del mercato non è delle migliori.
Il gruppo Volkswagen accumula ulteriori ritardi
Nonostante i dati commerciali dell’industria europea mostrino una crescita, questa è inferiore alle aspettative, anche perché le aziende stentano ad adattarsi all’era elettrica. Dalla Cina arriveranno sempre più veicoli elettrici a basso costo, il che potrebbe complicare ulteriormente la vita del gruppo Volkswagen. Negli scorsi mesi, Blume ha inviato un inviato in Cina per ottenere una visione dettagliata della situazione. Una volta tornato al quartier generale, l’alto funzionario ha riportato cattive notizie. La Cina è in piena espansione e ha ambizioni di conquista in Europa, quindi ci saranno sfide significative da affrontare. Nel frattempo, la sindacalista Daniela Cavallo, una delle figure chiave nella rimozione di Diess, critica la direzione.
Durante un incontro, la dirigenza ha ricevuto l’ordine di aumentare la redditività al 6,5%. A tal proposito, è stato richiesto di tagliare le spese di ben 10 miliardi di dollari. Cavallo ritiene che sia un grave errore, poiché potrebbe creare disaccordi nell’ambiente di lavoro. Invece di unirsi per risalire la china, i dipendenti potrebbero sentirsi meno incentivati a lavorare come squadra.
Nonostante siano passati mesi da tali dichiarazioni, non è ancora chiaro come il gruppo Volkswagen intenda raggiungere l’obiettivo. Sappiamo che ci sarà una ristrutturazione delle fabbriche, motivo per cui ci sono state proteste da parte dei sindacati come sopra citato. Tuttavia, ciò potrebbe non essere sufficiente, e sarà necessario ridurre la forza lavoro. Il pacchetto di misure era previsto per ottobre, ma il prolungato silenzio suggerisce che le discussioni saranno rinviare a fine anno. A quel punto, il consiglio di amministrazione presenterà il programma finalizzato all’efficienza. Siamo in attesa perché si prevedono cambiamenti significativi, tra cui un notevole ridimensionamento della gamma.