I dazi di Trump su Messico e Canada sarebbero disastrosi per le big di Detroit

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In particolare, le nuove tariffe porterebbero ad un rincaro medio di circa 3mila dollari per ogni veicolo venduto
Donald Trump

A poco più di un mese all’inizio del secondo mandato di Donald Trump in veste di presidente degli Stati Uniti, in molti si interrogano sulla direzione che prenderà la sua amministrazione. Tra coloro che stanno cercando di capirlo anche le case automobilistiche, che potrebbero pagare a caro prezzo il MAGA (Make America Great Again) del tycoon appena tornato alla Casa Bianca.

Tra i primi provvedimenti che saranno adottati, infatti, ci sarà l’imposizione di dazi commerciali nei confronti delle importazioni provenienti da Canada e Messico, cui si aggiungeranno quelli verso i prodotti cinesi. Nel primo caso le tariffe saranno del 25%, nel secondo del 10%. Se nelle maestranze degli stabilimenti statunitensi il messaggio che si tratterebbe di una difesa dei posti di lavoro sembra essere passato, nonostante la forte opposizione di United Auto Workers (UAW) e del suo numero uno, Shawn Fain, sembra proprio che la realtà potrebbe essere profondamente diversa. Andiamo a vedere perché.

Ford, General Motors e Stellantis: le conseguenze dei dazi di Trump sarebbero disastrose

Com’è ormai noto, Stati Uniti, Messico e Canada sono legati da un accordo di libero scambio. Nel caso in cui la nuova amministrazione andasse avanti sulla strada preannunciata, anche l’economia statunitense ne verrebbe a risentire non poco. I principali partner commerciali di Washington, infatti, sono proprio i Paesi confinanti a sud e a nord del territorio federale. Nel corso del 2023 l’interscambio di beni e servizi è valso 798 miliardi di dollari per il Messico e 773 per il Canada.

Donald Trump

Applicare un dazio pari al 25% sulle importazioni del continente nordamericano, con uno del 20% verso il resto del mondo, si tramuterebbe in un vero e proprio colpo di maglio per le case automobilistiche. Ad affermarlo sono stati alcuni giorni fa gli analisti di S&P Global, le cui stime sono state riprese da Quartz. Secondo loro, infatti, una tariffa del 20% sulle importazioni di veicoli dall’Unione europea e dal Regno Unito, mixandosi a un’aliquota del 25 per cento sul Nordamerica, darebbe vita ad un calo pari al 17% dei guadagni annuali combinati delle case automobilistiche europee e statunitensi.

In questo dato generale, occorre però fare delle distinzioni. Se le aziende maggiormente esposte sarebbero Volvo, General Motors e Stellantis, BMW e Mercedes ne risentirebbero molto meno. Per quanto concerne la casa scandinava, ora nell’orbita di Geely, a preoccupare è la forte dipendenza dall’Europa per la produzione, mentre GM e Stellantis assemblano grandi volumi di veicoli all’interno del territorio messicano, al fine di risparmiare sulla manodopera.

Secondo Bernstein i dazi di Trump sarebbero un disastro per le aziende del Michigan

Ai dati rivelati da S&P Global, si vanno ora ad aggiungere quelli che fuoriescono dal rapporto pubblicato da Bernstein. Gli analisti della società di ricerca, infatti, affermano senza troppi giri di parole che i dazi di Trump sul Messico e sul Canada sarebbero in grado di rivelarsi un vero e proprio tornado per i Big Three di Detroit. Ovvero per le più grandi case automobilistiche statunitensi, quelle che hanno letteralmente fatto la storia del settore nel Paese, un novero che comprende General Motors, Ford e Stellantis (che ha assorbito Chrysler).

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La spiegazione di questo pronostico è molto semplice: nel caso di un’aliquota del 25% sulle importazioni nordamericane, il costo medio dei veicoli venduti lungo il territorio federale aumenterebbe di circa 3mila dollari. Mettendo le case in questione in evidente difficoltà su un mercato sempre più concorrenziale.

A rendere possibile tutto ciò è il fatto che General Motors e Ford producono rispettivamente otto e tre modelli in Messico, oltre ad aver costruito degli stabilimenti in Canada. A sua volta, Stellantis produce in Messico diversi modelli di Ram Trucks (uno dei marchi facenti parte della sua galassia), oltre a costruire alcuni modelli di Chrysler e Dodge in Canada.

Naturalmente anche le case straniere ne verrebbero svantaggiate. Danni ci sarebbero anche per Toyota, che in Messico conduce la produzione del suo pick-up Tacoma, affidando al Canada quella del Rav4 e di alcuni modelli di Lexus. Mentre per quanto concerne Hyundai, la casa sudcoreana si rivolge al Messico per una serie di modelli del suo marchio e di Kia. Insomma, i dazi tanto sponsorizzati da Trump per proteggere l’industria statunitense potrebbero rivelarsi un boomerang, come del resto affermato da più parti.

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