Incentivi auto, la mossa di Parigi che potrebbe penalizzare i modelli elettrici cinesi

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Sembra destinata a intensificarsi la lotta dell’UE contro le auto di Pechino
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Le auto elettriche cinesi stanno letteralmente seminando il terrore nelle case automobilistiche concorrenti. In particolare tra quelle europee, come testimoniato in maniera eloquente dall’accorato appello di Luca de Meo, CEO di Renault, sulla necessità di contrastarne la diffusione senza ulteriori ritardi.

Proprio la Francia, peraltro, può essere considerato il Paese europeo più esposto in assoluto, su questo versante. Se, infatti, anche la Germania produce modelli green, la sua penetrazione sul mercato del Dragone continua ad essere di rilievo. Tanto da spingere il governo di Berlino a non insistere troppo sull’idea di sanzionare le auto green di Pechino. Idea che, come è noto, inizia a serpeggiare dalle parti di Bruxelles, tanto da ispirare il varo di una commissione d’inchiesta sui prezzi troppo bassi pratica dalle vetture cinesi.

E proprio dalla Francia, ora, arriva una risposta che sembra molto più pertinente rispetto alla precedente, che non a caso ha provocato la decisa reazione di Pechino. Andiamo a vedere cosa si stia studiando dalle parti di Parigi per arginare l’ondata di piena del gigante asiatico e perché rappresenti un reale salto di qualità nello scontro ormai in atto.

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Incentivi auto elettriche: in Francia si pensa come penalizzare i modelli cinesi

A partire dal 15 dicembre 2023, nella concessione dei nuovi incentivi auto si dovrà mettere in conto anche la quantità di CO2 emessa nel corso della produzione. Una decisione la quale potrebbe essere fonte di notevoli guai per le auto elettriche prodotte in Cina.

Il motivo di questa situazione del tutto nuova è da ricercare nel fatto che in Cina il carbone rappresenta ancora oggi un elemento fondamentale per la produzione dell’energia. Ne conseguono elevate emissioni di anidride carbonica che rendono molto inquinante la produzione di auto elettriche. Tanto da poter concludere che i modelli prodotti utilizzando questo tipo di energia elettrica non possono essere catalogati come ecologici al 100%.

Di questo dato di fatto sta ora provando ad approfittare il governo francese, che intende usarlo alla stregua di un grimaldello nel preciso intento di inceppare la preventivata marcia trionfale delle auto elettriche cinesi in Europa. Parigi, infatti, intende promuovere l’acquisto di autovetture green, ma solo se il processo di produzione viene condotto con l’impiego di energia pulita.

Una linea di condotta la quale sembra avere il suo obiettivo proprio nelle auto elettriche Made in China. Il ministro dei trasporti transalpino, Clément Beaune, ha infatti spiegato in un comunicato: “Finora gli incentivi sono stati condizionati da peso, prezzo e gas serra emessi durante l’uso. Questo approccio non premia i veicoli più virtuosi, perché non tiene conto delle emissioni legate all’intero ciclo di vita, dalla produzione all’utilizzo su strada.”

BYD auto elettriche cinesi

L’obiettivo è chiaramente quello di contrastare l’invasione cinese

Se al momento ancora non sono state notificate le tabelle relative agli incentivi i quali saranno erogati in Francia, le indiscrezioni che hanno già iniziato a circolare sembrano indicare la volontà di proseguire sulla linea già intrapresa. Gli incentivi transalpini, infatti, sono tra i più consistenti in assoluto a livello continentale. Vanno dai 5mila ai 7mila euro, in base al reddito, aggiungendosi al bonus previsto per la rottamazione di ogni modello usato. Con un tetto massimo fissato a quota 10mila euro.

Se con la precedente impostazione gli incentivi andavano a premiare per circa un terzo del totale le auto elettriche cinesi, ora la situazione potrebbe mutare in maniera brusca. I modelli come quelli di MG e SAIC, come del resto la Dacia Spring assemblata a Shiyan e la Tesla Model 3, a sua volta prodotta all’interno della gigafactory di Shangai, potrebbero essere espulsi dalla lista di quelle che possono goderne.

Naturalmente, in molti hanno già iniziato a chiedersi cosa potrebbe accadere in questo caso. La risposta sembra essere abbastanza scontata: la Cina potrebbe pigiare il piede sull’acceleratore degli incentivi statali, soprattutto sulle fasce di prezzo medio alte. Ponendo le basi per una intensificazione della vera e propria battaglia scoppiata tra UE e gigante orientale.

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