Essere pagati per una guida più efficiente. Credete che stiamo scherzando? Probabilmente anche noi crederemmo la stessa cosa, prima di analizzare a fondo la soluzione al vaglio da parte di Honda. In un brevetto, scoperto da CarBuzz, viene illustrato il piano innovativo del brand giapponese, attento alle esigenze ambientali. In buona sostanza, la compagnia intende ridimensionare gli schemi di scambio delle emissioni (ETS) in vigore in differenti Paese.
Ergo, se un certo Costruttore arriva al di sotto di un certo valore, guadagna crediti di carbonio. Poi vendibili a ulteriori aziende, che, a causa del loro core business, non hanno modo di ottemperare alle disposizioni fissati dagli organismi politici. Se ne avvalgono i produttori di vetture legati all’endotermico come, ad esempio, Fiat Chrysler Automobiles (FCA) pronta ad acquistarli dalla Tesla.
Honda: i guidatori virtuosi con l’ambiente saranno ricompensati
Entrambe le parti traggono un beneficio, ma il sistema coniato soffre di una criticità: la fluttuazione del valore monetario dei crediti carbonio in molti Paesi. Ecco perché Honda pensa all’impiego di un dispositivo di gestione delle risorse crittografiche. Lo staff incaricato a occuparsene ha studiato una via alternativa, della quale dovremmo sentir parlare in futuro. Nella fattispecie, il Costruttore del Sol Levante ha in mente di realizzare questa soluzione al fine di soddisfare le esigenze delle piccole e medie imprese, nonché forse dei privati.
Nei documenti portati alla luce, il marchio fornisce delle indicazioni precise riguardo al funzionamento. Per partecipare è sufficiente un comune device moderno, che sia un pc, uno smartphone o un tablet e due o più dispositivi che “comunicano” tra loro tramite un hardware in comune, preposto a misurare le emissioni. Invece, il software consentirà di accedere a un certificato di emissioni o a crediti di carbonio, non a entrambi. Così la potenza del Sol Levante confida di evitare fenomeni fraudolenti, dove, ad esempio, un’azienda o una singola persona rivendicano il “premio”.
Il proposito è quello di ottenere un documento attestante la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. L’operazione di calcolo dovrebbe avvenire entro un limite massimo di tempo. Sebbene Honda dica un paio d’anni, può essere più lungo. Al termine, l’utente riceverebbe e in dote un certificato, scambiabile con risorse crittografiche gestite da una blockchain. In definitiva, le regole del “gioco” ricorderebbero un po’ quelle delle criptovalute, con l’incasso effettuabile al momento opportuno.
Altrimenti, esiste la facoltà di conseguire dei crediti di carbonio, dal valore compreso tra i 40 e gli 80 dollari l’uno. Tuttavia, tale soluzione funziona solo a livello macro, qualora nel processo vengano coinvolte centinaia di migliaia di veicoli. Tesla ha incassato 1,6 miliardi di dollari nel 2020 dalla vendita di crediti di carbonio, prima che gli Stati Uniti emanassero delle regole ancora più severe.