Tesla si trova nel peggior momento dalla sua nascita. A renderlo tale non solo i risultati del mercato automobilistico, ma anche il comportamento del suo numero uno, Elon Musk, che sta provocando il rigetto dell’opinione pubblica in molte parti del globo. Finché l’uomo più ricco del mondo si limitava a mettere alla berlina alcuni aspetti del potere, non ci sono stati eccessivi problemi. Poi, però, il miliardario di origini sudafricane ha fatto un errore imperdonabile, scendere nell’arena politica con tutta la sua forza economica. Un errore che un imprenditore non dovrebbe mai compiere. E il cui conto, molto salato, è andato a gravare sulle spalle di Tesla, già alle prese con una serie di problemi sempre più grossi. Che sembrano mettere a serio rischio la sua leadership a livello globale nel settore delle auto elettriche. Problemi che, peraltro, sembrano non finire mai.
Pasticcio nei sondaggi Tedeschi
Tesla è in caduta libera. Una frana che va a investire sia i volumi di vendita che il valore delle azioni. Un trend sorprendente, soprattutto alla luce del fatto che secondo molti osservatori proprio Elon Musk e la sua casa automobilistica avrebbero dovuto avvantaggiarsi del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

All’atto pratico, invece, la guerra dei dazi scatenata dal POTUS contro Messico, Canada, Cina e UE si sta rivelando un boomerang. Per gli Stati Uniti e per Tesla. Alcuni esperti avevano cercato di mettere in guardia Trump, ricevendo in risposta la conferma di un atteggiamento sempre più aggressivo, che ha infine destato non solo la preoccupazione delle cancellerie, ma anche la reazione piccata di un gran numero di consumatori di ogni parte del globo.
E a pagare dazio è soprattutto Tesla, individuata come il simbolo di una politica estera, quella statunitense, che fa dell’estrema aggressività la sua peculiare caratteristica. A rendere possibile l’identificazione è soprattutto il ruolo politico che Musk si è ritagliato all’interno della nuova amministrazione repubblicana. Cui si aggiungono le improvvide esternazioni politiche a favore dell’ultradestra, in particolare l’AFD tedesca. E proprio dalla Germania stanno arrivando notizie tali da prefigurare il disastro prossimo venturo, per Tesla.
I sondaggi tedeschi stanno diventando un caso
Soltanto qualche giorno fa, erano stati diffusi i risultati di un sondaggio condotto in Germania a opera di T-Online. L’indagine, che aveva coinvolto 100mila cittadini tedeschi, aveva fornito in effetti risultati clamorosi. E, soprattutto, clamorosamente negativi per Tesla. Soltanto il 3% del campione intervistato, infatti, si era dichiarato favorevole all’acquisto di una Tesla. A fronte di un 94% il quale non aveva invece avuto eccessive remore ad affermare di escludere le auto elettriche californiane dalla propria ipotesi di acquisto.
A distanza di qualche giorno, però, era arrivato un secondo sondaggio, sempre di T-Online, diffuso da Elon Musk sulla sua pagine di X, che aveva dato risultati sorprendentemente più favorevoli. In questo caso, infatti, è uscito fuori che il 70% degli intervistati sarebbe pronto a comprare di nuovo una Tesla. Tutto bene, per il gruppo statunitense? Non proprio.

Lo stesso T-Online, evidentemente non contento di essere stato in pratica chiamato in causa, stante la fortissima divaricazione dei risultati, ha deciso di dare vita ad un’indagine tesa a cercare di capire a cosa essa fosse dovuta. E il risultato è stato chiarissimo: il sondaggio era stato manipolato. A dimostrarlo senza ombra di dubbio il fatto che ben 253mila voti provenivano da due indirizzi IP statunitensi. In pratica, la frode era stata condotta con l’ausilio dei famigerati bot.
Naturalmente non è detto che l’ordine di condurre la truffa in questione sia arrivato dalla casa automobilistica. Al tempo stesso è molto complicato per Tesla dimostrare di non avere avuto alcun ruolo nella conduzione della stessa. E il risultato di tutto ciò è molto semplice, traducendosi in ulteriore discredito verso un’azienda che necessiterebbe di trasparenza. L’esatto contrario di quello che sta evidenziando ormai da tempo. Come dimostra, del resto, l’ultima vicenda messa in risalto dal Financial Times. Secondo il quotidiano finanziario, infatti, dal bilancio di Tesla mancherebbero al momento 1,4 miliardi di dollari. Di cui nessuno è in grado di dire che fine abbiano fatto.