Il mercato delle auto elettriche continua a stentare in Italia. Basta in effetti dare una rapida occhiata ai dati di vendita relativi al mese di agosto per vedere una tendenza ormai in atto da tempo. I veicoli green acquistati lungo la penisola, infatti, nell’arco temporale preso in considerazione hanno permesso alle elettriche pure di attestarsi al 3,9% del venduto. Mentre hanno raggiunto il 4,65 i plug-in ibridi.
Il raffronto con gli altri mercati maturi è assolutamente impietoso. In Germania, infatti, le BEV conquistano il 18,6% e le PHEV il 5,65, in Francia rispettivamente il 15,45 e 8,9%, mentre in Spagna si attestano a 4,8% e 6,3%. Se si prende in considerazione l’intera eurozona, le elettriche pure sono al 15,1%, mentre le ibride si ricavano una quota di mercato pari al 7,4%.
Naturalmente, di fronte a dati così striminziti in molti si chiedono quali siano i motivi alla base di questo mancato decollo dei modelli green in Italia. Tra le risposte, segnaliamo quella fornita da Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE) l’associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione, commercializzazione e assistenza delle autovetture, secondo il quale sarebbe del tutto inappropriato fare raffronti con mercati ove esistono sistemi incentivanti molto più strutturati del nostro.
In Francia, al contrario, gli incentivi funzionano ormai da 14 anni, contro i 13 della Spagna e i 7 della Germania. Mentre in Italia hanno fatto il loro esordio nel 2019, proprio in concomitanza con l’avvio della pandemia. La loro scarsa diffusione, peraltro, si accompagna all’insufficiente numero di stazioni di ricarica, sempre secondo Cardinali. Ma è realmente così?
Colpa di incentivi inadeguati e scarsità delle colonnine di ricarica? Non proprio
Per quanto riguarda gli incentivi erogati dal governo italiano, occorre sottolineare come se sono stati esauriti ben presto quelli per le auto termiche, sono invece stati snobbati quelli riservati ai veicoli elettrici. Un esito che secondo qualcuno era abbastanza prevedibile alla luce dei costi ancora troppo elevati dei modelli green. Tanto da risultare praticamente inaccessibili per la stragrande maggioranza dei nuclei familiari, in un Paese ove è sempre più all’ordine del giorno la questione salariale.
In pratica, non solo le auto elettriche sono troppo costose, ma gli stipendi in vigore nel nostro Paese, caso praticamente unico a livello continentale, sono calati dal momento in cui è stato introdotto l’euro. In una situazione di questo genere, pensare di spendere cifre ancora molto elevate per un’auto è un lusso riservato ad una ristretta minoranza. L’auto elettrica, insomma, in Italia non è democratica.
Le stazioni di ricarica per le auto elettriche sono in forte crescita
Anche per quanto riguarda le colonnine di ricarica, le parole di Cardinali non sembrano cogliere quanto sta accadendo in Italia. In base ai rapporti elaborati da Motus-E si nota in effetti una forte accelerazione. Nel 2022, infatti, i punti di ricarica presenti lungo la penisola hanno fatto registrare un incremento pari al 41%. Un dato che ha consolidato quello già collezionato nel 2021, quando la crescita era stata nell’ordine del 36%.
Le stesse analisi di Motus-E hanno poi raffrontato la situazione del nostro Paese con quella degli altri principali Paesi europei. Il risultato che ne è scaturito ha fornito una notevole sorpresa, smentendo l’assunto che vorrebbe la rete infrastrutturale per la ricarica dei veicoli elettrici in forte ritardo rispetto alle realtà più avanzate.
In Italia, infatti, spicca la presenza di 21,5 punti di ricarica ad uso pubblico per ogni 100 veicoli elettrici circolanti. Per effetto di questo dato il nostro Paese sopravanza largamente la Francia (11,5), il Regno Unito (8,9) e la Germania (8,2). Una presenza che spicca ancora di più alla luce del fatto che mentre nel Belpaese le immatricolazioni nel 2022 hanno fatto segnare una flessione del 27,1%, tale quota è cresciuta tra il 25 e il 40%.
I prezzi sono troppo alti
Di fronte ai dati forniti da Motus-E, quindi, sembra abbastanza improprio collegare le scarse vendite alla inadeguatezza di incentivi o colonnine. In realtà, a pesare molto è il costo troppo alto delle auto elettriche, tale da farne per ora un prodotto di nicchia riservato alle classi agiate.
La speranza, naturalmente, è che le case si decidano a lavorare su modelli a basso costo. Una tendenza che, per ora, non sembra prevalere, almeno a giudicare dal recente salone dell’auto di Monaco di Baviera. Nel corso della kermesse tedesca, infatti, spiccava proprio la pratica assenza di vetture low-cost. Una tendenza che, peraltro, potrebbe farsi sentire non soltanto in Italia, alla luce di una situazione economica che tende costantemente a peggiorare in tutta Europa.