Il tema della transizione verso un modello di mobilità sostenibile continua a caratterizzare la discussione politica. Alla luce dell’importanza di una infrastruttura per la ricarica delle auto elettriche, ora anche il governo Meloni ha deciso di scendere in campo.
Lo ha fatto tramite il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, il quale ha affermato: “Vogliamo accompagnare la mobilità elettrica nel Paese, già fortemente sostenuta dal PNRR”. Lo ha fatto nel corso di un botta e risposta alla Camera , preannunciando il prossimo arrivo di un bonus per le colonnine elettriche.
Le richieste per poterlo avere dovranno essere presentate sulla piattaforma di Invitalia, a partire dalle ore 10 del prossimo 26 ottobre, utilizzando all’uopo il modulo presente al suo interno. Una risposta, quindi, a chi sostiene che occorre disseminare di colonnine di ricarica le arterie stradali e autostradali del Belpaese, per favorire la diffusione dell’auto elettrica. Sperando, naturalmente, che non vada a finire come coi bonus stanziati per i veicoli green, praticamente ignorati dai nostri connazionali.
Bonus colonnine elettriche: di cosa si tratta
Occorre sottolineare che se il bonus arriva soltanto ora, a introdurlo era stato Il DPCM risalente al mese di agosto del 2022. Proprio al suo interno era stato delineato il varo di un incentivo finalizzato all’acquisto e all’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche. Poi, però, la misura non era mai stata attivata, anche a causa del passaggio di consegne tra Mario Draghi e Giorgia meloni.
il provvedimento riguarda il biennio 2023-24 e si propone di porre le basi per una transizione più agevole verso la mobilità sostenibile. Una mobilità che, per il momento, sta trovando forti resistenze nel nostro Paese, ove le auto elettriche stanno stentando moltissimo a diffondersi.
L’incentivo che era stato pensato in origine prevede la copertura sino all’80% della spesa necessaria per poter installare le colonnine elettriche, con un massimale posto a quota 1500 euro per quanto concerne le persone fisiche, e 8mila nel caso di edifici condominiali.
Il principale obiettivo che si prefigge il bonus colonnine elettriche è quello di incentivare l’utilizzo delle auto a zero emissioni, con conseguente riduzione delle emissioni di gas serra rilasciate nell’ambiente. L’incentivo, in particolare, è stato ideato con il preciso intento di andare a coprire una parte dei costi di acquisto e di installazione delle colonnine elettriche all’interno di abitazioni private e condomini.
Sarebbe dovuto partire originariamente alla fine del 2022, riguardando esclusivamente gli acquisti effettuati dal 4 ottobre al 31 dicembre 2022 sulle infrastrutture di potenza standard, ovvero minori di 22 kW. Tempistiche mai rispettate, tanto da spingere l’esecutivo ad attivarlo sia per il 2023 che per il 2024, fino all’esaurimento dei fondi.
A rendere realtà il provvedimento è stata la legge di conversione del D.L. 198/2022, nota anche come Milleproroghe 2023, il quale ha optato per la proroga del bonus. Ora non restano che le disposizioni procedurali cui spetta impostarne l’erogazione. Sarà il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) ad assumere tale compito.
Bonus colonnine elettriche: come richiederlo
A base dell’agevolazione fiscale con rimborso il governo ha provveduto a stanziare una prima trance da 40 milioni di euro, cui se ne aggiungeranno ulteriori 40 milioni a favore di chi avrà installato colonnine nel 2023 o si appresta a farlo.
La pubblicazione dell’avviso, e del link alla piattaforma gestita da Invitalia, dovrebbe aver luogo tra qualche giorno, all’interno del sito istituzionale del Ministero del Made in Italy, nella sezione “Per il cittadino”. Chi intende approfittare dell’incentivo non deve fare altro che collegarsi alla home page del sito e utilizzare il collegamento indicato.
Sul sito, peraltro, sono già disponibili i modelli di domanda e la lista della documentazione che deve essere allegata per poter inviare la richiesta. Tra le necessarie pezze d’appoggio la fattura relativa all’avvenuto acquisto e una copia dell’estratto conto, oltre alla certificazione di conformità rilasciata dall’installatore, dalla quale sarà possibile avere certezza dell’avvenuta installazione.
Una parziale eccezione riguarda i condomini, i quali dovranno allegare anche una copia della delibera di approvazione delle spese. Senza di essa non sarà possibile usufruire del bonus colonnine elettriche. Una condizione che va ad unirsi a quella relativa all’effettuazione della spesa. Quest’ultima, infatti, dovrà essere stata effettuata mediante strumenti tracciabili. Una categoria che comprende carte di credito e debito, oltre ai bonifici bancari.
Chi può richiedere il bonus colonnine elettriche
Naturalmente, il bonus colonnine elettriche prevede specifici destinatari. In particolare, va a rivolgersi a due precise categorie: i privati proprietari di abitazione singola e i condomini interessati all’installazione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche nel perimetro degli edifici.
Le spese effettuate in tal senso potranno esser rimborsate sino ad un massimo dell’80%. A giovarsene saranno in particolare tutti coloro che hanno già sostenuto i costi collegati all’acquisto e alla posa in opera delle colonnine stesse. Tra le spese ammesse, ci sono anche quelle relative alla progettazione e le opere edili necessarie per l’impianto. Cui si aggiungono quelle per i dispositivi di monitoraggio, per la direzione lavori, sicurezza e collaudi, la connessione alla rete elettrica, e l’attivazione di un nuovo Point Of Delivery (POD).
L’agevolazione sarà concessa sino all’esaurimento dei fondi stanziati e i beneficiari dovranno aver installato colonnine nuove e progettate secondo la potenza standard. La sua erogazione avverrà sotto forma di rimborso, che sarà accreditato mediante bonifico bancario sul conto corrente della persona fisica o della struttura condominiale che ha effettuato l’intervento. Oppure, in alternativa, sotto forma di sconto in fattura.
Il costo delle colonnine elettriche
L’erogazione del bonus tiene conto del fatto che l’installazione di una colonnina di ricarica elettrica può rappresentare una spesa importante. A renderla tale il fatto che al costo della colonnina si vanno ad aggiungere quelli relativi alle eventuali spese murarie e all’intervento di installazione. Quest’ultimo, in particolare, non di rado richiede che venga aumentata la potenza del contatore.
Le soluzioni a uso domestico sono solitamente quelle slow, per le ricariche sino a 7,4 kW. Le persone fisiche, in particolare, fanno ricorso a wallbox domestiche, la cui potenza si attesta tra 3 e 7,5 kW. Una di 7,5 kW, ad esempio, vede il suo prezzo situarsi in media tra gli 800 e i 1.500 euro, comprendendo l’IVA.
Si tratta però di colonnine in grado di ricaricare solamente 1 veicolo, diversamente da quanto fatto da quelle più veloci e più potenti, che sono state progettate nel preciso intento di ricaricare più veicoli in contemporanea. Questi modelli vedono il loro prezzo situarsi in forbice tra 1.000 e 4mila euro, anche in questo caso comprensivi di IVA.
A questi costi, però, occorre aggiungere anche i costi vivi collegati all’intervento. Di conseguenza, nel caso delle colonnine di ricarica rapida o ultrarapida, il prezzo finale può essere di 22mila euro più IVA, che si alza sino agli 80mila, più IVA, previsti per le le Ultrafast che prevedono la possibilità di ricaricare sino a 8 veicoli. Costi quindi molto elevati, soprattutto in un Paese come il nostro.