Il mercato automobilistico europeo non guarda ottimisticamente verso l’orizzonte a vedere l’inizio del 2024. I conti trimestrali di Mercedes-Benz, Volkswagen e Stellantis hanno rivelato un quadro piuttosto preoccupante, con un andamento deludente per i primi mesi dell’anno. La transizione all’elettrico come sta andando? Sarebbe meglio non parlarne per non mortificare la nostra Europa legiferante. Ma dobbiamo.
Mercedes-Benz, colosso tedesco, ha subito un calo del 25 per cento circa dell’utile netto nel primo trimestre, attestandosi a 3,025 miliardi di euro. Un vero affossamento che si estende anche agli utili rettificati (-34%) e ai ricavi (-4%). Le vendite di auto tradizionali hanno segnato un passo indietro dando seguito alla strategia di elettrificazione del marchio, certo, ma i veicoli elettrici, fiore all’occhiello dei piani futuri, hanno registrato un calo del 2% nelle vendite di auto e del 17% per quelle di furgoni.
Anche Volkswagen non può affermare di aver brillato. Il gruppo tedesco ha visto un calo del 20 per cento dell’utile, a 4,58 miliardi di euro, con un calo del 2% dei volumi di vendita e un calo dell’1% dei ricavi a 75,5 miliardi di euro. Volkswagen guarda avanti con ottimismo, annunciando il lancio di ben 30 nuovi modelli per quest’anno per quanto riguarda tutti i marchi sotto l’ombrello tedesco.
Stellantis, nonostante le dimensioni del gruppo, ha fatto registrare comunque un calo del 12 per cento dei ricavi a 41,7 miliardi di euro, andando al di sotto delle aspettative. Le vendite in Nord America sono crollate del 15%, mentre quelle in Cina, India e Asia-Pacifico sono diminuite del 46%. Numeri importanti, anche troppo, per questo non può che essere negativo il quadro per il resto dell’anno, a meno di miracoli.
Gli analisti osservano come, però, non tutto sia perduto per l’Europa. Confortante? Non proprio. I risultati di questo trimestre evidenziano, senza alcun dubbio, che è in corso un pericoloso rallentamento per l’industria automobilistica europea. Continuano a insistere fenomeni quali i colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento, il calo delle vendite in alcune regioni e mercati importanti, la concorrenza in crescita dalla Cina.
E l’incognita della transizione all’elettrico? Batterie non riparabili, colonnine insufficienti, “dipendenza” del settore dagli incentivi e costi gravosi sono sfide ancora molto pesanti.