Il settore automobilistico europeo dovrà affrontare diverse sfide a partire dal 2025. Dalle nuove normative sulle emissioni, ai “pericoli” provenienti dalla Cina. In seguito alla diffusione delle auto elettriche elettrici, che avviene principalmente grazie ai prezzi molto accessibili, l’Unione Europa ha deciso di applicare i dazi sulle importazioni. Una strategia pensata per proteggere i produttori europei, ma che potrebbe ritorcersi contro il settore europeo stesso, causando più danni che utile.
Dazi alle auto elettriche cinesi: questa strategia potrebbe far collassare il mercato europeo
L’obiettivo di Bruxelles era quello di incoraggiare i produttori asiatici ad investire in Europa. Una strategia che, sulla carta, mirava a preservare i posti di lavoro europei. Peccato che ha ottenuto l’effetto contrario, ovvero il blocco degli investimenti imposto dal Governo cinese alle case automobilistiche della Terra del Dragone.
Questo rappresenta una battuta d’arresto per diversi paesi europei, che contavano sull’arrivo dei produttori cinesi per posti di lavoro e crescita finanziaria. A differenza degli Stati Uniti, che hanno scelto una via più radicale con dazi del 100% alle auto cinesi, in Europa non tutti sono d’accordo con la linea presa da Bruxelles. In particolare i produttori tedeschi come Porsche, BMW e Mercedes, contano molto sul mercato cinese. Con i dazi, saranno inevitabilmente colpiti su vendite e produzione.
Produttori come BYD sono riusciti a penetrare il mercato europeo grazie a modelli dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, mentre alcuni emergenti come Leapmotor sono stati costretti a fermare gli investimenti su richiesta del Ministero dell’Economia cinese. Forse l’errore più grande è stato però escludere da questi dazi le ibride plug-in, che possono accedere al nostro mercato pagando il classico 10% attualmente in vigore. Molti produttori europei, infatti, non hanno alternative di questo tipo e, di fatto, stendono il tappeto rosso ai costruttori cinesi.
Considerando le difficoltà di brand come Volkswagen e Audi, che ha chiuso lo stabilimento proprio di Bruxelles dove veniva prodotta la Q8 e-tron, questa scelta appare alquanto insensata. Della serie “le cose o le fai bene, o non le fai affatto”. In questa situazione ci sarà soltanto un vincitore: la Cina.