Nel corso del primo semestre dell’anno si è registrata una limitata flessione nel numero degli incidenti stradali, che però continuano a mostrare numeri preoccupanti. A testimoniarlo sono le stime elaborate da ACI-ISTAT che ha confrontato i dati con lo stesso periodo del 2022.
Il calo più significativo si è avuto per quanto concerne il numero delle vittime decedute entro il trentesimo giorno dall’incidente, che ha registrato un -2,5 (1384 casi). Molto più contenuta quella relativa al numero degli incidenti stradali culminati in lesioni alle persone coinvolte (79.124; -1,0%) e ai feriti (106.493; -0,9%). In media, nel corso dei primi sei mesi del 2023, ogni giorno si sono verificati 437 incidenti, con 7,6 morti e 588 feriti.
Cifre tali da spingere ad una sola conclusione: c’è ancora molto da fare, in tema di sicurezza stradale. Soprattutto se si considerano gli obiettivi che il nostro Paese si è dato su una materia delicata come questa. Occorre infatti ricordare che nella classifica dei Paesi facenti parte dell’eurozona con maggiore mortalità, l’Italia si trova al nono posto. Ben 18 Paesi, quindi, riescono a ottenere dati più limitati in questo ambito. Un dato in grado di far capire le preoccupazioni che ormai da tempo sono presenti anche in ambito istituzionale.
I numeri del rapporto ACI-ISTAT
I numeri del rapporto ACI-ISTAT possono però assumere un valore diverso se si opera un raffronto con i primi sei mesi del 2019, che è considerato l’anno di riferimento in tema di sicurezza stradale per il decennio dal 2021 al 2030. In questo caso, infatti, è possibile notare un calo pari al 5.4% per quanto riguarda il numero dei sinistri stradali, cui si aggiunge una flessione nell’ordine del 9,0% per il numero dei feriti e del 9,8% per i deceduti.
Ove invece il raffronto sia condotto con il primo semestre dello scorso anno, balza agli occhi il dato relativo al calo di vittime lungo le autostrade (-9,7%). Sulle strade extraurbane il calo si attesta al 3,3%, azzerandosi o quasi su quelle urbane (-0,1%). Tornando al 2019, il primo semestre del 2023 ha invece visto un calo delle vittime nell’ordine del 24,1% lungo le autostrade, più limitato su strade extraurbane (-9%) urbane (-7%).
Sempre per quanto riguarda le autostrade, il dato cumulato dei primi sei mesi del 2023 vede una crescita del 5,4% di veicoli/km percorsi sulla rete, rispetto alla stessa finestra temporale del 2022. Un risultato che, a detta degli estensori del rapporto, è sostanzialmente riconducibile all’incremento delle percorrenze dei veicoli leggeri, che nel periodo in esame hanno fatto registrare una crescita pari al 7,1%. Praticamente insignificante, invece, l’aumento messo a segno dai volumi relativi ai veicoli pesanti, che si è limitato allo 0,6%.
I dati sono da considerare insoddisfacenti
Solitamente, quando un risultato è solo parzialmente soddisfacente, si utilizza la similitudine del bicchiere. Applicandola ai dati di ACI-ISTAT potremmo dire che il bicchiere è mezzo pieno se si tiene in conto la diminuzione registrata nel corso dei primi sei mesi del 2023.
Se, però, si considera che l’obiettivo del nostro Paese è un dimezzamento delle vittime di incidenti stradali e autostradali entro il 2030, il bicchiere si dimostra mezzo vuoto. Nel corso del 2023, infatti, la variazione percentuale delle vittime si limita ad un -9,8% rispetto al valore di riferimento del 2019. Per effetto di questo dato la strada verso il 2030 inizia a farsi effettivamente impervia. Occorre infatti che a partire dal 2022 si verifichi una flessione media, anno dopo anno superiore all’8%.
Un passo non solo non facile da tenere, ma che è già stato messo in forse in questi primi sei mesi dell’anno. Imponendo quindi una decisa accelerazione in termini statistici già a partire dalla seconda fase del 2023. Non resta quindi che attendere i dati ad essa relativi per capire meglio la tendenza.
I provvedimenti del governo in tema di sicurezza stradale
Nel passato mese di settembre, il Consiglio dei Ministri ha approvato le modifiche proposte dalla Conferenza unificata al testo del DDL e della legge delega per le modifiche al Codice della strada e nuove norme sulla sicurezza stradale. Il pacchetto, che era stato presentato a giugno dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è stato sottoposto a discussione in sede di Conferenza Unificata che ha licenziato il testo con parere favorevole, proponendo al contempo alcune modifiche.
Tra le misure più significative espresse nel documento, occorre ricordare la stretta relativa all’utilizzo dei cellulari alla guida, un comportamento che è alla base di un gran numero di incidenti stradali. Per chi persiste in un comportamento pericolosissimo è stato proposto un inasprimento della sanzione pecuniaria, la sospensione del titolo di guida per un periodo che va dai quindici giorni ai due mesi, a partire dalla prima sanzione. Cui andrebbero ad aggiungersene di ulteriori nell’eventualità di una recidiva. Anche i trasgressori dei limiti di velocità dovrebbero vedere un aumento della sanzione pecuniaria a loro carico.
Infine, la parte relativa agli autovelox, oggetto ormai da anni di grandi e giustificate polemiche. Polemiche derivanti dal fatto che gli stessi da possibili strumenti di sicurezza stradale si sono trasformati in un vero e proprio bancomat per gli enti locali. A tal proposito il CdM si è espresso sul loro posizionamento al fine di regolamentarne al meglio l’utilizzo, proponendo al contempo di aumentarne la sanzione pecuniaria nei confronti di chi viola i limiti di velocità.
La modifica del Codice della Strada: i tempi parlamentari
Il pacchetto in questione ha iniziato la sua navigazione parlamentare da poco e non resta che capire cosa uscirà realmente fuori al termine dell’iter legislativo. A questo proposito occorre anche ricordare che il percorso in questione si prospetta molto lungo. Dovrebbe infatti concludersi in un arco temporale tra i dodici e i diciotto mesi. L’augurio è che possa realmente incidere in una situazione la quale, nonostante i parziali miglioramenti, resta abbastanza problematica lungo le arterie stradali del Belpaese.
Ad evidenziarlo è del resto proprio la relazione illustrativa che ha accompagnato lo schema di disegno di Legge, in cui sono riassunte le motivazioni dell’intervento del Governo. Al suo interno è possibile leggere: “Le recenti analisi sul tasso di incidentalità stradale in Italia hanno reso evidente la necessità di intervenire in materia di sicurezza della circolazione stradale al fine di affrontare i problemi di maggiore impatto sociale”.
Come si può notare, quindi, non manca la consapevolezza da parte del governo su una situazione che continua a restare estremamente preoccupante. Resta da capire però se, come purtroppo accade troppo spesso, la montagna non sia ancora una volta destinata a partorire il classico topolino.