Abbiamo già avuto modo di anticipare quella che sarà la tecnologia del futuro degli pneumatici con la possibilità di prevedere sensori integrati direttamente nella gomma. Eppure sui pneumatici, nonostante il loro ruolo cruciale tanto in materia di sicurezza che in quella di risparmio sui consumi, si è soliti dedicare meno attenzione rispetto ad altri sistemi e soluzioni. C’è una startup sudcoreana, BANF, che sviluppa soluzioni hardware e software per monitorare la salute degli pneumatici. Vediamo più nel dettaglio di cosa si occupa.
Come funziona la tecnologia BANF
Il lavoro di BANF è quello di utilizzare dei sensori per raccogliere dati su diversi parametri degli pneumatici: temperatura, pressione, usura del battistrada ma anche allineamento delle ruote e stabilità dei dadi mozzo. Tutti questi dati vengono non solo raccolti ma anche analizzati tramite un sistema di apprendimento automatico tale da fornire al conducente del mezzo (ma anche ai gestori delle flotte) dati sia sullo stato delle gomme che sulle condizioni della superficie stradale. Il responsabile dello sviluppo aziendale della startup afferma che i rilevamenti hanno un’accuratezza del 90%.
C’è da considerare che i pneumatici sono l’unico mezzo con il quale i veicoli sono in contatto con la strada. Poter quindi avere dati così precisi è utile sotto diversi punti di vista. Al momento BANF utilizza la propria tecnologia nel settore dei camion e in modo particolare dei camion a guida autonoma. Un aspetto importante da considerare è infatti quello per cui questo tipo di mezzi determinerà un consumo e uno stress maggiore per i pneumatici potendo camminare tutti i giorni senza limitazioni di orario.
Quello che qui ci interessa raccontare è la particolarità del lavoro di BANF che si discosta da altre soluzioni che altre startup (ma anche colossi del settore) stanno adottando nell’ottica degli pneumatici intelligenti. C’è chi, come anticipato, prevede sensori integrati nelle ruote e chi algoritmi predittivi per il monitoraggio dello stato di salute delle gomme; mentre BANF si affida a un sensore “triaxis” montato sul rivestimento interno dello pneumatico. Questo sensore misura il movimento e le forze lungo la lunghezza del mezzo (come l’accelerazione e la decelerazione), il movimento laterale (le sterzate) e il movimento provocato da dossi e vibrazioni.
Questo sensore, che è in grado anche di misurare la pressione e la temperatura, invia tutti questi dati tramite Bluetooth allo “smart profiler” il componente hardware associato. Questo componente, che funge da trasmettitore, ricevitore e caricabatterie, facilita il trasferimento dei dati su qualsiasi dispositivo. Con questi dati è possibile ridurre i consumi del mezzo ma anche e soprattutto prevenire e ridurre il numero di incidenti stradali. Un aspetto particolarmente importante essendo sempre molto elevato in tutto il mondo il numero di sinistri.