L’Europa ha recentemente riconosciuto la necessità di politiche ambientali per promuovere la decarbonizzazione globale. Occupandosi primariamente dei trasporti, in questa direzione green, è rimasto escluso tutto quel panorama che include navi, aerei e treni. Le restrizioni Ue, infatti, hanno riguardato il settore del trasporto su strada, specie quelli privati.
L’Ue ha introdotto il divieto di vendere nuove auto con motore a combustione dal 2035. Con la concorrenza della Cina nel campo dei veicoli elettrici, l’industria automobilistica non solo europea ma globale è inevitabilmente cambiata. O almeno, ci sta provando.
Negli ultimi anni, quasi tutti i produttori automobilistici hanno annunciato piani per abbandonare i motori a combustione. Molti di loro, però, hanno iniziato a rivedere i loro piani di transizione verso l’elettrico, rallentando questo percorso. Un caso emblematico è quello di Volvo. L’azienda svedese, tra le più impegnate nella transizione elettrica, aveva pianificato di abbandonare i motori a combustione entro il 2030. Prima del divieto Ue. Tuttavia, il suo CEO, Jim Rowan, ha spiegato che il processo sarà più lungo del previsto, a causa delle differenti condizioni nei mercati globali.
Anche l’Italia ha chiesto una revisione del piano Ue che prevede lo stop alla vendita di veicoli a combustione entro il 2035. Il ministro dell’Energia, Gilberto Pichetto Fratin, ha definito questa misura “assurda” e basata su una “visione ideologica”, sottolineando che le regolamentazioni devono adattarsi alla realtà di mercato e al rallentamento dell’industria automobilistica. Il ministro dell’Industria, Adolfo Urso, ha proposto di anticipare al 2024 la revisione intermedia prevista per il 2026.
La normativa Ue impone che dal 2035 tutte le nuove auto vendute siano a zero emissioni di carbonio, consentendo però l’utilizzo di carburanti sintetici. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, sostiene una transizione più graduale, con maggiore flessibilità. Nel frattempo, le case automobilistiche europee, come Volkswagen, Renault e Stellantis, si trovano a fronteggiare un mercato complicatissimo.
Oliver Blume, CEO di Volkswagen, ha dichiarato che la riduzione delle vendite e l’ascesa della concorrenza asiatica stanno riducendo significativamente le prospettive del mercato europeo. Volkswagen sta persino considerando la chiusura di alcuni stabilimenti in Germania per ridurre i costi. Anche Stellantis prevede tagli occupazionali, mentre Renault ha avvertito che le aziende rischiano multe fino a 15 miliardi di euro se non raggiungeranno gli obiettivi climatici dell’Ue. Come le autorità sovranazionali appoggeranno la transizione (concretamente) per i diversi importantissimi marchi nel Continente?