Il motore elettrico da 475 CV che usa metà dei magneti, ecco DeepDrive

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Il prodotto è stato presentato al recente salone dell’auto di Monaco di Baviera
Motore DeepDrive

Il boom delle auto elettriche ha come logico corollario una miriade di nuove opportunità offerte alle aziende appena nate e caratterizzate da un alto tasso di innovazione. Mentre infatti i motori a combustione interna erano monopolizzati da grandi e consolidate realtà, le stesse sono invece costrette a convivere con le startup nel settore della mobilità sostenibile.

Tra queste ultime c’è anche DeepDrive, una giovane e arrembante compagnia che si è fatta di recente notare all’IAA Mobility 2023 di Monaco di Baviera, dopo le prime ore caratterizzate dalle proteste degli attivisti per il clima. L’azienda, che lavora già con nomi di rilievo come BMW e Continental, evidenzia sofisticate competenze tecnologiche le quali hanno fatto da base per il varo di un nuovo motore che ha catturato l’attenzione generale. Di cosa si tratta?

Motore DeepDrive

Il nuovo motore di DeepDrive

Il nuovo motore presentato in Baviera da DeepDrive è a flusso radiale e adotta due rotori: uno interno e uno esterno, separati da due cuscinetti d’aria grazie ai quali è possibile massimizzare le prestazioni. Il motore presenta anche un nuovo sistema di avvolgimento, caratterizzato da un fattore di riempimento delle fessure tale da superare l’80%.

Il nuovo dispositivo combina il motore con un ingranaggio cilindrico a due stadi e un inverter integrato in carburo di silicio (SiC) con albero di uscita coassiale il quale va a ridurre l’ingombro senza influire sensibilmente sui costi.

Rivolto naturalmente al settore delle auto elettriche, il suo debutto sul mercato è previsto per il 2027. I dati snocciolati durante l’evento hanno nel frattempo destato grande attenzione, anche se come al solito occorrerà attendere la controprova nella realtà.

Il punto di partenza che ha condotto al suo varo sono state le richieste degli appassionati, analizzate in maniera scrupolosa dai tecnici e riversate nel prodotto finale. La parola d’ordine cui sembra obbedire il nuovo propulsore è “efficienza”. Una parola d’ordine che rappresenta una sfida ineludibile per chi si propone di presidiare al meglio il settore della mobilità green.

Il risultato finale sembra aver colto in pieno questa esigenza. Tanto da spingere i portavoce ufficiale di DeepDrive a indicare nel motore in questione l’alfiere di una vera e propria rivoluzione. Lo hanno fatto all’interno di una nota diffusa per l’occasione, in cui sono stati sbandierati progressi significativi sul fronte della sostenibilità.

Considerata l’attenzione dell’opinione pubblica verso questa tematica, non stupisce eccessivamente l’attenzione subito mostrata da molte aziende. Già da ora, infatti, diversi produttori di componenti originali (OEM), stanno collaborando con l’azienda tedesca e hanno evidenziato grande attenzione verso l’unità di trasmissione. Che potrebbero presto rivelarsi lungimiranti, considerato come le prime applicazioni nei modelli di serie siano ormai alle porte, o quasi.

Perché conviene

Naturalmente, proprio la convenienza prospettata da DeepDrive ha calamitato l’attenzione generale. Il motivo di questa curiosità è da ricercare in una serie di dati snocciolati dall’azienda durante la presentazione. A partire da un aumento in termini di efficienza fino al 20% rispetto alle proposte attuali.

Il processo di produzione è stato poi oggetto di rivisitazione nel preciso intento di riuscire a garantire elevati volumi a fronte di bassi costi. Mentre l’impianto brevettato può essere integrato senza nessun tipo di difficoltà nelle ruote, oppure installato sotto forma di azionamento centrale tradizionale.

Non meno rimarchevoli i vantaggi assicurati su un altro versante non meno decisivo, quello relativo alle terre rare. I materiali necessari, infatti, possono essere facilmente reperiti in Germania. Un aspetto il quale è stato messo in grande evidenza da Felix Poernbacher, co-fondatore e amministratore delegato di DeepDrive. Sino a rappresentare premesse ottimali per approdare ad una mobilità rispettosa dell’ecosistema e, soprattutto, alla portata delle disponibilità economiche di qualsiasi tipo di clientela.

L’idea non è nuova

Occorre sottolineare che la tecnologia a doppio rotore a flusso radiale non è del tutto nuova, nonostante i tratti rivoluzionari che la caratterizzano. Brevettata presso gli uffici competenti, è stata infatti oggetto di un’anteprima proprio alla prima edizione di IAA Mobility, quella tenuta nel corso del 2021. All’epoca, infatti, fu mostrata la trasmissione al mozzo della ruota. Ovvero sul meccanismo centrale su cui si basa la tecnologia che è poi stata portata in anteprima mondiale nella seconda edizione del prestigioso salone delle auto di Monaco di Baviera.

Motore DeepDrive

A destare grande impressione, in questa occasione, è stata in particolare il rapporto stabilito tra i costi necessari e l’efficienza conseguita. Un aspetto che è stato rimarcato da Alexander Rosen, co-fondatore e ingegnere progettista di sistemi di DeepDrive, il quale ha avuto gioco facile nel sottolineare come proprio gli ingenti costi di acquisto e di gestione delle auto elettriche rappresentino ancora un disincentivo per un gran numero di consumatori.

Proprio la nuova soluzione progettata e sviluppata dall’azienda tedesca si propone di invertire una tendenza pericolosa. Un trend che è emerso del resto con notevole chiarezza nel corso della kermesse bavarese, ove i modelli economici sono stati pochissimi. L’unità di azionamento sviluppata da DeepDrive potrebbe in effetti rivelarsi una risposta ideale ad un’esigenza sempre più avvertita.

Ingegnere di deep drive

Il nuovo motore DeepDrive permette di sfruttare al meglio le risorse

Lo stesso Rosen ha voluto enfatizzare proprio il punto relativo ai costi. Lo ha fatto in maniera efficace, sottolineando come il pacchetto completo costi notevolmente meno rispetto alle uscite produttive collegate coi powertrain delle vetture a trazione 100% elettrica. Parole destinate a essere musica per molti produttori, alla luce dei mille dollari pretesi da Tesla per un assale elettrico.

Ideato in un’ottica ben precisa, il miglior sfruttamento possibile delle risorse, la soluzione di DeepDrive riesce in effetti a evidenziare performance strepitose in tema di contenimento del consumo di materiali. A contribuire in maniera decisiva al conseguimento di questo dato è un design caratteristico, che abbatte alla metà la quantità necessaria di magneti nei confronti della concorrenza. Mentre arriva all’80% il risparmio in termini di ferro. Dati tali da far capire come il suo avvento rappresenti una reale novità.

In considerazione delle differenti esigenze espresse dal mercato, DeepDrive ha deciso di sviluppare il suo nuovo motore tramite due versioni diverse. Il punto di contatto tra di essi è costituito dal motore con un ingranaggio cilindrico a due stadi e un inverter integrato in carburo di silicio (SiC) ad alta efficienza. Mentre un albero di uscita coassiale consente la riduzione dell’ingombro senza influire in maniera sensibile sui costi.

Specifiche Tecniche delle due versioni:

Per quanto riguarda la CSD 450, l’azienda afferma che sarà in grado di offrire una coppia motrice di 430 Nm e una potenza in uscita di circa 312 CV, tale da renderla ideale per i veicoli elettrici a trazione anteriore o posteriore fino al segmento C e ai prototipi premium a trazione integrale. I rapporti di trasmissione variabili garantiranno a loro volta coppie in uscita comprese tra i 2.700 e i 3.800 Nm.

La versione più potente, CSD 700, rappresenterà invece la trasmissione principale per i veicoli premium del segmento D e per i veicoli a trazione integrale, prevedendo una coppia in uscita fino a 5.400 Nm e una potenza in uscita di circa 475 CV.

DeepDrive Engine CSD700 spec

Sia l’una che l’altra sono comunque in grado di assicurare rendimenti superiori al 96% in ampi intervalli operativi e di garantire veicoli elettrici economici, ma con lunga autonomia. Considerati i timori che iniziano a serpeggiare in chi teme di non poter affrontare una spesa sinora prospettata come elevata la fine di acquistare un veicolo green, si tratterebbe della classica quadratura del cerchio.

Sito del produttore e ulteriori specifiche

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