Alluminio, grafene e carbonio costituiscono l’innovativa batteria di Morand eTechnology, una start-up svizzera specializzata in tecnologie energetiche compatte, focalizzata soprattutto sulla mobilità. L’interesse crescente nel settore ha dato vita a numerose imprese con lo stesso obiettivo: contribuire alla transizione energetica. È un modo di fare business che si allinea alla prospettiva di garantire un futuro sostenibile alle generazioni future, considerando il punto critico raggiunto dall’ambiente.
La continuazione sulla stessa strada potrebbe causare danni irreparabili, da qui l’impegno delle autorità politiche nella promozione delle BEV. Anche in Italia, con il divieto annunciato per il 2035 sulle vetture a combustione interna, ratificato dalla Commissione Europea, ce ne troviamo coinvolti. Nonostante le critiche ricevute, soprattutto da chi teme che la mossa favorisca la Cina, in avanguardia nello sviluppo delle auto elettriche (BEV), le istituzioni mantengono la loro posizione. Non intendono abbassare la guardia, considerando i dati preoccupanti sull’impatto ambientale del parco auto attuale. Nel frattempo, lo standard di emissioni Euro 7 è stato ritardato, ma questa è un’altra storia.
Tornando a Morand eTechnology, il percorso tracciato dai tecnici si preannuncia estremamente promettente, basato sulle elevate competenze tecniche del team di lavoro. Nonostante la sua recente costituzione, lo staff possiede un notevole know-how, accumulato grazie a esperienze eccellenti nel passato. L’azienda è stata fondata da ingegneri di grande esperienza, con un passato di successi nelle competizioni più prestigiose del motorsport, come la Formula 1 e il Campionato Mondiale Endurance.
La vasta conoscenza li ha spinti verso un progetto indipendente, sviluppando una batteria che, se realizzata secondo gli annunci, potrebbe rivoluzionare il settore delle auto elettriche. La chiave sta in un pacco batteria con ricarica automatica ultraveloce, capace di rifornire un’auto in soli 72 secondi. Per raggiungere questo obiettivo, gli sviluppatori utilizzano celle ultracondensatori ibride (HUC) fornite da Sech SA, integrate con controller avanzati.
La batteria del futuro: oltre la sorprendente velocità di ricarica
Sebbene la velocità di ricarica della batteria sia sorprendente, ci sono altri aspetti cruciali da considerare per valutare appieno l’impatto dell’iniziativa. A differenza delle batterie agli ioni di litio tradizionali, che attualmente dominano il mercato, la durata utile delle nuove batterie è notevolmente superiore. Ciò potrebbe portare a significativi vantaggi economici sia per i produttori di veicoli che per gli acquirenti, considerando il loro elevato costo. Anche i modelli più accessibili superano i 20.000 euro, come la Dacia Spring a 21.000 euro, la Renault Twingo a 22.000 euro e la recente Citroen e-C3 a 23.900 euro.
Nonostante gli sforzi della catena di produzione, mantenere prezzi più bassi rimane un’impresa quasi irrealizzabile. Potrebbe richiedere di accettare perdite, portando molti operatori a delocalizzare la produzione in Cina per contenere i costi. La minore spesa per la manodopera rende la Cina più attraente, contribuendo alla minor costo delle BEV grazie a costi di trasporto e manodopera più contenuti.
Attualmente, le batterie dell’industria automobilistica hanno una durata di ricarica compresa tra 3.000 e 5.000 cicli. Tuttavia, i progressi di Morand eTechnology mostrano un ampio margine di miglioramento, resistendo a oltre 50.000 cicli senza perdere più dell’80% della capacità iniziale, e alcune unità hanno raggiunto anche 70.000 cicli. Ed è di grande importanza nell’ambito delle ricariche rapide o ultraveloci, dato che solitamente tali operazioni degradano le batterie molto più velocemente rispetto alle ricariche a intensità più bassa.
La sfida della ricarica rapida: bilanciare velocità e durata delle batterie
È innegabile che ridurre i tempi di ricarica delle auto elettriche sia un obiettivo cruciale, altrimenti non sarebbero emerse numerose aziende specializzate o grandi progetti di enti statali. Tuttavia, è essenziale considerare anche altri aspetti, come la longevità delle batterie. In un approccio olistico, i produttori hanno l’opportunità di superare un dilemma di lunga data, bilanciando diverse discipline. Da un lato, le attuali ricariche richiedono ancora troppo tempo rispetto alle auto a combustione. Dall’altro, sottoporre le batterie a elevate pressioni durante la ricarica può compromettere la loro durata media.
Una ricarica ad alta potenza, senza adeguate misure di sicurezza, potrebbe generare eccessivo calore, danneggiando le batterie e accelerandone il deterioramento nel tempo. Il ciclo accelerato di deterioramento influisce sulle prestazioni a lungo termine del veicolo. È fondamentale considerare entrambe le esigenze per evitare lacune evidenti nel prodotto finale. Trovare un equilibrio richiede un adeguato sviluppo di tecnologie avanzate di gestione termica, per mitigare il surriscaldamento e mantenere la stabilità delle batterie durante le ricariche ad alta potenza.
Evoluzione e sicurezza: i progressi dell’accumulatore Morand eTechnology
A supporto delle proprie affermazioni, l’accumulatore Morand eTechnology è stato sottoposto a test indipendenti da Geo Technology. L’analisi ha rivelato una capacità di ricarica di 3 moduli da 400 V e 2,4 kWh fino a 900 A e 360 kW in meno di due minuti. Sebbene ci siano ancora progressi da compiere rispetto ai 72 secondi promessi, la direzione intrapresa sembra essere quella corretta.
Tra le questioni affrontate da Morand, la sicurezza è una priorità, considerando che le batterie delle auto elettriche sono suscettibili a incendi in condizioni avverse. Per prevenire tale eventualità, Morand ha sviluppato FS Security, una soluzione antincendio progettata per prevenire la propagazione del fuoco all’esterno del veicolo. Il sistema reagisce in fasi multiple non appena la temperatura del pacco batterie supera certi limiti, agendo sia sull’aspetto elettrico che su quello statico. FS Security non è solo applicabile al battery pack MEP, ma è progettato anche per gli accumulatori attuali. L’intervento attivo e passivo sulla protezione delle batterie agisce preventivamente per prevenire il rischio di incendio.
Per aumentare l’attrattiva della tecnologia di Morand, c’è anche la riduzione di litio e cobalto, materiali costosi e inquinanti. Le scorte non sono infinite e l’aumento della domanda potrebbe superare l’offerta, causando carenze di approvvigionamento e ulteriori aumenti di prezzo. Altrettanto significativo è l’impatto negativo dell’estrazione e del trattamento dei materiali su suolo, acqua e biodiversità. Inoltre, le riserve sono concentrate in poche zone geografiche, creando dipendenza da paesi come Sud America, Australia e Cina per il litio, e dalla Repubblica Democratica del Congo per il cobalto. Al contrario, la composizione di Morand eTechnology si basa esclusivamente su alluminio, grafene e carbonio.
Morand eTechnology sottolinea anche la notevole flessibilità della propria batteria. Oltre alle auto elettriche, mira a soddisfare le esigenze di settori come la robotica, l’agrotecnologia, la difesa, i droni e altro ancora. Ora, inizia la “fase B”, che prevede la raccolta di finanziamenti sufficienti per avviare la produzione su larga scala e, di conseguenza, allineare i costi a quelli delle tradizionali unità agli ioni di litio.