I guidatori italiani sembrano interessati alle auto cinesi. Magari anche in modo inconscio, ma i numeri di mercato mostrano un crescente interesse, rappresentando il 4,2% delle immatricolazioni complessive. Questo interesse è principalmente guidato da due marchi: MG e DR/Evo. Il primo, acronimo di Morris Garage, è emerso recentemente come una rivelazione. Dopo un periodo di oblio, grazie all’acquisizione da parte di SAIC, è tornato in auge. Tra le proposte più promettenti da tenere d’occhio c’è la Cyberster, ordinabile a partire dalla prossima estate. Già presentata in tutti i suoi dettagli, sembra avere un grande potenziale per attirare l’attenzione. Trovare un’opzione così economica (almeno rispetto alle rivali) è difficile altrove. Allo stesso modo, DR e il suo spin-off Evo hanno uno stabilimento in Molise. Tuttavia, la base dei loro veicoli proviene dalla Repubblica del Dragone: BAIC, Chery e JAC Motors, con cui hanno stretto partnership commerciali.
Le auto cinesi entrano nelle grazie dei guidatori italiani: i dati di vendita del 2023 volano con MG e DR
Secondo i dati diffusi da Unrae relativi ai primi undici mesi del 2023, sono state registrate 61.124 immatricolazioni. Oltre alle aziende sopra menzionate, questo dato include le vendite di Aiways, BYD, Lynk & Co, Polestar e Seres. Se si prendessero in considerazione anche le realtà occidentali operanti nel grande Stato asiatico, i numeri crescerebbero in modo significativo. Un esempio evidente è la Tesla Model Y, in corsa per diventare la più venduta al mondo.
Oppure si pensi alla Dacia Spring, la vettura elettrica a basso costo per eccellenza, e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Il successo ottenuto dalle auto cinesi alimenta le preoccupazioni dei leader del settore. Molti sono allarmati dall’avanzata di Pechino e sospettano di politiche scorrette, come sussidi mirati a eliminare la concorrenza. Tra i paesi, la Francia si è particolarmente distinta con l’introduzione del leasing sociale, che permette ai cittadini di noleggiare vetture elettriche a soli 100 euro al mese.
Nell’elenco, però, non ci sono auto cinesi, come previsto, data la battaglia in corso nelle sedi europee. Fonti ben informate sugli intrighi politici dell’UE sostengono che questo abbia avuto un ruolo significativo nell’apertura delle indagini della Commissione su Pechino. Nel frattempo, gli automobilisti italiani continuano a supportare l’economia, attratti da prezzi molto accessibili.