Il Gruppo Volkswagen corregge verso il basso il piano di investimenti per il periodo dal 2025 al 2029. Anziché i predetti 180 miliardi di euro, la società ne destinerà 170, e rivedra anche i propositi precedentemente enunciati agli azionisti. Con l’esperienza sul campo, ha, infatti, capito di aver sottovalutato determinate questioni, ad esempio la riluttanza del pubblico verso le BEV. Malgrado la Commissione UE abbia sancito il bando delle endotermiche nel 2035, c’è chi ancora rifiuta il cambiamento. Oltre al lancio delle full electric, con 30 nuovi modelli, il programma vagliato dai piani alti prevede, dunque, una maggiore flessibilità produttiva e il sistema plug-in hybrid deterrà un ruolo significativo.
Gruppo Volkswagen: un piano da 170 miliardi per il futuro incerto
Nel mercato automobilistico è attualmente in corso una transizione verso le forme di mobilità al 100% green; tuttavia, la domanda per auto elettriche a batteria rimane inferiore ai livelli auspicati. Inoltre, le concorrenti rimangono agguerrite e, anzi, oggi più che mai paiono davvero difficili da contrastare, visto l’ingresso di nuovi player mossi da grosse ambizioni, compresi i Costruttori cinesi. Soprattutto il piano di invasione attuato da Pechino invita a tenere la guardia alta, onde evitare di pentirsene quando ormai sarà troppo tardi. Adattarsi al cambiamento è l’unica via per mantenere un ruolo da protagonisti assoluti nel comparto.
A favore dell’azienda delle Tre Ellissi gioca la politica attuata circa le BEV. Senza lasciarsi cogliere dalla frenesia, ha preferito tenere i piedi in più scarpe, in linea con il pensiero espresso dal presidente Akio Toyoda. Dal canto suo, il Gruppo Volkswagen ha messo la quinta, destinando delle ingenti risorse in modelli incapaci di rispettare le attese, tipo la ID.3, sottoposta a un restyling anticipato (e pure sostanziale) per via dei deludenti dati di vendita. Tra i punti deboli si segnalano interni poco convincenti, imputabile all’uso dei maxi-display nello stile di Tesla che non ha convinto i clienti. La complessità del software favorisce le distrazioni e Thomas Schafer, CEO del marchio capogruppo, ha pensato di disporre un importante dietrofront. I pulsanti analogici sono, così, tornati, seppur con un ampio spazio concesso alla tecnologia.
Sul Gruppo Volkswagen pesa altresì il rendimento insoddisfacente in certi territori ritenuti cruciali, dove lo sviluppo ha conosciuto un brusco rallentamento. I margini inferiori rispetto alle rivali e i costi elevati sostenuti nelle innovazioni hanno inasprito un clima non facile, agitando significativamente gli animi.