Hyundai lancia il suo sistema per spegnere gli incendi: di cosa si tratta?

La casa asiatica ha attivato la sua divisione specializzata nei pezzi di ricambio, Mobis, per l’occasione
Auto elettrica in fiamme Auto elettrica in fiamme

Gli incendi che hanno colpito molte auto elettriche nel corso degli ultimi mesi hanno impressionato non poco l’opinione pubblica. In particolare quella della Corea del Sud, Paese colpito da uno degli episodi più gravi in assoluto, l’incendio ad un condominio di Incheon, culminato nella distruzione di un gran numero di veicoli e immobili. E, naturalmente, le case automobilistiche si sono attivate per cercare di dare risposte rassicuranti ai consumatori e alle autorità politiche, anch’esse chiamate in causa dalla gravità del problema.

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Tra di esse anche Hyundai, che ha attivato la sua divisione specializzata nei pezzi di ricambio, Mobis, per riuscire a rassicurare i tanti che hanno espresso il loro timore. La soluzione escogitata all’uopo è un sistema cui è delegato il compito di spegnere gli incendi a carico degli EV, nel caso si presenti una eventualità di questo genere. Andiamo quindi a vedere nel dettaglio di cosa si tratta.

Hyundai Mobis, il suo sistema è in grado di spegnere le fiamme in cinque minuti

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Prima di andare avanti, occorre sottolineare che, proprio stando alle statistiche, gli incendi sono più frequenti nel caso dei motori termici che in quelli alimentati dalle batterie. Al tempo stesso, però, quelli che interessano gli EV risultano molto più complicati da spegnere, comportando interventi da parte dei vigili del fuoco che possono durare alcune ore.

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La risposta di Hyundai Mobis, si è concretizzata sotto forma di un dispositivo progettato con un preciso obiettivo: intervenire nelle fasi iniziali del rogo, in particolare nel corso dei primi cinque minuti dal suo verificarsi. Proprio tale finestra temporale risulta decisiva, in quanto non solo può rendere più facile mantenere sotto controllo le fiamme, ma anche consentire agli occupanti di un veicolo di lasciarlo senza riportare danni che si prospettano molto gravi.

Protetto da una serie di brevetti, il nuovo sistema antincendio di Hyundai Mobis è stato concepito in modo tale da rispettare le normative in tema di sicurezza esistenti sia all’interno della Comunità Europea che di Cina e India. Per capire meglio i termini della questione, occorre ricordare che le leggi in questione concentrano il loro sguardo proprio sui primi cinque minuti che caratterizzano la cosiddetta fuga termica. Che deve essere ritardata proprio in modo da evitare danni fisici dalle conseguenze incalcolabili per gli occupanti di un veicolo elettrico.

Il sistema di Hyundai va oltre le normative esistenti

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Proprio a questo proposito, la casa sudcoreana ha voluto puntualizzare come il proprio sforzo vada ben oltre le semplici prescrizioni di legge. In pratica, il sistema antincendio si propone non solo di rispettare la normativa vigente, ma anche di ottemperare a standard più severi. Un modo di affrontare il tema tale da renderne possibile l’omologazione anche nel caso in cui le norme dovessero assumere criteri ancora più restrittivi rispetto agli attuali.

Auto elettrica in fiamme

Per quanto concerne la tecnologia che caratterizza il nuovo sistema, è fondato sulla presenza di una serie di condotti all’interno della stessa batteria. Ognuno di essi è monitorato costantemente da un software, cui spetta il compito di relazionarsi con i sensori. In presenza di innalzamenti delle temperature o di altre anomalie, le strade praticabili sono due: se il tutto non supera una soglia di allarme, non accade nulla, ove tale limite venga oltrepassato il dispositivo attiva un meccanismo in grado di rilasciare un agente estinguente. Si tratta di un liquido caratterizzato da una capacità di estinzione delle fiamme cinque volte superiore a quelle palesate dai normali estintori di uso domestico. Quest’ultimo sarà spruzzato direttamente sulle celle in modo da operare la necessaria opera di contrasto in caso si stia per propagare un incendio.

La stessa Hyundai, peraltro, ha voluto rendere noto il fatto che il software su cui si fonda il nuovo sistema, è stato progettato in maniera tale da intervenire con rapidità e accuratezza. E la sua architettura logaritmica si rivela in grado di capire quando non è il caso di intervenire. Il sistema congegnato in questo modo, ha un peso complessivo pari a 3,3 chilogrammi.

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