In gergo, si usa l’espressione “piove sul bagnato”. Indica quei periodi dove i problemi continuano a susseguirsi, senza soluzione di continuità. Non trova pace il gruppo Volkswagen, reduce da un parecchio travagliato sul mercato. Stando alla tesi portata avanti dagli operatori, in preda a grosse difficoltà. Il colosso della mobilità è oggi affidato alle cure di Oliver Blume, che al timone di Porsche si è guadagnato la stima dei piani alti. Forte pure degli ottimi uffici con i principali proprietari del conglomerato, il top manager ha il delicato compito di rivitalizzare il colosso della mobilità: avrà i numeri necessari? Se lo chiedono un po’ tutti, non per le sue capacità, quanto per le numerose sfide da affrontare.
Gruppo Volkswagen: futuro mai così nebuloso
La situazione lasciata nelle sue mani dal predecessore Herbert Diess non è stata delle migliori, anzi. Tra la digitalizzazione e la transizione elettrica, la figura più alta dell’intero management ha dovuto affrontare parecchie criticità. E ulteriori minacce incombono all’orizzonte. Spedito in Cina allo scopo di raccogliere info sulla situazione delle realtà locali, un alto funzionario sarebbe tornato con cattive notizie. È finita l’epoca in cui i marchi del grande Paese asiatico fabbricavano veicoli di qualità mediocre. Gli anni di applicazione sul campo hanno portato ad affinare in misura esponenziale le tecniche, come certificano, del resto, i modelli premiati con le ambite cinque stelle dai Crash Test Euro NCAP.
Insieme a Pechino il gruppo Volkswagen ha stretto delle sinergie, consapevole di avere tanto da apprendere. Da colosso dell’automotive solido e inattaccabile, la società è chiamata ad aggiornarsi per rimanere al passo coi competitor. E dall’occidente pervengono ulteriori minacce, sotto forma della Tesla. La Casa texana gode di una migliore quotazione in Borsa del gruppo Volkswagen, nonostante le immatricolazioni di quest’ultima siano molto superiori. Merito della capacità di leggere in netto anticipo le potenzialità delle bev, sul quale la controparte soffre di un netto ritardo. A causa delle difficoltà incontrate nella realizzazione dei pianali, VW ha deciso di interpellare terze parti.
Nel bilancio del primo semestre il gruppo Volkswagen ha corretto verso il basso la stima delle immatricolazioni entro fine 2023. Dai 9,5 milioni di unità paventate in apertura, è scesa a una cifra compresa tra i 9 e i 9,5 milioni. Quella della Tesla è giusto l’ennesima delle preoccupazioni, accusato già da tempo, a partire dall’inaugurazione della Casa texana di una Gigafactory nel Paese della rivale, a Berlino.