Il bottino di Tesla continua ad arricchirsi, anche Honda e Suzuki entrano nel suo maxi pool

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Con l’entrata delle due case nipponiche, il raggruppamento ha raggiunto il numero di venti partecipanti
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Il pooling previsto dall’Unione Europea per limitare i danni derivanti per le case che sforano i limiti in termini di emissioni, sta diventando un notevole affare per alcune case costruttrici. In particolare quelle che si dedicano esclusivamente o in via prioritaria alla produzione di auto elettriche. A partire da Tesla, che ha dato vita ad un suo gruppo che tende ad ingrossarsi con il trascorrere delle settimane. Stando alle ultime indiscrezioni circolanti in queste ore, anche Honda e Suzuki avrebbero deciso di farne parte, pagando le quote necessarie per rientrare negli obiettivi indicati da Bruxelles per il 2025. Quote che, naturalmente, saranno pagate alla casa californiana, evitando un salasso ben più grande, quello collegato alle multe collegate al regolamento CAFE.

Honda e Suzuki entrano a far parte del maxi pool di Tesla

Com’è ormai noto, dal primo gennaio dell’anno sono in vigore i nuovi regolamenti europei in tema di emissioni. In particolare, le flotte auto non devono oltrepassare una media di 80 g/km di CO2. Chi lo fa, va incontro a multe estremamente salate, considerato come ACEA, l’associazione che riunisce i costruttori che commercializzano autoveicoli all’interno dell’eurozona, quantifichi in circa 16 miliardi il salasso previsto.

Tesla in rifornimento

Per cercare di evitare un esborso gigantesco, molti di loro hanno quindi individuato nel pooling lo strumento ideale. Ovvero nella possibilità di fare gruppo con case che non hanno problemi in tal senso, perché dedite alla costruzione di EV in via totalitaria o maggioritaria. Come ad esempio Tesla e BYD, che non a caso hanno proposto i loro servizi in tal senso.

E proprio il pool congegnato da Tesla sta assumendo le proporzioni di un maxi raggruppamento. Da poche ore, infatti, Honda e Suzuki hanno comunicato agli uffici della Commissione Europea la decisione di aderirvi. Portando ad una ventina le realtà dell’automotive globale che ne fanno parte. Non è difficile immaginare i festeggiamenti all’interno dell’azienda di Elon Musk. Soprattutto in un momento in cui le vendite dei propri EV stanno assumendo le sembianze di una valle di lacrime, con flessioni fortissime praticamente in ogni parte del globo.

Da chi è composto il maxi pool di Tesla?

È un documento redatto e pubblicato sui canali di informazione dell’Unione Europea, a indicare la composizione del maxi pool guidato da Tesla. A farne parte sono le società che fanno riferimento ai gruppi Toyota, Ford, Mazda, Subaru, Stellantis, Honda e Suzuki, per un totale di venti membri.

Venti aderenti che potrebbero però aumentare di numero nell’immediato futuro. Se il pool è valido per l’intero anno, al tempo stesso non ha ancora chiuso i battenti per le adesioni. Non è da escludere, e non sarebbe assolutamente sorprendente, che nelle prossime settimane si aggiungano altre case intenzionate a scansare le multe UE che si prospettano alla stregua di una vera e propria stangata.

Concessionaria Tesla

Il motivo per il quale Tesla è stato individuato da molti come il miglior rimedio possibile deriva dalla constatazione che le sue emissioni sono prossime allo zero. E la casa californiana sta capitalizzando al massimo questa sua caratteristica. Basti pensare che soltanto nel terzo trimestre del 2024 ha razzolato 739 milioni di dollari vendendo quote alla concorrenza che ne necessitava. Un dato che ha portato quello complessivo ad oltrepassare i nove miliardi di dollari da quando questo strumento è stato implementato dalle istituzioni politiche.

Se il pooling è un vantaggio per Tesla, non lo è però per le case europee, come denunciato da Luca de Meo. Secondo il numero uno di Renault, infatti, andrebbe soltanto a distogliere risorse che le case europee potrebbero dedicare alle attività di sviluppo e ricerca per le auto elettriche. In pratica l’ennesima eurofollia di una classe politica, quella alla guida dell’UE, da tempo allo sbando.

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