Il fallimento di Northvolt rischia di rivelarsi un grande problema per l’Unione Europea, che sul produttore svedese di batterie per auto elettriche aveva puntato con molta forza, nell’ottica di uno sganciamento progressivo dalla Cina. Al tempo stesso, però, è praticamente certo che sarà un affare per Volvo. Il marchio automobilistico svedese, infatti, non ha mai fatto mistero di voler acquisire tutte le azioni di Novo Energy, azienda che si dedica anch’essa all’alimentazione degli EV e di cui condivide equamente le azioni con Northvolt. La necessità di risollevarsi dal punto di vista finanziario di quest’ultima, l’ha ora spinta a cedere alle richieste di Geely, il colosso cinese che controlla anche Volvo, tese a ottenere l’altra metà delle azioni di Novo Energy. E senza spendere un solo euro.
Novo Energy passa sotto il controllo cinese
Le ultime indiscrezioni che stanno emergendo sulla vicenda di Northvolt hanno del clamoroso. Volvo ha infatti acquisito il totale controllo di Novo Energy senza dover affrontare alcun genere di costo. A renderlo possibile il fatto che Northvolt ha violato la parte del contratto in cui si prevedeva che doveva farsi carico di una serie di spese in quanto socio al 50%.
![Northvolt](https://www.clubalfa.it/automobili/photos/2025/02/Northvolt.jpg)
L’azienda svedese, però, non ha potuto onorare i suoi obblighi contrattuali, a causa delle note difficoltà finanziarie che l’hanno costretta a chiedere di essere messa sotto l’ombrello del Chapter 11. Ovvero la procedura fallimentare in voga negli Stati Uniti. In mancanza di solvibilità, Volvo, e quindi Geely, ha reclamato la metà restante e ora potrà proseguire i piani per la costruzione di un impianto di produzione di batterie in Svezia. Come era del resto stato inizialmente pianificato quando è stato raggiunto l’accordo nel 2021 con Northvolt.
Il processo di acquisto della quota in causa sarebbe avvenuto in cambio di nulla e attribuirebbe alla società con sede in Cina attività e passività per un importo pari a 1.962 milioni di corone svedesi. Ora Novo Energy continuerà la sua attività sotto l’egida di Volvo, mentre Northvolt proverà a risollevarsi dalla crisi in cui è entrata. Nel farlo potrà contare sull’aiuto fattivo di Scania, azienda che produce camion la quale rappresenta uno dei suoi principali partner commerciali. Un aiuto che è stato prestato nel corso degli ultimi mesi e che è stato reso noto da un recente rapporto pubblicato dalla Reuters.
Cosa farà ora Northvolt?
La vicenda Northvolt rappresenta un bel paradosso, per l’Unione Europea. L’eurozona aveva infatti puntato con grande forza sul produttore svedese di batterie per auto elettriche. Pensava in tal modo di ridurre la dipendenza dalle aziende di Pechino e dintorni. Una dipendenza effettivamente troppo pericolosa, considerati i rapporti con il governo cinese, il quale potrebbe usare i rapporti commerciali delle stesse per i suoi particolari fini di geopolitica.
![Lavoratori Novo Energy](https://www.clubalfa.it/automobili/photos/2025/02/Lavoratori-Novo-Energy.jpg)
Con lo spiaggiamento di Northvolt, però, non solo tale dipendenza resta intatta, ma si afferma in maniera ancora più forte. Anche Novo Energy, infatti, cade sotto il controllo di Geely, riproponendo un tema che, con ogni probabilità dovrà essere affrontato in ben altro modo dai burocrati di Bruxelles.
Da parte sua, Northvolt dovrà ora continuare a fare i compiti al fine di restare a galla. Dovrà però farlo bene, dopo essersi accodata al Chapter 11. In particolare, dovrà mettere a punto una struttura operativa in grado di dedicare ogni sforzo possibile alla fabbrica di batterie che è già operativa in Svezia. Se al momento ci sono grandi difficoltà, occorre ricordare che in un primo momento il progetto era caratterizzato da grandi potenzialità. Tali da richiamare l’attenzione di partner come Volkswagen e Goldman Sachs. La stessa Volvo, del resto, non ha assolutamente escluso l’ipotesi di ristabilire i contatti commerciali con Northvolt nel futuro, nel caso in cui l’azienda riuscisse a superare gli attuali problemi di carattere finanziario.