Una decisione della Germania sembra destinata a provocare non poco scalpore, anche dalle nostre parti. Berlino, infatti, ha deciso di aprire alla marijuana in fase di guida, ponendo al contempo una serie di paletti. Ad esempio, coloro che hanno conseguito la patente da oltre un biennio o un’età superiore a 21 anni possono mettersi al volante con un valore al di sotto di 3,5 nanogrammi di tetraidrocannabinolo (THC la componente psicoattiva della pianta di canapa) per millilitro di siero, corrispondente a circa 1,8-2 ng/ml di sangue.
Sopra questa soglia, il nuovo regolamento prevede invece una sanzione pecuniaria di 500 euro e la sospensione della patente per un mese a carico dei contravventori. Il controllo ai conducenti sarà effettuato tramite un prelievo di saliva e, nel caso in cui si riveli necessario, un prelievo di sangue.
In conseguenza di quanto deciso, se prima il Codice della Strada vigente in Germania prevedeva un limite esclusivamente nel caso dell’alcol, ora provvede a stabilirlo anche per la cannabis. Mentre resta vietata la conduzione di veicoli in condizioni alterate allo stesso tempo da marijuana e alcol. Chi viola tale disposizione viene sottoposto ad una ammenda pari a mille euro.
Una questione che fa molto discutere
La novità può essere considerata soltanto parzialmente tale. Di recente, infatti, il governo tedesco ha approvato la liberalizzazione parziale della cannabis. Sottoposto al Bundestag, il provvedimento ha visto una maggioranza di 407 voti, con 226 contrari, consentendo quindi agli adulti di possedere sino a 50 grammi di cannabis per consumo privato e la coltivazione di un massimo di tre piante.
Il progetto di legge consente anche la coltivazione non commerciale e la distribuzione controllata da parte dei cannabis club. La legge tedesca si propone l’intento di ridurre il mercato nero, impedire ai bambini e ai giovani di consumare cannabis e prevenire il consumo di quantità pericolose di tetraidrocannabinolo (Thc), il principale ingrediente psicoattivo della cannabis. A dichiararlo è stato un portavoce del Ministero della Salute a Euronews.
Queste le parole che ha rilasciato nell’occasione: “La tutela della salute è quindi al primo posto in questa legge. Il ministero ha ripetutamente sottolineato che la precedente politica sulle droghe ha fallito e che dobbiamo trovare approcci alternativi”.
Per quanto concerne la guida, la soglia è stata fissata da una commissione di esperti, secondo i quali non si verificherebbero ricadute negative in termini di sicurezza stradale. Occorre però sottolineare come manchino studi scientifici in grado di escludere la nocività della marijuana in relazione alla guida dell’auto. E, al tempo stesso, non si può escludere che le sostanze della canapa, a contatto con il sistema nervoso centrale, possano andarne ad alterare le funzioni. In particolare, andando a causare un calo dell’attenzione.
La totale contrarietà della CDU
Va anche sottolineata la totale contrarietà della CDU, il maggior partito tedesco a quanto deciso dal Bundestag. Alexander Dobrindt, vicepresidente del gruppo parlamentare dell’Unione cristiano-democratica e dell’Unione cristiano-sociale (Cdu/Csu), non ha infatti esitato a definire la legge “irresponsabile” subito dopo la sua approvazione. Per poi aggiungere che la polizia e gli esperti medici erano contrari alla misura. Con un post pubblicato sull’account X del partito ha poi precisato che non appena il partito tornerà al governo cancellerà la legge.
Il riferimento agli esperti medici è in particolare a Klaus Reinhardt, presidente dell’Associazione medica tedesca. Proprio un anno fa, infatti, aveva detto che la legge avrebbe banalizzato una droga che ha dimostrato di creare dipendenza e tale da arrecare ” gravi danni allo sviluppo, soprattutto negli adolescenti e nei giovani adulti”.
Marijuana alla guida: la situazione italiana
Naturalmente, la decisione di Berlino è destinata ad essere discussa anche nel nostro Paese. Ove la polemica sulla legalizzazione della cannabis infuria ormai da anni. Anche perché è chiaramente strumentalizzata da alcuni partiti politici, ad onta di tutta la letteratura esistente al riguardo, destinata a lasciare il posto ad un approccio puramente ideologico.
Per quanto concerne l’utilizzo di marijuana prima di mettersi al volante, il riferimento è quello del nostro Codice della Strada, che precisamente all’articolo 187 vieta la guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti di qualsiasi tipo, anche quelle leggere.
Perché possa scattare un provvedimento, in particolare una multa che può arrivare a 1.500 euro, è necessaria una valutazione clinica dello stato del conducente, basata anche sulla concentrazione ematica del THC. L’articolo 186, a sua volta, provvede a fissare in mezzo grammo per litro di sangue il limite massimo di alcol, con tolleranza zero nel caso dei neopatentati e dei conducenti professionali (186-bis).
Pensare che si pratichi la strada tedesca è al momento totalmente fuori luogo. A renderlo praticamente impossibile è il fatto che con un recente emendamento al dl sicurezza, il governo Meloni ha in pratica dichiarato illegale anche la cannabis light, in Italia. Decisione accolta con sconcerto dalle migliaia di addetti del settore collegato alla sua commercializzazione. In un quadro simile, sarebbe assurdo pensare al recepimento della strada teutonica dalle parti di Roma.
Marijuana alla guida: il parere dell’esperto
A pronunciarsi sulla questione, è stato Aldo Polettini, professore associato di Tossicologia forense presso il dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica dell’Università degli Studi di Verona. Secondo lui, infatti, è opportuna la fissazione in Germania di un limite di concentrazione del THC, in quanto può consentire di stabilire in maniera oggettiva il divieto di porsi alla guida di un veicolo.
In Italia tale limite non esiste e la versione attualmente vigente è fonte di un contenzioso. La valutazione clinica dello stato di alterazione basata anche sulla concentrazione ematica del THC è infatti soggetta a numerose variabili. In pratica, quindi, il giudice non ha strumenti oggettivi per riuscire a stabilire l’effettiva violazione della norma.
Per cercare di ovviare in tal senso, il Parlamento sta discutendo un disegno di legge il quale prevede la modifica dell’articolo 187 del Codice della Strada. In particolare, la multa potrebbe essere elevata nel caso in cui dagli accertamenti qualitativi non invasivi o dalle prove effettuate dagli organi di Polizia stradale venga ad emergere la positività del conducente all’uso di sostanze stupefacenti. Non sono però ancora stati definiti i limiti di concentrazione del THC e di altre sostanze nel sangue.
Anche il nostro Paese, quindi, si sta cercando di dotare di strumenti in grado di definire in maniera oggettiva il reato. Occorre però anche capire se i limiti in questione saranno codificati alla luce di valutazioni scientifiche, strada che è stata invece imboccata dal governo tedesco.