Il “padrino degli EV” esorta le case a non abbandonarli per gli ibridi: è una scelta folle

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Andy Palmer deve la sua notorietà al lancio della Nissan Leaf, primo EV di massa, nel 2009
Andy Palmer

La questione delle auto elettriche continua ad agitare l’opinione pubblica, anche in considerazione delle sue ricadute produttive e commerciali. E nella discussione in atto è intervenuto anche un vero e proprio peso massimo, quell’Andy Palmer noto come il “padrino dei veicoli elettrici”. L’ex amministratore delegato di Aston Martin e alto dirigente di Nissan, infatti, ha deciso di lanciare il suo avvertimento alle case automobilistiche, esortandole a non abbandonare i veicoli elettrici per favorire gli ibridi. Nel farlo, Palmer ha anche bollato tale strategia alla stregua di una scelta folle. A spingerlo su tale via la convinzione che proprio essa potrebbe far perdere terreno rispetto ai produttori cinesi di auto elettriche.

Andy Palmer è un grande sostenitore delle auto elettriche

Per capire meglio l’importanza del monito lanciato da Palmer, occorre a questo punto ricordare che nel corso della sua esperienza all’interno di Nissan, proprio lui ha guidato lo sviluppo della Leaf, ovvero il primo veicolo elettrico di massa. Un lavoro estremamente proficuo, alla luce delle oltre 500mila unità del veicolo vendute a partire dal 2010.

Andy Palmer

Nell’ambito del suo discorso, Palmer ha aspramente criticato le case automobilistiche che hanno deciso di puntare sugli ibridi invece di avviarsi senza indugi verso la transizione ai veicoli elettrici. A spingerlo in tal senso una considerazione molto critica verso questi ultimi, bollati come una strategia di transizione inefficace. A supporto della sua affermazione indica motivi di competitività: in pratica tergiversare sull’auto elettrica non farebbe altro che favorire l’avanzata dei produttori cinesi. Queste la parole pronunciate al proposito “Gli ibridi sono una strada per l’inferno. Sono una strategia di transizione, e più a lungo si rimane in quella transizione, meno rapidamente si accelera verso il nuovo mondo”.

Un ragionamento fondato sul fatto che case come BYD sono in grado di dominare la scena globale grazie a veicoli elettrici e ibridi tecnologicamente avanzati e competitivi. Potendo inoltre contare sul massiccio supporto del governo di Pechino. L’esecutivo del Dragone, in effetti, a partire dal 2009 ha destinato non meno di 230 miliardi di dollari alla transizione verso un modello di sostenibilità ecocompatibile. Cogliendo per effetto di questa strategia industriale l’attuale leadership per quanto concerne batterie e software.

I dazi contro le auto cinesi sono un boomerang

Palmer ha anche affrontato il tema relativo ai dazi emanati contro le auto cinesi dai governi occidentali. Secondo lui, infatti, non avrebbero altro risultato che rendere le industrie locali meno competitive. I marchi concorrenti, invece, dovrebbero adeguare le proprie strategie per una competizione diretta contro quelli cinesi, i quali stanno traendo beneficio dall’esperienza accumulata sui mercati più complicati, a partire da quello europeo.

In effetti, la crescita di BYD e delle sue sorelle sta tenendo sotto scacco non solo le aziende occidentali, ma anche quelle nipponiche. A testimoniare l’andazzo le grandi difficoltà di Toyota, Nissan e Honda, che stentano a tenere il passo delle case di Pechino e dintorni sull’auto elettrica.

Andy Palmer

E proprio Toyota viene indicata da Palmer come la principale responsabile del rallentamento in atto dell’industria automobilistica giapponese, con la sua strategia ibrida. Aggiungendo come sovrapprezzo una critica a Nissan per non essere riuscita a conservare il vantaggio competitivo accumulato in precedenza nel settore elettrico.

Infine, il padrino degli EV ha indicato quella che secondo lui è la ricetta per un deciso rilancio dell’auto elettrica. Per farlo, il suo suggerimento è quello di ridurne i costi tramite batterie più piccole. Mentre i governi, da parte loro, dovrebbero investire in maniera massiccia sull’infrastruttura di ricarica. Ovvero fare come la Cina, adottando strategie industriali in grado di colmare il gap dal gigante asiatico, in particolare per quanto concerne le batterie. In pratica, la stessa ricetta indicata da Luca de Meo qualche settimana fa. Intanto il tempo passa e le case cinesi continuano a crescere confidando negli errori di produttori e istituzioni concorrenti.

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