Italia paradiso fiscale per le auto aziendali inquinanti, secondo Transport & Environment

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Sono ben 16 i miliardi di euro in agevolazioni fiscali che premiano le auto endotermiche in questione
Auto aziendali

Mentre le case automobilistiche tornano a chiedere incentivi statali per le auto elettriche, la lotta per una mobilità meno inquinante sembra destinata a guardarsi dal fuoco amico. Se, infatti, a livello UE i Paesi dell’eurozona si mostrano inflessibili (o quasi, considerata la spaccatura in atto sugli obiettivi ambientali del 2025 e sullo stop alla vendita di auto endotermiche previsto per il 2035), in realtà proprio loro continuano a sabotare i traguardi indicati nei documenti ufficiali.

A testimoniare questa scomoda realtà è Transport & Environment, in un rapporto che è andato a indagare sulle sovvenzioni elargite dai governi UE alle auto aziendali alimentate da combustibili fossili. Che non sono generosi, ma di più. Tanto da attestarsi alla bella cifra di 42 miliardi di euro. Alla faccia della lotta alle emissioni inquinanti.

L’Italia è il paradiso fiscale delle auto aziendali inquinanti: parola di Transport & Environment

La strada verso forme di mobilità sostenibili è estremamente accidentata. Tanto da spingere le case automobilistiche a chiedere a gran voce nuovi incentivi all’acquisto. Una richiesta bollata come assurda da più parti. E lo è realmente, ma forse meno rispetto ad una realtà paradossale. Che vede le auto termiche delle flotte aziendali premiate in larga misura proprio sotto forma di incentivi.

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A testimoniarlo è un’indagine condotta da Transport & Environment, ente nato più di 30 anni fa che propone un sistema di mobilità a emissioni zero, accessibile e con un impatto minimo su salute, clima e ambiente. Al cui interno si ricorda come i maggiori paesi dell’Unione Europea spendano 42 miliardi di euro per sovvenzionare le auto aziendali alimentate a combustibili fossili.

In questo paradosso, spicca la situazione dell’Italia, non a caso definitiva come il “paradiso fiscale per le auto aziendali inquinanti”. Un titolo largamente meritato, considerato come le aziende possano far conto su benefici fiscali pari a 16 miliardi di euro all’anno.

È ancora Transport & Environment a spiegare il complesso dispositivo premiante adottato a loro beneficio: “Lo studio calcola gli effetti dei benefici generalmente concessi alle auto aziendali su quattro leve fiscali: tassazione dei benefit in kind, ammortamento del costo dei veicoli, detrazioni IVA e carte carburante. Si tratta di benefici di cui non godono i proprietari di auto private. Le auto aziendali rappresentano il 60% di tutte le immatricolazioni di auto nuove in Europa.”

Almeno in questa classifica, quindi, il nostro Paese riesce finalmente a primeggiare. Seguita dalla Germania, con 13,7 miliardi, e dalla Francia che chiude il podio coi suoi 6.4 miliardi. Ai suoi piedi si posiziona la Polonia, a quota 6,1 miliardi.

Il leasing di un’auto endotermica consta meno rispetto a quello di un’elettrica

Sempre per quanto riguarda l’Italia, lo studio fa emergere un ulteriore vulnus alle teorizzazioni favorevoli alle auto elettriche. Nel nostro Paese, infatti, la normativa vigente premia più il leasing aziendale di un’auto endotermica che di un veicolo green.

Stando a quanto riferito da Transport & Environment, azienda e dipendente beneficiano di esenzioni per oltre 21 mila euro l’anno, nel caso di una BMW X3 diesel. Tanto da spingere gli estensori del documento ad affermare: “Il sistema di tassazione sulle auto aziendali è inefficiente al punto da premiare, in alcuni casi, il leasing di veicoli endotermici rispetto a quello di veicoli a emissioni zero di pari volume e prestazioni.

Un sistema congegnato in modo tale da non stimolare di certo la diffusione delle auto aziendali ad emissioni zero. Dando vita ad un fossato rispetto a Paesi che sembrano aver preso maggiormente sul serio la lotta alle emissioni inquinanti. A partire da Spagna e Regno Unito, ove i vantaggi fiscali per le auto aziendali inquinanti risultano molto più bassi. Con il caso limite rappresentato proprio dal Regno Unito, ove i veicoli aziendali a benzina e diesel sono penalizzati tramite un’aliquota elevata sui benefit in kind. Mentre di converso, i conducenti di auto aziendali elettriche (BEV) si vedono ridurre il carico fiscale. Una scelta premiata dalla grande diffusione di auto elettriche aziendali, che hanno conseguito una quota pari al 21,5% in termini di immatricolato.

Il crescente appeal coi SUV emerge anche nelle flotte aziendali

Il feeling degli automobilisti coi SUV è sempre più evidente. Una realtà che si va affermando anche all’interno delle flotte aziendali. Anche in questo caso dando però luogo a risultati opposti a quelli sbandierati in sede UE. Se a livello continentale lo studio indica in 8.900 euro il vantaggio fiscale di un SUV endotermico, nel nostro Paese si va quasi a raddoppiare, fissando a quota 16.400 euro all’anno il risparmio fiscale.

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Ed ecco spiegato, secondo gli estensori del rapporto, il motivo per il quale in media, nei mercati europei, le aziende vanno ad immatricolare il doppio dei SUV endotermici e ibridi rispetto ai privati. Questo il commento, al proposito: “Dei 16 miliardi di euro totali di esenzioni fiscali mappate nello studio per l’Italia, 5,8 miliardi sono destinati a sovvenzionare veicoli SUV. Rispetto ai 42 miliardi complessivi di esenzioni nei cinque mercati nazionali oggetto dell’indagine, i sussidi ai SUV ammontano a 15 miliardi.”

Proprio lo scenario emerso dall’indagine, spinge Transport & Environment ad invita l’Italia a seguire gli esempi di Regno Unito e Belgio. È Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, a soffermarsi su questo punto: “Gli stati europei, ogni anno, sottraggono ai loro bilanci miliardi di euro per finanziare la mobilità inquinante. Questo ammanco serve a incentivare aziende e dipendenti all’utilizzo di auto fortemente emissive, spesso costosi SUV di fascia alta. Si tratta di una politica fiscale dannosa per il clima e socialmente iniqua. L’Italia, che ogni anno rinuncia a 16 miliardi di gettito pur avendo enormi problemi di budget, dovrebbe prendere a esempio il Regno Unito e il Belgio, che hanno introdotto misure fiscali green e stanno eliminando le agevolazioni per i veicoli inquinanti.”

La ricetta di T&E: eliminare i sussidi alle motorizzazioni endotermiche delle aziende

L’elettrificazione delle flotte aziendali è in forte ritardo in ambito UE. Una situazione tale da spingere Transport & Environment a chiedere l’eliminazione dei sussidi alle motorizzazioni endotermiche. Un provvedimento da prendere immediatamente, cui si dovrebbe accompagnare la presentazione nel corso del nuovo anno di un nuovo regolamento. Cui spetterebbe il compito di rendere più ecologiche le auto aziendali, in particolare tramite l’indicazione di obiettivi vincolanti di elettrificazione al 2030, a carico di grandi flotte e società di leasing.

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Questo il commento finale del documento: “Ci aspettiamo che la Commissione si attivi per porre fine a questa enorme anomalia fiscale. Ma molto può essere fatto, e in tempi brevi, anche a livello nazionale. Il governo Meloni, già con la prossima legge di bilancio, può riformare la tassazione dell’auto per privilegiare le tecnologie meno emissive e, soprattutto, per porre fine a una distorsione evidente. Concedere agevolazioni fiscali ad aziende e dipendenti, spesso manager benestanti, per l’acquisto o il noleggio di auto di lusso inquinanti è chiaramente iniquo, oltre che dannoso per il clima e per i polmoni dei cittadini.”

Resta ora da capire se il governo di centrodestra vorrà accogliere l’invito, o continuare a gettare risorse preziose in un sistema che sembra fatto apposta per privilegiare i motori endotermici.

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