Il Regno Unito non programma dazi in stile UE sulle auto elettriche cinesi

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A puntualizzarlo è il ministro del commercio, Jonathan Reynolds
auto elettriche cinesi

La Gran Bretagna non avrebbe intenzione di seguire l’esempio dell’Unione Europea e imporre dazi a carico delle importazioni di auto elettriche cinesi. Un orientamento motivato dal fatto che le aziende automobilistiche locali non hanno presentato sino a questo momento reclami in grado di convincere le autorità preposte ad avviare una indagine conoscitiva, al riguardo.

Ad affermarlo è stato Jonathan Reynolds, responsabile del Commercio britannico nel governo laburista formatosi dopo il trionfo dei laburisti nelle recenti elezioni politiche. Una dichiarazione che segna l’intenzione di non procedere su una strada, quella delle sanzioni commerciali, che secondo le case automobilistiche europee arrecherebbe loro molti più danni che vantaggi. Andando di conseguenza nella direzione esattamente contraria a quella proclamata da Ursula Von der Leyen.

No, il Regno Unito non è interessato ai dazi UE

Il Regno Unito non ha al momento alcuna intenzione di proporre dazi a carico dei produttori di auto elettriche provenienti dalla Cina. La precisazione di Jonathan Reynolds arriva in un momento in cui le tariffe aggiuntive a quella tradizionale del 10% sembrano avvicinarsi in ambito UE.

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Una decisione, quella della Commissione Europea, che non solo ha spaccato l’Unione, con la Germania a capeggiare i contrari, ma sta anche provocando la decisa contrarietà dell’automotive europeo. Nel corso degli ultimi giorni si sono infatti andati a intensificare gli appelli a mettere da parte l’ipotesi di guerre commerciali con la Cina. Conflitti che fanno soltanto danni all’industria automobilistica, in quanto vanno a ripercuotersi sui consumatori, allontanandoli dall’idea di acquistare auto elettriche i cui prezzi continuano ad essere proibitivi.

Per quanto riguarda il Regno Unito, il ministro del Commercio ha affermato che alla base dell’orientamento in questione ci sarebbe l’assoluta mancanza di denunce da parte dell’industria locale alla Trade Remedies Authority (TRA) britannica. Non senza aggiungere una stoccata di non poco conto alla Commissione Europea, ovvero la volontà di non seguire un esempio giudicato errato. E, anzi, aggiungendo che la sua “preoccupazione principale” consiste nella creazione di mercati di esportazione aperti e fiorenti per i produttori britannici.

Il settore automobilistico britannico deve essere diverso

Queste le affermazioni di Jonathan Reynolds di fronte ad una precisa domanda dei giornalisti sulla possibilità di dazi in linea con quelli UE ai danni delle case cinesi: “In quanto Segretario di Stato, ho il potere di fare tale rinvio… Lo analizziamo attentamente, ma penso che sia importante che il nostro settore sia diverso e, finora, il settore stesso non ha chiesto tale rinvio alla TRA”. Affermazioni che hanno visto come tribuna l’International Investment Summit.

Auto elettriche cinesi

Reynolds ha poi aggiunto di non credere che le relazioni con la Cina si trovino in una sorta di epoca d’oro, come il governo aveva decantato un decennio fa. Al tempo stesso, ha affermato che la Gran Bretagna rappresenta una sorta di anomalia, in quanto ha fatto poco per costruire legami commerciali con la Cina nel corso degli anni e che considera importante impegnarsi in tal senso.

Va anche sottolineato come il mercato britannico delle auto elettriche abbia fatto registrare un dato estremamente interessante nel passato mese di settembre. I veicoli a zero emissioni, infatti, hanno collezionato una crescita del 24% rispetto al dato di un anno prima. Resta ora da capire cosa vorrà fare il nuovo governo per quanto riguarda il bando alle auto termiche. A quanto sembra Starmer sarebbe deciso a riportarlo al 2030, come era stato deciso da Boris Johnson nel 2020, cassando il rinvio di cinque anni deciso dal suo predecessore, Rishi Sunak. Ancora, però, non sono arrivate notizie definitive al proposito.

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